sara e` un`antropologa e la passione scientifica l`ha spesso tenuta lontano dalla famiglia. franco, che pure l`ha molto amata, ha infine scelto una donna piu` stabile, piu` confortevole. i figli hanno conquistato a poco a poco una sufficiente autonomia: matilde e` docile, apprensiva, presentissima al mondo, vorrebbe prendersi cura di tutti e specialmente di sara; alex fa l`antropologo come la madre, ma in canada, con lei oscilla tra aggressivita` e indifferenza. un giorno pero` sara se ne va, sparisce. lascia una lettera, nient`altro. franco, in attesa della spiegazione che gli e` stata annunciata, ripercorre le tappe di un matrimonio che non e` mai finito. alex e matilde, lontani, si parlano e riannodano i legami dell`infanzia, ricordano il dolore della separazione. sara intanto vive in un tempo diverso dal loro. sembra guardarli dall`alto di un passato che e` il suo, ma e` anche il passato di tutti. lontana eppure vicina come mai prima, la sua fuga si colma progressivamente di senso e di umana magia. cristina comencini scrive la storia di una donna che vuole guardare nel mistero dell`esistere, nei segni che i destini generali lasciano nel cerchio delle famiglie, dentro le rovine che anticipano in realta` una storia nuova.
ruth e lucille non hanno mai visto fingerbone, la cittadina del midwest che ha dato i natali alla loro mamma helen, ne` le acque fonde e cupe del lago intorno a cui sorge. ma quel lago, che in passato e` stato teatro di un tragico e spettacolare disastro ferroviario, divenendo luogo di eterno riposo per molti abitanti della zona, pretende un grande tributo dalle loro giovani vite. lo esige il giorno in cui helen decide di riconsegnare le bambine alle loro origini e, dopo aver affrontato il lungo viaggio da seattle, le deposita sul portico della casa avita con un pacco di biscotti da sgranocchiare per ingannare l`attesa; quindi, senza una parola di commiato ne` una riga di spiegazioni, risale in macchina e va a gettarsi nel lago. la cura delle due orfane e dei loro cuori attoniti passa da quel momento nelle mani di parenti sconosciuti, mani ora tenere ed efficienti, ora timide e inette, fino alle lunghe mani ossute della sorella minore di helen, sylvie, mani nude e perennemente screpolate, mani che sanno carezzare ma non trattenere. sylvie porta scarpette leggere in pieno inverno e una banconota da venti dollari spillata sotto il bavero del cappotto. ama la luce e la natura, fa lunghe passeggiate senza orari, prepara pasti frugali e non particolarmente nutrienti. dei cani ha la paura tipica dei vagabondi. ruth e lucille, cosi` esperte di perdite e abbandoni, sanno di non poter fare affidamento sul suo restare: . la stessa casa di famiglia, il nucleo originario cui sylvie ha accettato di tornare per amore delle nipoti, con la sua gestione va rapidamente in rovina: una moltitudine di gatti e sporcizia, infiniti giornali e lattine vuote, un accumulo erroneamente scambiato per l`essenza di ogni cura domestica. di fronte al modello aereo e sradicato della zia, le due sorelle, fino a quel momento una sola