il gioco e` questo: si chiede ad alcuni grandi scrittori del nostro tempo di scegliere un personaggio storico o mitologico o letterario o immaginario pensandoci bene. perche` deve trattarsi non di un personaggio qualsiasi, ma del loro personaggio: rovistando nel tempo lungo della storia possono trovare un amore lontano, un maestro, un doppio, un nemico: in ogni caso uno a cui hanno delle domande da fare. e anche inventarsi le risposte diventa una forma d`interrogazione o di rispecchiamento, se ci si lascia guidare da un`ossessione, da una simmetria, dall`ironia o dalla complicita`. cosi` baricco e victoria cabello scelgono rossini, camilleri venerdi` di robinson crusoe, vinicio capossela bach, carofiglio tex willer, emma dante polifemo, lucarelli edgar allan poe, odifreddi galileo galilei, scurati garibaldi, walter siti ercole, pincio kurt cobain, gianmaria testa fred buscagline. un gioco nuovo che si misura con la tradizione: erano i primi anni settanta quando la rai rivolse lo stesso singolare invito ad alcuni dei maggiori scrittori e intellettuali italiani, tra cui italo calvino, umberto eco, leonardo sciascia, giorgio manganelli, vittorio sermonti, edoardo sanguinetti.
ancora nel 1972 angelo maria ripellino stimava necessario farsi largo tra che , confinandolo alla sola dimensione politica. con un ritardo di mezzo secolo, ora che il culto forzoso del poeta capace di incarnare l`utopia divenuta realta` e` definitivamente alle spalle, quell`invito a rileggere majakovskij! puo` essere raccolto tentando una scelta di alcuni dei momenti che meglio incarnino questa sua fisionomia piu` privata e universale al tempo stesso. con una dose inevitabile di arbitrarieta`, procedendo per esclusioni obbligate e motivate inclusioni, e avendo a che fare con un tema rintracciabile in ogni piega della sua poesia, un tema di cui la sua anima trabocca. il profilo amoroso del poeta delle masse e` estrapolato qui attraverso una cernita che abbraccia momenti molto distanti tra loro, che vanno dal majakovskij futurista agli ultimi abbozzi intimisti, mettendo insieme le rime livide di un rancore insanabile e i toni del piu` delicato sentire, dove il cuore e` a nudo, a perpendicolo sul mondo. e trascegliendo dalla tetralogia dei poemi d`amore - quattro pezzi da leggersi a coppie, frutto di due flussi creativi separati l`uno dall`altro da un settennio - due opere che restituiscono stagioni creative diverse, riflesso di profondi cambiamenti sul piano personale come su quello storico: il flauto di vertebre, che germina dalla nuvola in calzoni, , e amo (necessaria premessa a su questo), in cui sono scolpiti i capisaldi autobiografici da offrire al suo giovane pubblico sovietico. (dall`introduzione di paola ferretti)
richard tull e gwyn barry sono amici. hanno quarant`anni e, dopo gli studi insieme a oxford, sono diventati entrambi scrittori. gwyn e` uno scrittore di successo. richard un fallito. eppure era partito meglio dell`amico, aveva pubblicato un libro apprezzato dai critici ed era considerato una promessa. adesso campa di recensioni, costretto a sorbirsi monumentali biografie di poeti minori. richard odia gwyn, vive di invidia per il suo successo. non solo cerca vendetta, ma vuole elevare quella vendetta a forma d`arte. per farlo, non esita a cercare l`aiuto di gente qualificata incaricandola di agire su molti fronti, tra cui l`aggressione personale. sebbene , richard tull e` pero` forse un uomo troppo sensibile, incapace di resistere al peso dell`informazione, di quella massa di notizie che rende tutti spettatori irrequieti e invidiosi dei successi e dei fallimenti altrui.
