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negli anni del suo apprendistato letterario simenon sfornava a un ritmo forsennato romanzi popolari, molti dei quali ambientati in luoghi esotici, a lui del tutto ignoti, con il solo aiuto di un mappamondo e di un`enciclopedia. il mondo che creava era bello, perche, dichiarera in seguito, era "artificiale". un giorno, pero, gli viene voglia di vedere com`e fatto davvero, il mondo. cominciando dall`africa. si imbarca quindi, insieme all`inseparabile tigy, per il cairo, da dove raggiunge assuan; da li sorvolera il sudan, per poi discendere il congo fino a kinshasa, e sulla via del ritorno fare scalo a port-gentil, libreville e conakry. solo dopo essere rientrato in francia ricavera da questo lungo viaggio i reportage qui raccolti - nei quali non solo non indulge all`esotismo, ma soprattutto assume un tono di denuncia che a molti, all`epoca, fara storcere il naso. "l`africa ci manda al diavolo" scrive simenon "e fa bene!". quello che ha visto non gli e piaciuto affatto - anzi, il piu delle volte lo ha profondamente disgustato. certo, alcuni degli aneddoti che racconta, con la verve che gli conosciamo, lo hanno stupito, a momenti anche divertito; e, con quella voracita impudica che e nella sua natura, non ha perso occasione di scattare fotografie (piu di settecento). tuttavia non nasconde in alcun modo, della realta coloniale, il fondo piu torbido e atroce: ne il disprezzo che i bianchi nutrono nei confronti dei neri, ne lo sfruttamento e la violenza di cui questi sono vittime - ne tantomeno il sordido abbrutimento dei coloni stessi, che simenon descrivera, a caldo, in quel formidabile romanzo che e "colpo di luna".

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