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![Tradimento_Globalizzazione_E_Immigrazione_Le_Menzogne_Delle_E%60lite_il_-Rampini_Federico](cops/big/9788804672418g.jpg?tit=Tradimento_Globalizzazione_E_Immigrazione_Le_Menzogne_Delle_E%60lite_il_-Rampini_Federico&r=47)
il mondo sembra impazzito. stagnazione economica. guerre civili e conflitti religiosi. terrorismo. e, insieme, l`impotenza dell`occidente a governare questi shock, o anche soltanto a proteggersi. senza una guida le opinioni pubbliche occidentali cercano rifugio in soluzioni estreme. globalizzazione e immigrazione sono i due fenomeni sotto accusa. il tradimento delle e`lite e` avvenuto quando abbiamo creduto al mantra della globalizzazione, quando il pensiero politically correct ha recitato la sua devozione a tutto cio` che e` sovranazionale, a tutto cio` che unisce al di la` dei confini, dal libero scambio alla finanza globale. il triste bilancio e` quello di aver reso i figli piu` poveri dei genitori. il tradimento delle e`lite si e` consumato quando abbiamo difeso a oltranza ogni forma di immigrazione, senza vedere la minaccia che stava maturando dentro il mondo islamico, l`ostilita` ai nostri sistemi di valori. quando abbiamo reso omaggio, sempre e ovunque, alla societa` multietnica, senza voler ammettere che questo termine, in se`, e` vuoto: non indica il risultato finale, il segno dominante, il mix di valori che regolano una comunita` capace di assorbire flussi d`immigrazione crescenti. in questo pamphlet di denuncia, federico rampini indica le possibili vie d`uscita: un`economia liberata dai ricatti delle multinazionali e dei top manager; un`immigrazione governata dalla legalita` e nella piena osservanza dei nostri princi`pi; una democrazia che torni a vivere della partecipazione e del controllo quotidiano dei cittadini; e, infine, un dibattito civile ispirato al rispetto dell`altro, non ai pregiudizi, all`insulto e alla gogna mediatica dei social.
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il 2015 verra` ricordato per uno shock a cui gli italiani non erano abituati ne` preparati. sono fallite delle banche. piccole, ma non trascurabili. la protezione del risparmio e` stata messa in dubbio. un brivido di paura si e` diffuso perfino tra i clienti di altre banche piu` grosse e piu` solide, perche` nel frattempo entravano in vigore nuove regole, imposte dall`europa, che comportano maggiori rischi per i risparmiatori. sono cosi` venute alla luce storie tragiche: cittadini ingannati, titoli insicuri venduti agli sportelli bancari, obbligazioni travolte nei crac. in parallelo, brividi di paura sulla tenuta delle banche si sono manifestati anche in altre parti del mondo: in cina e persino nell`insospettabile germania. e a preoccuparci non ci sono solo le banche private, quelle dove abbiamo i conti correnti e i libretti di risparmio. anche quelle che stanno molto al di sopra, le istituzioni che dovrebbero governare la moneta e l`economia, non offrono certezze. in america, nell`eurozona o in giappone, la debolezza dell`economia ha rivelato errori e limiti delle banche centrali. in un`epoca come questa, in cui i redditi da lavoro diventano incerti o precari, il risparmio e` ancora piu` importante che in passato. ma possiamo fidarci di chi ce lo gestisce?
![Rete_Padrona._Amazon%2C_Apple%2C_Google_%26_Co._Il_Volto_Oscuro_Della_Rivoluzione_Digitale_-Rampini_Federico](cops/big/9788807887185g.jpg?tit=Rete_Padrona._Amazon%2C_Apple%2C_Google_%26_Co._Il_Volto_Oscuro_Della_Rivoluzione_Digitale_-Rampini_Federico&r=40)
"mi trasferii a san francisco nel 2000 per vivere nel cuore della silicon valley la prima rivoluzione di internet. ci ritorno oggi da new york e ho le vertigini, e un senso d`inquietudine. la velocita` del cambiamento digitale e` stata superiore a quello che ci aspettavamo e ormai la rete penetra in ogni angolo della nostra vita: il lavoro, il tempo libero, l`organizzazione del dibattito politico e della protesta sociale, perfino le nostre relazioni sociali e i nostri affetti. ma la rete padrona ha gettato la maschera. la sua realta` quotidiana e` molto diversa dalle visioni degli idealisti libertari che progettavano un nuovo mondo di sapere e opportunita` alla portata di tutti. i nuovi padroni dell`universo si chiamano apple e google, facebook, amazon e twitter. al loro fianco, la national security agency, il grande fratello dell`era digitale. e poi i regimi autoritari, dalla cina alla russia, che hanno imparato a padroneggiare a loro volta le tecnologie e ormai manipolano la natura stessa di internet. con questo libro vi porto in viaggio con me nella rete padrona. e un viaggio nel tempo, per confrontare le speranze e i progetti piu` generosi di un ventennio fa con le priorita` reali che plasmano oggi il mondo delle tecnologie. e un viaggio tra i personaggi che hanno segnato quest`epoca, da bill gates a steve jobs, a mark zuckerberg, e tra tanti altri profeti e visionari meno noti, che gia` stanno progettando le prossime fasi dell`innovazione."
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"il mio modello di business? i beatles." cosi` parlo` steve jobs, il fondatore di apple, uno che di business qualcosa capiva. a intrigarlo era soprattutto la formula del collettivo: vedeva i beatles come un prodigioso moltiplicatore dei talenti individuali. l`indimenticabile quartetto della cultura pop, infatti, fu anche una start-up di successo. proietto` quattro ragazzi cresciuti nella liverpool del primo dopoguerra, in una miseria da terzo mondo, verso la stratosfera della ricchezza. personalmente, nei testi delle loro canzoni, composte in un periodo di radicali cambiamenti come gli anni sessanta, ritrovo la mia adolescenza e un`epoca che fu l`ultima eta` dell`oro per l`occidente: alta crescita, pieno impiego, benessere diffuso, aspettative crescenti per i giovani. ma anche i germi di quel che accadde in seguito. "taxman" prefigura le rivolte fiscali. "get back" nasce come una satira dei primi movimenti xenofobi e anti-immigrati. "when i`m sixty-four" anticipa la crisi del welfare state da shock demografico. "eleanor rigby" e "lady madonna" evocano la nuova poverta` che oggi e` in mezzo a noi. "across the universe", con il suo richiamo al viaggio in india dei fab four, ricorda l`irruzione dell`oriente nel nostro mondo. e "yesterday", con il tema della nostalgia, ci costringe ad affrontare domande cruciali: davvero si stava meglio "ieri"? prima dell`euro, prima della globalizzazione, prima di internet? l`obiettivo di questo libro e` ricostruire una speranza.
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vista dagli stati uniti, l`italia fa notizia perche` e` quel piccolo paese dove approdano ondate di disperati, costretti ad attraversare il mediterraneo per fuggire a devastazioni molteplici: l`avanzata dello stato islamico, le guerre civili, la miseria. la germania e` un colosso economico dai piedi d`argilla, prepotente e timida al tempo stesso, incapace di dare all`europa un progetto nuovo, forte e convincente. la nato si riarma per far fronte a vladimir putin, ma gli europei hanno altro a cui pensare: i figli senza lavoro o sottopagati, i tagli alle pensioni, i servizi pubblici in declino, l`insicurezza sociale. non sta molto meglio la "mia" america. dopo sei anni di crescita, la maggioranza continua a pensare che "il paese e` sulla strada sbagliata". anche qui molti giovani, pur avendo sbocchi professionali migliori dei loro coetanei in europa, non possono aspirare al tenore di vita dei genitori. pesa anche la perdita di una missione. la nazione leader non crede piu` possibile una pax americana nel mondo. insomma, siamo i primi testimoni di un evento epocale, la fine del dominio dell`uomo bianco sul pianeta. il pendolo della storia torna dove l`avevamo lasciato cinque secoli fa, quando il baricentro del mondo era cindia, l`area piu` ricca e avanzata, oltre che piu` popolosa. ma il pendolo della storia e` lento. siamo ancora in uno di quei periodi instabili e pericolosi in cui l`ordine antico sta franando e del nuovo non c`e` traccia.
![Banchieri_Storie_Dal_Nuovo_Banditismo_Globale_-Rampini_Federico](cops/big/9788804648253g.jpg?tit=Banchieri_Storie_Dal_Nuovo_Banditismo_Globale_-Rampini_Federico&r=100)
la crisi economica scoppiata nel 2008 con il fallimento della banca d`affari americana lehman brothers sembra non avere fine, in italia come nel resto d`europa: nonostante i governi e gli economisti si arrovellino sulle misure da adottare, le aziende chiudono, la disoccupazione aumenta, i consumi crollano. e la responsabilita` della recessione in corso e` stata addossata, di volta in volta, al mercato dei mutui statunitensi - i famigerati "subprime" -, allo strapotere della finanza, al peso schiacciante del debito pubblico. cambiando decisamente prospettiva, federico rampini non si chiede a "che cosa" imputare la colpa ma piuttosto a "chi", e senza alcuna esitazione afferma: "i banchieri sono i grandi banditi del nostro tempo. nessun bandito della storia ha mai potuto sognarsi di infliggere tanti danni alla collettivita` quanti ne hanno fatti i banchieri". dall`osservatorio privilegiato degli stati uniti, dove la crisi ha avuto inizio, rampini racconta chi sono i banchieri di oggi, come abbiano potuto adottare comportamenti tanto perversi, assumersi rischi cosi` forti e agire in modo talmente dissennato da provocare un`autentica pearl harbor economica, sprofondando l`occidente nella piu` grave crisi degli ultimi settant`anni. e tutto questo, contando sempre sulla certezza dell`impunita`. a pagare i loro errori sono infatti i cittadini dei paesi sulle due sponde dell`atlantico, e il prezzo e` altissimo: crescenti diseguaglianze, precarieta` del presente, paura del futuro.
![Rete_Padrona_Amazon_Apple_Google_%26_Co_Il_Volto_Oscuro_Della_Rivoluzione_Digitale_-Rampini_Federico](cops/big/9788807070365g.jpg?tit=Rete_Padrona_Amazon_Apple_Google_%26_Co_Il_Volto_Oscuro_Della_Rivoluzione_Digitale_-Rampini_Federico&r=45)
"mi trasferii a san francisco nel 2000 per vivere nel cuore della silicon valley la prima rivoluzione di internet. ci ritorno oggi da new york e ho le vertigini, e un senso d`inquietudine. la velocita` del cambiamento digitale e` stata superiore a quello che ci aspettavamo e ormai la rete penetra in ogni angolo della nostra vita: il lavoro, il tempo libero, l`organizzazione del dibattito politico e della protesta sociale, perfino le nostre relazioni sociali e i nostri affetti. ma la rete padrona ha gettato la maschera. la sua realta` quotidiana e` molto diversa dalle visioni degli idealisti libertari che progettavano un nuovo mondo di sapere e opportunita` alla portata di tutti. i nuovi padroni dell`universo si chiamano apple e google, facebook, amazon e twitter. al loro fianco, la national security agency, il grande fratello dell`era digitale. e poi i regimi autoritari, dalla cina alla russia, che hanno imparato a padroneggiare a loro volta le tecnologie e ormai manipolano la natura stessa di internet. con questo libro vi porto in viaggio con me nella rete padrona. e un viaggio nel tempo, per confrontare le speranze e i progetti piu` generosi di un ventennio fa con le priorita` reali che plasmano oggi il mondo delle tecnologie. e un viaggio tra i personaggi che hanno segnato quest`epoca, da bill gates a steve jobs, a mark zuckerberg, e tra tanti altri profeti e visionari meno noti, che gia` stanno progettando le prossime fasi dell`innovazione."
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inviato d`eccezione in america e in asia, federico rampini ripercorre la propria storia di viaggiatore e, soprattutto, di reporter attento alle dinamiche della globalizzazione, per raccontarci, attraverso le sue esperienze nei luoghi "caldi" della modernita`, il nostro presente, senza dimenticare quello che potrebbe essere il nostro futuro. il viaggio inizia dal grande sogno americano, che l`autore rivisita in chiave autobiografica parlando della sua "iniziazione" giovanile nella california degli anni settanta, la culla di tutte le rivoluzioni, sociali e tecnologiche, dei grandi movimenti di rivolta e del mondo digitale, della societa` multietnica ma anche degli esperimenti conservatori che hanno segnato il capitalismo americano. fino alla grande contrazione, che ha precipitato gli stati uniti lungo la china della decadenza, tanto piu` innegabile dopo l`irruzione nel "paesaggio" globale della cina e di altri paesi emergenti. attraverso la rievocazione di luoghi, personaggi, atmosfere, rampini, che ha vissuto diversi anni a pechino, descrive una civilta` ricchissima di storia e di cultura, ma dilaniata dalla corruzione e governata da un potere politico autoritario che continua a calpestare i piu` elementari diritti umani. e mentre il centro della storia slitta verso oriente, qual e` il posto dell`europa e, in particolare, dell`italia? che cosa significa per noi vivere in questa epoca di straordinario rovesciamento dei rapporti di forza?
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la crisi attanaglia il paese e ancora oggi, a cinque anni dal fallimento della lehman brothers, fatichiamo a intravedere una via d`uscita. mentre i governi e gli economisti dibattono su quali misure adottare, le aziende chiudono, la disoccupazione cresce, i consumi crollano. siamo entrati in una fase recessiva e la colpa e` stata, di volta in volta, attribuita al mercato dei mutui statunitensi - i celeberrimi subprime - alla deregulation finanziaria, all`enorme peso del debito pubblico. se in molti si sono chiesti cosa ha causato la crisi, in pochi si sono domandati chi l`ha causata. "i banchieri" sostiene rampini "sono i grandi banditi del nostro tempo". la crisi e` diretta conseguenza dei loro comportamenti perversi, dei rischi altissimi che si sono assunti, della certezza dell`impunita`. la collettivita` sta pagando per i loro errori, per una speculazione che ha portato allo sfascio l`economia reale, e che tuttavia resta impunita. in questo libro federico rampini racconta chi sono i banchieri di oggi, cosa hanno fatto e come sono riusciti a sfuggire a ogni castigo, a qualsivoglia condanna, per il loro agire dissennato.
![San_Francisco_Milano_Un_Italiano_Nell%60altra_America_-Rampini_Federico](cops/big/406293_g.jpg?tit=San_Francisco_Milano_Un_Italiano_Nell%60altra_America_-Rampini_Federico&r=79)
"questi dieci anni, dal mio trasloco milano-san francisco, nello specchietto retrovisore mi appaiono come un periodo di inaudita decelerazione dei cambiamenti. hanno `concentrato` due o tre e`re geologiche, in una compressione del tempo. sono arrivato a san francisco quando sembrava che chiunque avesse un`idea legata a internet potesse diventare milionario (se non miliardario) nel giro di chi mesi, qualche anno al massimo. l`alitalia aveva inaugurato un volo diretto da malpensa, ed era sempre pieno: per il pellegrinaggio di imprenditori italiani alla mecca dell`innovazione tecnologica, la silicon valley. poi arrivo` il crac, il nasdaq precipito`. poi l`11 settembre, la mini-recessione successiva, poi la supercrisi del 2008. ma invece di fermarsi per botte ricevute, la silicon valley continuo` a partorire nuove idee, nuovi protagonisti della modernita`. la rapidita` con cui si bruciavano i miti e se ne creavano altri, e` diventata ancora piu` vertiginosa". federico rampini racconta l`america con gli occhi dell`esploratore, misurando le differenze tra l`estremo occidente e l`angolo di vecchio mondo da cui proviene. dalla grande politica ai piccoli gesti della vita quotidiana, questo libro e` un itinerario culturale insolito, un diario intimo e un`appassionata dichiarazione d`amore per una citta`. ma e` anche una speciale guida turistica per il viaggiatore curioso che ha voglia di scoprire la west coast andando oltre le apparenze.
![Voi_Avete_Gli_Orologi_Noi_Abbiamo_Il_Tempo_Manifesto_Generazionale_Per_Non_Rinunciare_Al_Futuro_-Rampini_Federico](cops/big/9788804633259g.jpg?tit=Voi_Avete_Gli_Orologi_Noi_Abbiamo_Il_Tempo_Manifesto_Generazionale_Per_Non_Rinunciare_Al_Futuro_-Rampini_Federico&r=85)
"se torno per qualche giorno in italia, mi sento subito ingombrante. a 56 anni ho l`eta` sbagliata? governi, imprese, esperti descrivono i miei coetanei come un "costo". guadagniamo troppo, godiamo di tutele anacronistiche, e quando andremo in pensione faremo sballare gli equilibri della previdenza. per i trentenni e i ventenni, invece, siamo "il tappo". ci aggrappiamo ai nostri posti, non li facciamo entrare. non importa se ci sentiamo ancora in forma, siamo gia` "gerontocrazia". nessuno trova una soluzione a questa crisi, ma molti sembrano d`accordo nell`individuarne la causa: il problema siamo noi, i baby boomer. siamo nati nell`ultima eta` dell`oro, quel periodo (1945-1965) che coincise con un boom economico in tutto l`occidente ed ebbe un effetto collaterale forse perfino piu` importante: l`esplosione delle nascite. come se non bastasse, poi, lo straordinario allungamento della speranza di vita ci ha resi una delle generazioni piu` longeve. e di questa nostra inusitata sopravvivenza si parla quasi come di una sciagura annunciata, un disastro al rallentatore. ma un evento individualmente cosi` positivo - vivere di piu` - puo` trasformarsi in una calamita`? no, noi baby boomer siamo un`enorme risorsa anche adesso che diventiamo "pantere grigie". la sfida, di cui s`intravedono i contorni in america, e` quella di inventarci una nuova vita e un nuovo ruolo, per i prossimi venti o trent`anni."
![Copertina non disponibile](imgs/copertina_non_disponibile.png)
"se torno per qualche giorno in italia, mi sento subito ingombrante. a 56 anni ho l`eta` sbagliata? governi, imprese, esperti descrivono i miei coetanei come un "costo". guadagniamo troppo, godiamo di tutele anacronistiche, e quando andremo in pensione faremo sballare gli equilibri della previdenza. per i trentenni e i ventenni, invece, siamo "il tappo". ci aggrappiamo ai nostri posti, non li facciamo entrare. non importa se ci sentiamo ancora in forma, siamo gia` "gerontocrazia". nessuno trova una soluzione a questa crisi, ma molti sembrano d`accordo nell`individuarne la causa: il problema siamo noi, i baby boomer. siamo nati nell`ultima eta` dell`oro, quel periodo (1945-1965) che coincise con un boom economico in tutto l`occidente ed ebbe un effetto collaterale forse perfino piu` importante: l`esplosione delle nascite. come se non bastasse, poi, lo straordinario allungamento della speranza di vita ci ha resi una delle generazioni piu` longeve. e di questa nostra inusitata sopravvivenza si parla quasi come di una sciagura annunciata, un disastro al rallentatore. ma un evento individualmente cosi` positivo - vivere di piu` - puo` trasformarsi in una calamita`? no, noi baby boomer siamo un`enorme risorsa anche adesso che diventiamo "pantere grigie". la sfida, di cui s`intravedono i contorni in america, e` quella di inventarci una nuova vita e un nuovo ruolo, per i prossimi venti o trent`anni."
![Alla_Mia_Sinistra_Lettera_Aperta_A_Tutti_Quelli_Che_Vogliono_Sognare_Insieme_A_Me_-Rampini_Federico](cops/big/9788804623304g.jpg?tit=Alla_Mia_Sinistra_Lettera_Aperta_A_Tutti_Quelli_Che_Vogliono_Sognare_Insieme_A_Me_-Rampini_Federico&r=16)
"avevo il dovere di scrivere questo libro. perche` ho due figli ventenni che affrontano, come tutti i loro coetanei, il mercato del lavoro piu` difficile dai tempi della grande depressione. perche` devo rispondere delle mie responsabilita`: appartengo a una certa generazione della sinistra occidentale che ha creduto di poter migliorare la societa` usando il mercato e la globalizzazione. ho voluto sfogliare il mio album di famiglia, la storia che ho vissuto con un pezzo della sinistra italiana, per capire le ragioni delle nostre sconfitte, quindi aprire una pagina nuova. plutocrazia, tecnocrazia, populismo, autoritarismo sono i mali che minacciano le nostre democrazie. l`italia e` un piccolo laboratorio mostruoso di queste patologie. avendo vissuto un`esperienza pluridecennale da nomade della globalizzazione - in europa, in america, in asia - ho il dovere di dire cio` che e` accaduto all`immagine del nostro paese nel mondo. devo raccontare dal mio osservatorio attuale nell`estremo occidente" quali sono i costi dell`era berlusconi, e anche le radici profonde del berlusconismo, che gli sopravvivranno, i vizi di un`italia "volgare e gaudente" con cui dovremo fare i conti anche dopo. che cosa fara` questa italia "da grande"? c`e` ancora speranza? alla sinistra indico le possibili vie d`uscita attingendo alle mie esperienze nelle nazioni emergenti, dall`asia al brasile: perche` non possiamo farci risucchiare in una sindrome del declino tutta interna all`occidente."
![Non_Ci_Possiamo_Piu%60_Permettere_Uno_Stato_Sociale_-Rampini_Federico](cops/big/9788842095026g.jpg?tit=Non_Ci_Possiamo_Piu%60_Permettere_Uno_Stato_Sociale_-Rampini_Federico&r=37)
molti si sono convinti che il nostro welfare e` un lusso, che mantenendo certe conquiste sociali abbiamo "vissuto al di sopra dei nostri mezzi", e che e` ora di ridimensionarci. ma siamo sicuri che sia l`unica alternativa possibile? siamo davvero sicuri che l`europa e` in declino perche` statalista e assistenziale? chi lo ha detto che lo stato sociale deve essere smantellato?
![Alla_Mia_Sinistra_Lettera_Aperta_A_Tutti_Quelli_Ch-Rampini_Federico](cops/big/9788804613725g.jpg?tit=Alla_Mia_Sinistra_Lettera_Aperta_A_Tutti_Quelli_Ch-Rampini_Federico&r=44)
"avevo il dovere di scrivere questo libro. perche` ho due figli ventenni che affrontano, come tutti i loro coetanei, il mercato del lavoro piu` difficile dai tempi della grande depressione. perche` devo rispondere delle mie responsabilita`: appartengo a una certa generazione della sinistra occidentale che ha creduto di poter migliorare la societa` usando il mercato e la globalizzazione. ho voluto sfogliare il mio album di famiglia, la storia che ho vissuto con un pezzo della sinistra italiana, per capire le ragioni delle nostre sconfitte, quindi aprire una pagina nuova. plutocrazia, tecnocrazia, populismo, autoritarismo sono i mali che minacciano le nostre democrazie. l`italia e` un piccolo laboratorio mostruoso di queste patologie. avendo vissuto un`esperienza pluridecennale da nomade della globalizzazione - in europa, in america, in asia - ho il dovere di dire cio` che e` accaduto all`immagine del nostro paese nel mondo. devo raccontare dal mio osservatorio attuale nell`estremo occidente" quali sono i costi dell`era berlusconi, e anche le radici profonde del berlusconismo, che gli sopravvivranno, i vizi di un`italia "volgare e gaudente" con cui dovremo fare i conti anche dopo. che cosa fara` questa italia "da grande"? c`e` ancora speranza? alla sinistra indico le possibili vie d`uscita attingendo alle mie esperienze nelle nazioni emergenti, dall`asia al brasile: perche` non possiamo farci risucchiare in una sindrome del declino tutta interna all`occidente."