il libro interviene nel dibattito in corso sul federalismo su un tema ben preciso e di grande rilevanza: adottando una forma federale per il servizio sanitario si tratta di aggiornare l`idea di diritto alla salute e di innovare profondamente la teoria di fondo che ha ispirato trent`anni di legislazione sanitaria, della quale per altro l`autore non nega gli aspetti positivi e i buoni risultati. ma di fronte al cambiamento e` necessaria una riforma formale negli ordinamenti e sostanziale nei contenuti.
il testo suggerisce come si possa passare dal malessere ad un benessere psicofisico tramite l`alimentazione naturale. secondo i dati dell`organizzazione mondiale della sanita`, ogni anno in tutto il mondo piu` di 10 milioni di persone si sono ammalate di cancro: 3 o 4 milioni avrebbero potuto evitare la malattia se negli anni precedenti avessero mangiato in modo diverso. da quasi trent`anni l`oncologia mondiale studia con impegno il rapporto tra cibo e cancro, attribuendo ad una "buona dieta" la possibilita` di evitare complessivamente il 30-40% di tutti i tumori. la nostra alimentazione, sempre piu` ricca di calorie, di zuccheri e di proteine, ma in realta` povera di alimenti naturalmente completi, ha contribuito allo sviluppo delle malattie "da civilta`": l`obesita`, il diabete, l`ipertensione, l`arteriosclerosi, l`infarto cardiaco, l`osteoporosi, la stitichezza, l`ipertrofia prostatica e molti tipi di tumori, tra cui quello dell`intestino, della mammella e della prostata. i risultati di questi studi, che si riassumono e concretizzano in poche e semplici raccomandazioni preventive, mostrano come sarebbe possibile una varieta` di dieta sufficiente a soddisfare appieno sia le nostre esigenze fisiologiche e nutrizionali, sia a soddisfare il piacere della buona tavola, senza sovraccaricarci di prodotti animali e di cibi impoveriti dai trattamenti industriali, che solo il plagio della pubblicita` televisiva riesce a farci sembrare buoni.
il volume, finalmente fruibile in traduzione italiana con un ampio testo critico, e curato da francesca schepis, architetto e docente di composizione architettonica e urbana nell?universita di reggio calabria. e abitudine, tra gli alpinisti, utilizzare il verbo fare al posto di salire. ho fatto il monte rosa, ho fatto la cima, ho fatto dieci quattromila. nel caso di viollet-le-duc, architetto e restauratore francese ottocentesco, e della sua opera ii massiccio del monte bianco, il verbo fare assume un significato ancora piu pregnante. grande appassionato di montagna, non si limito a scalare piu volte il monte bianco ma nel corso di ben dodici anni lo disegno in oltre seicento tavole, cercando al tempo stesso di capire le strutture morfologiche e gelologiche che costituiscono la montagna piu alta d?europa. il risultato e un?opera del tutto originale e unica nel suo genere, in cui l?autore guarda alla montagna come a "un grande edificio, le cui parti hanno tutte una ragione di esistere". un edificio da restaurare, da riportare alla sua integrita e per il quale trovare una nuova forma di tutela. nonostante l?obiettivo dell?autore fosse quello di instillare nel maggior numero di persone il desiderio ardente di studiare la natura... i cui insegnamenti sono sempre i piu sani e i piu proficui per la mente", il libro e rimasto per molto tempo appannaggio di un pubblico ristretto. oggi, rileggendo le considerazioni di viollet-le-duc anche alla luce dell?emergenza ecologica, l?attualita di questo autore e particolarmente evidente. il libro e corredato da 112 disegni originali e 20 tavole a colori.