"accade che le tre fasi della vita, giovinezza, maturita, vecchiaia, siano in realta due: quella in cui, consapevolmente, ci si allontana dalla matrice, e quella in cui, consapevolmente o inconsapevolmente, vi si ritorna". in una villa nella campagna piemontese che assomiglia a una dacia russa, ed e insieme casa delle illusioni e delle disillusioni, una famiglia si riunisce per rievocare il tempo e le persone che non ci sono piu. soprattutto jean e lisin, che si incontrano e si innamorano nella sanremo degli anni venti. lui, fascinoso e tormentato, rimarra sempre un "emigre" alle prese con i suoi "giorni neri". lei, testarda e saggia, di salde radici valdesi, cerchera per tutta la vita di sciogliere i nodi. ma "fare memoria" non e semplicemente ricordare. e dare vita a chi l`ha perduta, rallegrarsi, affliggersi, chiedere scusa quando e il caso. e cercare di capire, senza giudicare. quando i fratelli zagrebelsky vengono convocati dalle proprie figlie nella casa di famiglia, lo scopo e quello di ripercorrere il tempo perduto, scambiarsi aneddoti, rinsaldare un sentimento comune. i soggiorni al mare col nonno vestito di lino, i viaggi in macchina e la guida non proprio ortodossa, il cono gelato e le mani appiccicose, le notti nel letto con la nonna per vincere la paura del buio. ma per chi si avvicina alla vecchiaia quei ricordi sono dettagli di un quadro piu ampio, che forse oggi e possibile ricostruire facendosi finalmente le domande scansate nella giovinezza. e il terzo fratello, gustavo, l`unico a portare un nome legato al ramo materno della famiglia, ad assumersi la responsabilita di raccontare, partendo non solo da un tempo lontano, ma anche da terre e vicende lontanissime. perche jean e lisin - suo padre e sua madre - hanno alle spalle le storie di due minoranze per molti versi opposte: da un lato gli esuli russi, per i quali l`uguaglianza era stata la rovina, dall`altro i valdesi, per cui l`uguaglianza era stata la conquista. sorpresi dallo scoppio della prima