


dalla a di adorno alla v di vittorini, guido davico bonino rievoca gli incontri avuti con alcuni tra i maggiori scrittori e pensatori del nostro tempo. in un ventennio di lavoro per einaudi, dal 1961 al 1978, egli ha avuto modo di incontrarli: a volte ne e` diventato amico e consigliere, a volte ha avuto un contatto fugace, che tuttavia ha portato alla luce un tratto significativo del loro carattere, una piega nascosta della loro personalita`.


si chiamavano clara, nadia, magda, felismina, jang qing, elena, caterina, mira... sono state spose, amanti, muse, ammiratrici... si sono innamorate di un uomo crudele, violento e tirannico, l`hanno convinto che era bello, affascinante, onnipotente. a volte l`hanno dominato, a volte sono state tradite e ingannate. alcune di loro sono state quasi piu` feroci del loro uomo. spesso l`hanno seguito fino alla morte. hanno tutte contribuito a plasmare le personalita` piu` potenti e terribili del xx secolo. del resto, uno degli ingredienti fondamentali del successo politico dei grandi dittatori e` proprio il fascino esercitato sulle donne, che li inondavano di lettere d`amore. come aveva capito adolf hitler, "l`importante e` conquistare le donne, il resto arriva dopo". diane ducret ricostruisce gli incontri, le strategie seduttive, gli amori, il peso politico, il destino delle donne che hanno intrecciato le loro vite con quelle di mussolini, lenin, stalin, salazar, bokassa, mao, ceausescu, hitler, fino a entrare nel loro letto. "le donne dei dittatori" esplora cosi` i meccanismi piu` profondi e segreti del rapporto che lega sesso e potere. e, raccontandoci la storia da un`angolatura inedita, ci aiuta a capire l`attualita`.


il cinismo dell`industria musicale non l`ha inventato willy deville, ma lui ha pagato sulla sua pelle l`indifferenza e l`ignoranza di un sistema che non tollerava il suo anticonformismo negando il suo talento solo perche` le sue cattive abitudini mettevanoa disagio un`iaea di morale convenzionalmente dominante. willy deville inadeguato lo e` stato fin da quando, in anni a cavallo tra il punk e il grunge, si ergeva nel buio della notte newyorchese a cantare di amore ed emozione evocando i grandi soulmen degli anni cinquanta e sessanta. controcorrente, sia nella musica sia nella vita, fino alla sua prematura scomparsa nel 2009 all`eta` di 59 anni. difficile afferrarlo con quel viso spigoloso, quei modi da giocatore d`azzardo, quello sguardo malizioso e penetrante, quella battuta sferzante. c`era qualcosa in willy deville che il rock`n`roll non ha piu`, un senso di romanticismo, di storia, di fascino. sapeva cogliere con semplici versi il sorriso di una venere della strada, le pulsioni della gente del ghetto, la pericolosita` di uno stiletto che brilla nella notte, una torbida storia di droga, l`amore di chi si pavoneggia per qualche traccia di rossetto esibita sul collo. "love and emotion" racconta la sua ballata con taglio romanzato, facendo parlare direttamente i personaggi e tracciando il primo dettagliato percorso storico e biografico esistente al mondo della sua avventura artistica.


vivevano la religione come scoperta ed esperienza estrema. eremiti erranti oppure domiciliati in una grotta. stiliti che abitavano in cima a una colonna, trasformando la loro rinuncia in spettacolo. asceti che si ritiravano nei deserti meno ospitali, popolati di fantasmi e belve feroci. hans conrad zander studia e propone al lettore un ritratto dei padri del deserto, protagonisti dei primi secoli del cristianesimo.

in un presente dominato da terribili conflitti, disastri ambientali e inquietudini diffuse, guardare al futuro con ottimismo sembra un`impresa sempre piu` ardua: ripiegandosi su se stesso, l`uomo sta a poco a poco perdendo la speranza in un domani migliore. viene dunque da chiedersi: "che cosa posso sapere? che cosa devo fare? che cosa mi e` lecito sperare?". cercando di rispondere a queste tre fondamentali domande, formulate per la prima volta dal filosofo immanuel kant, vito mancuso ci guida alla ricerca del significato piu` profondo e autentico della nostra vita. togliendo alla ragione ogni pretesa di possedere un sapere su dio e sull`avvenire, "destinazione speranza" rifonda il senso della nostra esistenza su un presupposto inedito e dirompente: la liberta` di obbedire. se saremo in grado di essere noi stessi in relazione con gli altri, di resistere all`egoismo favorendo la solidarieta`, di ridare valore alla dimensione morale al fine di agire con responsabilita`, allora non tutto sara` perduto: solo cosi`, infatti, potremo definirci donne e uomini davvero liberi e guardare con speranza, ragionevole e fondata, al futuro che ci attende.