il mistero avvolge un fatto senza precedenti: verso la mezzanotte di una notte qualsiasi, tutti i palestinesi improvvisamente scompaiono, volatilizzati. non si sa che fine abbiano fatto autisti, braccianti, medici e infermieri, giovani e vecchi. cosa potrebbe accadere agli israeliani se i palestinesi non fossero piu`, allo stesso tempo, il nemico, il capro espiatorio, l`alibi? cosa succede quando, nella propria vita, scompare il nemico?
tutto inizia con un viaggio in lettonia. un aereo, un`attesa, una frase lunghissima che non si interrompe, fatta di immagini e di suoni, di luoghi e di pensieri, di sradicamenti e prese di possesso dell`alieno, questa frase che canta mentre racconta, che vede mentre chiude gli occhi, che ci porta con se e non ci lascia mai soli, mai indietro, mai distratti, che pero ci allevia dal presente e ci invita allo svago del viaggio, dell`incontro inaspettato, in una lettonia che come una sfera riflette sulla sua superficie cromata tutto l`universo.
la scrittura di marta cai e` difficilmente inquadrabile: si puo` solo rimanere spiazzati di fronte alle novita` di stile, di pensiero, di impostazione, di relazione tra la parola e il senso che ne scaturisce. l`inusuale mescolanza di intelligenza e sensorialita`, il rispecchiamento tra andamento sintattico e gestualita` percettiva di questa autrice trasferitasi da poco dall`italia in brasile ci regala questi "brasilampi", testi che ricordano le cosiddette "cronache", brevi componimenti senza genere, epifanie del quotidiano o riflessioni sui massimi sistemi dove tutto e` permesso tranne l`ovvio, solidamente presenti nella letteratura brasiliana ma non cosi` codificati in europa. marta cai (scrittrice "psicogeografica" e "situata") non ci racconta il brasile, non lo costringe in categorie, in descrizioni, in interpretazioni, ma al contrario e con assoluto rispetto se ne fa permeare. raggiunge cosi` uno spazio affascinante, tanto geografico quanto interiore. entra (e noi con lei) in una radura ancestrale: quella della non comprensione, dell`impatto preverbale con l`esistente. registra al suo cospetto, come un sismografo sensibilissimo, le proprie native illuminazioni, come se fossero lallazioni (mentre invece sono vertiginose acrobazie lessicali e sintattiche). cosi` dal brasile lampeggiano lampi inaspettati, allestiti con perizia in una struttura nascosta, ma potente, circolare, onnipresente. non possiamo chiamarli "racconti", sebbene siano popolati di personaggi colti in momenti peculiari; non possiamo chiamarli "capitoli di un romanzo", sebbene l`autrice li componga in un arco narrativo unitario; non possiamo chiamarli "schizzi", sebbene la scrittrice proceda anche qui, come nelle sue opere precedenti ("enti di ragione", suigeneris, 2019 e "centomilioni", einaudi, 2023), con rapidi angoli, inattese divaricazioni, imprevedibili carotaggi nel profondo. possiamo chiamarli "brasilampi", e cosi` faremo.