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e stato uno dei piu` grandi fisici sperimentali del novecento "un uomo impulsivo ma gentile - lo ha definito cesare lattes - di grande morale e con coraggio fisico. un amico leale, prezioso, un`anima comprensiva. un instancabile romantico ma con i piedi per terra". a cento anni dalla sua nascita, questo libro e` la sua prima biografia. e come tale e` solo l`inizio di un omaggio che il futuro vorra` garantirgli. aveva l`abilita` di chi sa fare "un buco tondo con una lima quadra" e l`intuito di chi intrattiene con la natura un sano rapporto. circuiti, lastre fotografiche con speciali emulsioni, camere a nebbia: gli attrezzi di laboratorio; i raggi cosmici, il tema di ricerca. partecipo` a due importanti scoperte: la coppia positrone-elettrone, dimostrando la trasformazione della materia in radiazione; e il pione, svelando i misteri delle forze nucleari. eppure venne escluso quando entrambe furono premiate con il nobel. scritta ascoltando le testimonianze degli amici, dei colleghi e dei famigliari; consultando i documenti messi a disposizione dell`archivio occhialini-dilworth; e dando uno sguardo ai personaggi e alle scoperte che s`intrecciarono con la sua storia. storia avventurosa e intensa di un uomo che amo` se stesso e la vita, che credette nella liberta` e che visse con il timore che il tempo avrebbe rubato tutto.

marina cvetaeva conobbe l`attrice sof`ja (sonecka) gollidej - il suo - alle soglie del 1919, il degli anni postrivoluzionari, quando in una mosca misera e affamata : gli attori allievi del secondo studio presso il teatro d`arte. ventidue anni - ma con l`aspetto di una ragazza-bambina -, elfo, mignon, infanta, sonecka, che aveva allora grande successo nelle di dostoevskij, era capricciosa, sentimentale, indisciplinata, instancabile raccontatrice di sciocchezze, sogni, deliziose storielle, con un debole per le , i diminutivi, le romanze strappalacrime da cui sembrava lei stessa uscita - l`opposto dell`indole di marina. fra le due donne nacque una , destinata a concludersi quando, dopo neppure un anno, sonecka abbandono` mosca per seguire il suo . scritto nel 1937, quando ormai tutto annunciava la catastrofe finale (la cvetaeva era stata definitivamente proscritta dalla colonia parigina e il marito, smascherato come agente sovietico, sarebbe fuggito di li` a poco nella russia comunista, dove aveva gia` fatto ritorno la figlia alja, dalla quale era arrivata la notizia della morte di sonecka), all`ombra della perdita e del dolore, il racconto-epitaffio e` smagliante, luminoso, sembra irradiare vitalita` e tepore. prodigi di una ancora viva affezione, ma anche di una scrittura - sempre sottesa dal pensiero poetico - che coniuga arditamente il sublime con la lingua della vita quotidiana, della strada.

in una notte di tempesta un neonato, eugenio, viene abbandonato dai propri genitori sugli scalini del carrozzone piu` bello di un circo. la coppia e` disperata: non ha di che vivere e spera che la gente del tendone sia davvero generosa come si dice. eugenio viene adottato dagli illusionisti e crescendo diventa un bravissimo clown. ma un giorno comincia a perdere l`allegria e la voglia di trasmetterla. finche` madame cobra, la veggente, svela la verita`: "eugenio, il pubblico ti vuole bene, ti adora, ma tu non hai nessuno a cui voler bene..." e gli predice una sorpresa. eugenio torna nella sua roulotte e sui gradini trova un bambino... la storia si ripete. eta` di lettura: da 5 anni.

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