
e se nella vita non esistessero momenti trascurabili? dai calzini irrimediabilmente spaiati alla cartomante che predice un nuovo amore a tua moglie, il divertimento di vivere ogni istante (anche quelli che dimenticheremmo volentieri) ormai lo conosciamo bene. e non ci stancheremo mai di ritrovarlo. .

i funerali di berlinguer e la scoperta del piacere di perdere, il rapimento moro e il tradimento del padre, il coraggio intellettuale di parise e il primo amore che muore il giorno di san valentino, il discorso con cui bertinotti cancello` il governo prodi e la resa definitiva al gene della superficialita`, la vita quotidiana durante i vent`anni di berlusconi al potere, una frase di craxi e un racconto di carver... se e` vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all`indietro la strada e` ben segnalata, una scia di intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli: il filo dei nostri giorni. francesco piccolo ha scritto un libro che e` insieme il romanzo della sinistra italiana e un racconto di formazione individuale e collettiva: sara` impossibile non rispecchiarsi in queste pagine (per affinita` o per opposizione), rileggendo parole e cose, rivelazioni e scacchi della nostra storia personale, e ricordando a ogni pagina che tutto ci riguarda. "un`epoca quella in cui si vive - non si respinge, si puo` soltanto accoglierla".

dopo "momenti di trascurabile felicita`", francesco piccolo torna a raccontare l`allegria degli istanti di cui e` fatta la vita, ma questa volta prova a prenderli dalla parte sbagliata. setacciando le giornate fino a scoprire come ogni contrattempo, anche il piu` seccante, nasconda qualcosa di impagabile: una scintilla folgorante di divertimento e di vitalita`. che si tratti di condividere l`ombrello con qualcuno, strappandoselo di mano per gentilezza fino a ritrovarsi entrambi bagnati fradici. o di ammettere che non ci ricordiamo piu` niente di quello che abbiamo imparato a scuola, che le recite dei bambini sono una noia mortale, e che non amiamo i nostri figli nello stesso modo, semplicemente perche` sono diversi. per non parlare dell`obbligo morale di farsi la doccia appena si arriva ospiti da un amico, che se ne abbia voglia o meno - in fondo soltanto per rassicurare l`altro sul fatto che ci si lava. oppure delle persone troppo cortesi che ti tengono aperto il portone, costringendoti ad affrettare il passo. ciascuno sperimenta ogni giorno mille forme trascurabili (e non irrilevanti) di infelicita`. ma sorge il dubbio che sia "come i bastoncini dello shangai: se tirassi via la cosa che meno mi piace della persona che amo, se ne verrebbe via anche quella che mi piace di piu`".

c`e`, in queste nove storie di infanzie, adolescenze e giovinezze, tutta l`abilita` di francesco piccolo di soffermarsi su quei dettagli e sorprese della vita che afferrano pero` il senso della vita: una frase ricorrente della mamma; un saluto sempre uguale; le caramelle di un tempo che erano un colorante unico; la convinzione tutta meridionale che non piove mai e gli ombrelli non servono. con ironia, intelligenza, stupore, e con la consapevolezza che sono spesso le piccole cose a dimostrarsi rivelatrici, piccolo ci conduce per mano, attraverso episodi semplici, spunti presi da una pacata ma evocativa quotidianita`, a scoprire sotto una superficie apparentemente insignificante una profondita` inaspettata. con una nuova postfazione dell`autore.

ci sono cose che non fareste mai. cosi dite: ne` ora ne` mai. sprecare una fruttuosa domenica pomeriggio negli studi di cinecitta` per partecipare a una trasmissione televisiva, per esempio. sgomitare in autogrill durante l`esodo delle vacanze. mettersi in coda per il giro della morte sulle montagne russe e spendere un intero stipendio sotto il giogo di figli ipnotizzati. affrontare il pigia-pigia per l`ultimo cinepanettone, quello che vanno a vedere tutti, quello che incarna l`animo dell`italiano medio e trovarsi li con tanti italiani medi a sorbirsi l`ennesimo girovagare degli equivoci. e poi succede che vi ritrovate dentro le cose che non fareste mai. a tutti, prima o poi, succede. "e il momento in cui ci si chiede se ci si sente un po` stupidi. e la risposta non e`: no. la risposta e`: si. ma questo si e` comprensivo e caloroso, suggerisce un diritto a essere un po` stupidi qualche volta nella vita. e a lasciarsi andare". francesco piccolo ci porta con se` alla scoperta di un paese, il nostro, dove i cliche` stereotipati che etichettano precisi gruppi umani non hanno "diritto di cittadinanza". perche` non puo` esistere un "noi" e un "loro".

mister piccolo e` uno scrittore al quale viene fatta una proposta: girare il mondo insieme ad altri sei colleghi. cosi` comincia per lui un`avventura all`insegna della diversita`: quella di popolazioni lontane, ma soprattutto della sua. si`, perche` mister piccolo, con il bagaglio di occidente che si porta dietro, capisce ben presto che il vero diverso e` lui, segnato dal marchio del privilegio che azzera le distanze geografiche e amplifica le differenze sociali. eppure, a poco a poco, si lascia permeare dall`imprevedibilita` del viaggio, perdendosi nella mesta allegria di sapersi altro da cio` che e`. e scopre che i cinesi vedono gli occidentali tutti allo stesso modo (tanto che lui viene scambiato per nicolas cage), che a hong kong non si e` nessuno se non si possiede un biglietto da visita, e che l`avventura piu` inquietante, in realta`, l`ha vissuta a roma, una notte che non aveva i soldi per rientrare a casa in taxi...

"allegro occidentale" e` la storia di mister piccolo, uno scrittore giornalista al quale hanno proposto di vedere il mondo (o quanto meno una buona parte di questo) insieme ad altri otto colleghi. e mister piccolo comincia questo lungo viaggio a occhi sbarrati scoprendo subito, da quando mette piede per la prima volta nella business class dell`aereo diretto in sri lanka, che il privilegio sara`, per tutto il tempo della sua odissea, l`unico vero luogo che fa la differenza, quello che uniforma tutti i luoghi, che azzera le distanze geografiche e amplifica quelle sociali, che crea paradisi e li distrugge.