chiuso nel retrobottega della farmacia che ha da poco acquistato a bellano, il dottor aiace debouche sta facendo i suoi conti e le sue valutazioni. e una sera di febbraio del 1920, ovattata dalla neve copiosa che ha imbiancato le rive del lago e coperto il paese di una coltre immacolata. il risultato delle analisi del dottore appare quanto mai eloquente, ma la causa un po? meno. forse bisognerebbe indagare sulla scarsa varieta dell?alimentazione dei suoi nuovi concittadini, oppure verificare la presenza di una tara genetica che si tramanda di generazione in generazione, sta di fatto che data la fequenza con cui vengono richiesti alcuni tipi di farmaci e evidente che il malessere piu diffuso in paese sia la stitichezza. e lui, uomo di scienza dalle robuste ambizioni, si sente percio investito del compito di trovare un rimedio potente e infallibile. ma per il dottor debouche l?arrivo a bellano non riserva solo peculiarita di tipo sanitario. vi trova una comunita con le proprie gerarchie, i propri riti e una spiccata tendenza al pettegolezzo. e anche la squisita mostarda del droghiere vespro bordonera, che oltre a vendere prelibatezze ha una figlia in eta da marito che e un vero gioiello. vuoi perche virginia e davvero una bellezza, educata in svizzera e con velleita di un matrimonio di livello, vuoi perche il debouche e un ottimo partito e il migliore sulla piazza, l?incontro tra i due sembra gia scritto dal destino. solo che stavolta il farmacista scienziato i conti non li ha fatti con la dovuta accuratezza, soprattutto con se stesso, e con certi problemi che si trascina fin dalla giovinezza.
nel giugno del 1947 malaparte torna a parigi dopo quattordici anni: non di assenza ma "d`esilio", precisa, come se la francia fosse per lui una seconda patria. una patria anzitutto letteraria: non a caso lo scrittore moderno che sente piu vicino e chateaubriand, di cui condivide i gusti, l`indole, i sentimenti, le inclinazioni - e la profonda malinconia: "e in virtu di chateaubriand che, talvolta, mi sento francese". non si tratta pero solo di inclinazioni letterarie: "ogni volta che attraverso la frontiera francese," confessa "respiro meglio, dormo, mi sento tranquillo, e sicuro". e un`intera civilta ad attirarlo irresistibilmente: la modernita "raffinatissima e intransigente" dell`eta di luigi xv, fiduciosa nell`"uomo perfetto"; la follia "fredda, chiara" di cocteau e giraudoux, che correggono con l`immaginazione quanto di troppo cartesiano c`e nello spirito francese; il colore del cielo di parigi, degli alberi e dell`acqua della senna, che madame schiaparelli sa catturare nelle sue stoffe. ma il giornale di malaparte e un racconto attorno a un "io" destinato al naufragio, in un`epoca che non gli appartiene piu. i salons dove intreccia conversazioni con scrittori, gente di teatro, artisti e diplomatici sono ormai solo un riverbero del passato. i quattordici anni trascorsi hanno scavato un solco: nello sguardo di mauriac, malaparte coglie ora un oscuro rimprovero, e in quello di camus incomprensione se non odio. e lo scotto che deve pagare in quanto italiano, e sospetto di collaborazionismo. intorno a lui ormai serpeggia la convinzione "che soltanto i francesi abbiano lottato per la liberta": il sogno di una patria ideale non ha retto all`impatto della storia, e ha lasciato posto alla lacerante solitudine di chi si scopre straniero in due patrie.