
una delle idee preferite di burckhardt, profondamente radicata in lui, e` che rubens abbia unito l`arte del nord con quella del sud. il primitivo entusiasmo per l`arte nordica, la successiva adorazione per l`italia, infine la meditata ammirazione per l`arte olandese, tutto confluisce nella figura di rubens. l`autore non si stanca di sottolineare il rapporto di continuita` tra il fiammingo e i predecessori italiani, non soltanto in occasione del soggiorno in italia durato dal 1600 al 1608, ma per tutta la sua vita, fino al culmine della sua ascesa artistica.

"gia` da parecchio tempo vedevo chiaramente che un`analisi iconologica particolare degli affreschi di palazzo schifanoja avrebbe dovuto rivelare la duplice tradizione medioevale del mondo figurativo delle divinita` antiche. qui possiamo, seguendo le fonti, chiarire fino nei particolari tanto l`influenza della sistematica dottrina delle divinita` olimpiche, come la tramandavano i dotti mitografi medioevali dell`europa occidentale, quanto anche l`influenza della mitologia astrale, come essa si conservava imperturbata nei testi e nelle immagini della pratica astrologica. la serie degli affreschi murali di palazzo schifanoja a ferrara rappresentava le immagini dei dodici mesi. il simbolismo complesso e fantastico di queste figure ha resistito finora a ogni tentativo di elucidazione; dimostrero`, estendendo il campo di osservazione a oriente, che esse sono elementi sopravvissuti di una concezione astrale del mondo delle divinita` greche. sono di fatto null`altro che simboli delle stelle fisse i quali, errando per secoli dalla grecia attraverso l`asia minore, l`egitto, la mesopotamia, l`arabia e la spagna, certo hanno perduto in pieno la chiarezza dei loro contorni greci". il saggio e` corredato dalle riproduzioni dell`intero ciclo degli affreschi del salone di rappresentanza di palazzo schifanoja.

nei primi anni del novecento soltanto un pittore inglese molto originale poteva innamorarsi di un castello imponente circondato da una natura selvaggia e mozzafiato. l`edificio in questione, la fortezza della brunella nei pressi di aulla, era stato costruito in epoca medioevale e divenne per molti l`adorata residenza della famiglia di kinta beevor. mentre lei e i suoi fratelli correvano per le campagne, i genitori ricevevano ospiti illustri come d.h. lawrence e aldous huxley.



"l`inverno nucleare" e` una raccolta di interviste, articoli e saggi scritti dal 1982 al 1985 sulla questione nucleare. l`approccio di moravia e` di carattere metafisico, e con le interviste a diverse personalita`, moravia non fa `del giornalismo sulla bomba atomica`, ma lotta con i propri mezzi contro questa minaccia.



il volume presenta un sintetico ritratto del regno di filippo ii (1527-1598), individuando gli ambiti essenziali nei quali l`azione di questo imperatore si esercito`. dopo aver passato in rassegna le condizioni dei diversi possedimenti, dai regni spagnoli all`italia, dalla francia-contea alle fiandre, e le strutture amministrative e di governo di questo impero enorme, il volume si concentra sul problema delle finanze e dell`economia, sulla religione cattolica di cui filippo fu difensore fanatico, da ultimo sulla politica estera e sulle rivolte interne che egli si trovo` a fronteggiare.



per una serie di eventi tragicomici, faustino bertoldi, un argentino spiantato e senza radici, approda a bongwutsi, un paese africano piccolo e insignificante. in contrasto permanente con l`ambasciatore inglese, il protagonista di questo fantasmagorico romanzo usurpa il titolo di console del proprio paese e si trova coinvolto in avventure di ogni genere: terrorismi internazionali, movimenti di liberazione di popoli oppressi, duelli e storie d`amore, in una confusione dove puo` persino accadere che le scimmie indossino la divisa...




e` l`opera in cui boccaccio ricalca piu` da vicino le orme del gran viaggio dantesco. al poeta, errante in un vasto deserto, appare "una donna gentil, piacente e bella" che gli offre di fargli da guida. i due giungono ad un altipiano, ai piedi di un nobile castello. due sono le vie d`ingresso: una ampia e facile, l`altra stretta e scoscesa. inizia da qui l`itinerario del poeta fra le insidie della tentazione e il richiamo delle virtu`.








i cosacchi nel sec xv hanno dato vita alle orde guerriere degli zaporoghi. capo di una di queste e taras bul`ba che, per vendicarsi dell`oppressore polacco, guida l`assedio alla citta` di dubno con i due figli ostap e andrea. taras uccide il figlio andrea, passato per amore al campo avversario. ostap e` invece catturato dai nemici, portato a varsavia e orribilmente torturato, mentre il padre, non visto, assiste. per vendicarsi taras solleva tutti i cosacchi e giunge fino a cracovia, compiendo terribili stragi. qui viene fermato dal generale potocki e condannato al rogo.


"in paradiso si va per grazia ricevuta. se fosse una questione di merito, tu resteresti fuori e il tuo cane entrerebbe al posto tuo" (mark twain). a sentirli abbaiare durante un temporale, o a vederli che mordono l`aria per acchiappare una mosca al volo, non penseremmo mai che anche loro, i cani, abbiano tante storie da raccontarci. e invece e` proprio cosi`. se alcuni sembrano avere addirittura il coraggio di rubare la penna ai piu` grandi scrittori di ogni tempo, per aprirci gli occhi su un mondo fatto di visioni ad altezza di ginocchio, altri sono semplici protagonisti, eroicamente fedeli al padrone, cosi` ingenui da lasciarsi comprare con una carezza o teneri e simpatici come solo alcune canaglie sanno essere. ma sono tutti, sempre e comunque, a loro modo irresistibili.





































nel febbraio del 1969, a cambridge, su una panchina davanti al fiume charles, borges incontra un uomo che ha la sua stessa voce e gli e` piu` intimo di un figlio nato dalla sua carne. l`uomo e` borges ventenne, a ginevra, seduto su una panchina davanti al fiume rodano. comincia cosi`, con un vertiginoso ritorno al

un viaggio all`interno delle relazioni familiari, tra i miti del passato e le inquietudini sul futuro. negli ultimi cinquant`anni la famiglia e` stata sottoposta a radicali spinte trasformative. verso dove e verso quali obiettivi la famiglia si sta evolvendo? questo libro intende svelare i giochi noti e meno noti, i messaggi complessi e contraddittori che costituiscono la trama vitale della famiglia. ma vuole anche partire dal passato per capire il futuro, reso sempre piu` incomprensibile dai falsi miti e dai falsi profeti.


"flaneur" come baudelaire per le vie di parigi, illuminista paradossale e lieve, flaiano passeggia per roma, e la guarda corrompersi stupidamente: luoghi comuni, accademismi, velleita`, mode e vezzi di una cultura che, sul finire degli anni sessanta, si parla e sparla addosso sono l`oggetto e il bersaglio di questo libro postumo. miscellanea di racconti, aneddoti, ricordi, graffianti definizioni e struggenti o disilluse passioni.

sembra che in ogni opera di emanuele trevi ci sia la consapevolezza del confine. l`idea di un`altra terra dove sia possibile non soltanto ignorare i generi ma forgiarli a proprio modo, fonderli, renderli un`altra cosa, senza mai tradirli: tenendo assieme una scrittura narrativa, un resoconto autobiografico, l`idea del romanzo, il diario, il ragionamento filosofico, senza che nulla venga sacrificato. sembra che in trevi il racconto privato finisca per riguardare tutti noi come lo avessimo sempre saputo, che - per esempio - rocco e pia di due vite erano nelle nostre vite, anche se non ne avevamo mai sentito parlare prima. accade anche con l`asia de "l`onda del porto": la storia di un viaggio, intrapreso d`istinto l`anno dopo la catastrofe dello tsunami del 2004. un uomo parte per vedere quel che resta di un disastro. ma senza neppure rendersene conto alla prima tappa rinuncia e si ferma. quel luogo, che doveva essere soltanto una linea di passaggio, la prima di tante, il preludio a una storia da raccontare su una delle catastrofi piu` grandi degli ultimi vent`anni, diventa altro. cosa d`altro? e un restare, un essere trattenuti da qualcosa che non prendendo alcuna forma nitida assume sempre piu` importanza. "l`onda del porto", uscito per la prima volta nel 2005, e` un viaggio nel viaggio. e l`india, il rapporto con i bambini, la concretezza di quel mondo, la sua semplicita`, e al tempo stesso e` gia` la consapevolezza che per emanuele trevi scrivere e raccontare sono una magia misteriosa, elegantissima, beffarda e sfuggente, una sfida alla verita` delle cose. ci invita ad approdare su una terra mentendoci, promettendo di andare altrove, fingendo che sia soltanto una stazione di posta. e invece ci ritroviamo in un universo che contiene come sempre l`autentica consistenza del mondo letterario e poetico, ma anche personale e umano, di emanuele trevi. e ogni volta finisce per stupirci, attraverso una voce che non ha eguali nella letteratura italiana di questi ultimi vent`

america

"appuntamento", "una storia d`amore", "due sposi molto giovani", "il figlio", "le due sorelle", "la moglie brutta", "lettere d`amore", "peccati", e molti altri: il libro raccoglie i racconti giovanili non compresi nello "scialle andaluso", una scelta di storie e novelle disperse in giornali e riviste, e un gruppo di "aneddoti infantili" che la stessa morante progettava di pubblicare. un caleidoscopio di storie, un prezioso laboratorio per i grandi romanzi futuri in cui gia` fanno la loro comparsa, intrecciandosi, fulminee istantanee di vita, racconti di metamorfosi e di demenze, allegri ricordi giovanili. completa questa nuova edizione il racconto ritrovato tra le carte della scrittrice, "in peccato mortale": l`atmosfera e il paesaggio nei quali si muove antonina, la protagonista, ricordano quelli della ciociara di alberto moravia.

gadda e montale sono stati certamente due dei maggiori scrittori e poeti del novecento italiano. ma quale fu il loro atteggiamento nei confronti del fascismo? come attraversarono il ventennio? quali compromessi furono costretti ad accettare? da un lato, gadda aveva coraggiosamente combattuto su tutti i fronti della grande guerra, spinto da una forte passione nazionalpatriottica, e si era riconosciuto nel movimento fascista, provvidenziale difesa ai rischi della rivoluzione bolscevica. dall`altro, montale segui` un percorso meno lineare, dapprima condividendo i miti del combattentismo e le lusinghe del fascismo, ma allontanandosene gia` nel 1923, come testimoniano alcuni scambi epistolari. con l`addentrarsi negli anni venti entrambi vennero esprimendo un orientamento convergente, oscillante tra una sostanziale indifferenza per il fascismo e l`antifascismo. ma gli anni trenta, con la guerra d`etiopia e il terribile biennio 1938-1939, li posero di fronte a scoscesi aut aut che portarono entrambi ai duri giudizi sul regime e gli italiani. da qui le parole di fuoco di gadda e di montale contro un regime guidato da un `eredo-alcoolico` e una societa` nella quale `piu` nessuno e` incolpevole`. un libro che affascinera` il lettore per le sorprendenti scoperte, frutto di un lungo lavoro d`archivio e dello studio di una imponente bibliografia.


nel mondo contemporaneo i nomi di tristano e isotta devono sicuramente parte della loro fama all`opera musicale di wagner, ma la loro vicenda affonda in una sorta di "trama narrativa" che ha preso forma in piu` opere letterarie di epoca medievale. quella di thomas - databile intorno al 1170 - e` chiamata "versione cortese", perche` alle sofferenze degli amanti e` dato un significato, un carattere, che discende appunto dalle concezioni dell`"amor cortese". questo mito dell`amore fatale e` sopravvissuto al mondo medievale grazie anche alle molte rivisitazioni romantiche e non ha ancora cessato di avvincere e affascinare.
sei storie esemplari di donne del medioevo e del loro rapporto con la maternita`. c`e` l`esperienza di dhuoda (vissuta nel ix secolo), il cui figlio guglielmo fu consegnato come ostaggio a carlo il calvo; c`e` - due secoli dopo - la vicenda di matilde di canossa, donna potentissima ma delusa nelle sue aspettative di maternita`. c`e` l`esempio di caterina da siena, che pur non avendo figli agisce e scrive da `grande madre` italiana. c`e` christine de pizan, impegnata nell`ultimo scorcio di medioevo a destreggiarsi tra i figli e la carriera. ancora, c`e` margherita datini, che cresce come fosse sua figlia una bambina che il marito ha avuto da una schiava; c`e` infine alessandra macinghi strozzi, vedova di un esule, che fa da madre e padre ai suoi 5 figli. pagina dopo pagina, si rovescia cio` che crediamo di sapere sulle donne del passato: scopriamo figure di madri oltre la retorica che le relega a un ruolo angusto, incontriamo autentiche madri anche oltre l`effettiva esperienza biologica, osserviamo donne in azione oltre la sfera domestica, protagoniste oltre i limiti imposti dal tempo in cui vissero al loro genere. insomma, madri e donne che vanno ben al di la` delle nostre (spesso ristrette) concezioni del medioevo.

una nuova luminosa edizione per uno dei testi classici del novecento che hanno rivoluzionato il modo di concepire l`arte e il campo piu` esteso e vivo dell`estetica quotidiana. quando nel 1968 gillo dorfles pubblica un volume dedicato al fenomeno del kitsch, la parola stessa, attinta dalla lingua tedesca, era ignota fuori dell`area germanofona. ma se la parola era poco diffusa, i prodotti e i comportamenti che si caratterizzavano per il loro (piu` o meno deliberato) cattivo gusto sciamavano dappertutto, sconfinando l`ambito artistico per insinuarsi in ogni aspetto della vita contemporanea, dal design alla comunicazione, dalla moda all`arredamento, dallo sport allo spettacolo. secondo dorfles il kitsch non e` pero` un concetto atemporale, legato com`e` all`idea di riproducibilita` tecnica che si e` venuta affermando con la seconda rivoluzione industriale. prima non sono mancate situazioni in cui il processo di creazione artigianale raggiungeva un certo grado di serialita`, ma senza dubbio la moltiplicazione e la diffusione tipiche delle tecnologie moderne hanno impresso al fenomeno una vitalita` inarrestabile, e subdolamente maliziosa. e questa infatti l`essenza del kitsch, esclusi certi suoi usi in chiave umoristica: gratificare l`utente con un senso di artisticita` facile, superficiale, e in definitiva artefatta, per manipolare la sua coscienza a uso delle varie propagande (politica, religiosa, consumistica). pur acutamente critica, l`analisi di dorfles resta sempre curiosa, eclettica e rispettosa degli altri, attenta a non inciampare nel moralismo e nel distinguere, all`interno di un fenomeno cosi` vasto e ormai "naturale", le sue varie sfumature e componenti. il kitsch. antologia del cattivo gusto rappresenta percio` una pietra miliare della riflessione estetica contemporanea, proprio perche` oggi dominata dal suo apparente contrario, il buon gusto imposto dal postmoderno che fa della contraffazione stessa un`arte.

l`avventurosa ricostruzione della biografia intellettuale e soprattutto umana di due giganti del pensiero: ibn sina, noto come avicenna, e biruni. due personalita` poliedriche che hanno segnato le vicende culturali, politiche e non solo di un`era troppo poco ricordata: l`illuminismo perduto del mondo arabo. questa storia inizia agli albori dell`anno mille, in una regione dell`asia centrale oggi sul confine fra il turkmenistan e l`uzbekistan. ed e` la storia di biruni e avicenna, i due piu` luminosi e geniali protagonisti di una stagione intellettuale straordinariamente feconda e affascinante, sempre troppo poco indagata, se non da una ristretta cerchia di esperti. una stagione la cui eredita` ha segnato il dibattito filosofico e scientifico dei secoli successivi fino ai tempi presenti. biruni, per lungo tempo chiamato il da vinci dell`xi secolo, fu un pioniere degli studi trigonometrici, matematici e astronomici, e arrivo` a formulare ipotesi che avrebbero in qualche modo influenzato galileo, newton e persino einstein e la sua concezione della relativita`. avicenna si districo` fra le scienze naturali e quelle filosofiche, riconfiguro` la teoria della conoscenza aristotelica, concependo un posto per il divino al suo interno, ed e` ancora adesso considerato da molti il padre della medicina moderna. starr riporta alla luce, con una scrittura vivida e avvincente, a beneficio di un pubblico piu` ampio, le vite dei padri di quello che e` stato in seguito definito il "rinascimento islamico", e lo fa raccontandoli prima di tutto come esseri umani, immersi nella carne e nel sangue del proprio tempo.

da collocarsi con ogni probabilita` tra le opere tarde dell`autore, il testo sulla provvidenza, costituito di soli sei capitoli, fu forse lasciato incompiuto. il libro e` dedicato a un tema di riflessione tra i piu` antichi e profondi del pensiero umano, il motivo cioe` per cui, pur esistendo una provvidenza divina, agli uomini toccano infelicita` e sciagure. l`argomentazione di seneca, di stretta ortodossia stoica, distingue tra sofferenze fisiche e psichiche, che rappresentano solo inconvenienti o avversita`, e male morale, che e` per definizione estraneo all`uomo retto. dunque all`uomo e` data la facolta` di sopportare le circostanze negative, provando la capacita` del saggio di innalzarsi fino alla divinita`.