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mai come in questo periodo la medicina ha subito la sua potenza tecnologica, e mai come ora ha mostrato una crisi profonda di credibilita` da parte dei pazienti. che cosa e` accaduto del rapporto tra il medico e il paziente? che cosa rende l`incontro medico il luogo di un dialogo frammentario e frustrante? perche` la medicina non risponde alle domande piu` concrete che i pazienti pongono? il medico pretende di imporre la sua razionalita` e di catalogare le credenze della medicina popolare come superstizione. tuttavia, cosi` facendo, impedisce di comprendere la narrazione del paziente, le sue ragioni profonde.

lo sguardo furtivo di una bella donna, un seno che si solleva oppresso dall`ansia d`amore, il gioco di una sofferenza sempre recitata e mai sincera: dalla realta` ovidio sembra voler togliere tutto quanto e` grave, per lasciare un mondo in cui vivano soltanto la bellezza e l`eleganza.

"i pensieri sono esentasse. ma danno delle noie" e` l`aforisma di kraus che da` il titolo al primo dei sette capitoli in cui e` strutturata l`opera. la penna al vetriolo del celebre autore satirico si confronta in questo volume con i temi piu` scottanti della sua attualita` che e` anche la nostra: la politica (che "da` le stesse emozioni di un romanzo giallo"); le donne (che "sono casi limite"); i vizi e le virtu` umane (che "sono imparentati come carbone e diamante"); l`arte (che "serve ad asciugarci gli occhi"); la sua vienna (dove "si vive per mangiare ma si fa la fame") e infine se stesso ("quando mi faccio tagliare i capelli, ho paura che il parrucchiere mi tagli via anche un pensiero"). precursore del "woodyallenismo", e` ritratto qui in tutto il suo stile e dispiegamento di idee, con un verve capace di coinvolgere anche i lettori completamente digiuni della sua arte che, il filosofo sgalambro descrive cosi`: "se karl kraus avesse scritto "il capitale" lo avrebbe fatto in tre righe".

Un manifesto del mangiar bene, che, con l'andamento dei tempi moderni, è quanto più una posizione di critica feroce nei confronti di un megameccanismo mediatico e economico a cui siamo inconsapevolmente e spesso consapevolmente legati. Un saggio critico (con tanto di estesa bibliografia) che può far paura perché strutturato sulla verità.

scritto nel 1593 durante la peste di londra, il poemetto erotico-mitologico venere e adone da` una versione modificata della vicenda raccontata da ovidio. come paradigma dell`eros piu` carnale e ossessivo diventera` un best seller, ristampato innumerevoli volte. l`anno dopo shakespeare riprende un episodio dell`antica storia romana: lo stupro di lucrezia da parte di sesto tarquinio (figlio di tarquinio il superbo). un raptus di violenza incontrollabile raccontato per la prima volta, in modo sconvolgente, direttamente dalla voce della donna che ne e` vittima. venere e adone e lo stupro di lucrezia, oltre ad essere due capolavori assoluti, sono le uniche opere di shakespeare di cui il drammaturgo abbia curato la stampa personalmente, cosa mai accaduta ne` con le sue opere teatrali ne` con i sonetti. si tratta di due testi di grande raffinatezza stilistica ma anche di grande potenza narrativa e drammatica. non a caso valter malosti li ha messi in scena in due spettacoli memorabili e premiati. la traduzione e` dunque quella realizzata per la rappresentazione teatrale. lo stesso malosti nell`introduzione ci racconta il personalissimo rapporto con i due poemetti e ne da` un`interpretazione originale che tiene insieme le ragioni della filologia e del teatro.

la nuova traduzione di paolo bertinetti si basa sulla versione del testo che tennessee williams scrisse per la messa in scena del 1974 e si discosta significativamente da quella originaria scritta per il primo allestimento del 1955. il testo del 1955 aveva subito una revisione importante da parte del regista elia kazan. quando sull`onda dell`enorme successo teatrale venne pubblicato, williams volle presentare due versioni del terzo atto: una, chiamata broadway version, era quella andata in scena; l`altra, chiamata cat number one, cioe` , era la versione originale prima degli interventi di kazan. poi nel 1958 arrivo` la famosa trasposizione cinematografica con paul newman e liz taylor (che a williams non piacque affatto), basata sulla broadway version ma ancora piu edulcorata, nascondendo l`omosessualita` di brick dietro ambigui accenni poco decifrabili. la versione del 1974 e` stata considerata dall`autore quella a tutti gli effetti definitiva, l`unica che rispondeva pienamente alle sue scelte di scrittura drammatica. possiamo cosi leggere per intero lo scontro verbale tra brick e il padre che ha il suo climax proprio sul tema dell`omosessualita` (ma il padre, splendido personaggio, e` assai piu tollerante di quanto brick, e il lettore, si aspettino). possiamo cosi comprendere come si articola piu esattamente il tema della falsita`, che e` il tema fondamentale del testo, per non dire assoluto: il dilemma tra vivere nell`ipocrisia o autodistruggersi per evitare di farlo.

una sorella e un fratello decidono di trasferirsi nella casa della loro infanzia a tokyo, nel quartiere di suginami. per lunghi anni sono stati separati da una distanza incolmabile ma ora, adulti e soli, miyako e ryo cercano insieme un nuovo equilibrio tra i ricordi che disordinati riaffiorano: il ticchettio ostinato degli orologi amati dal padre, le piante di mami nel piccolo giardino, le colazioni della domenica, i giochi nei caldi pomeriggi d`estate. e qui, nelle stanze affollate dai fantasmi della felicita` passata, i desideri piu` segreti e proibiti premono per tornare alla luce. , diceva mami ai due figli, miyako e ryo quando, gia` molto malata, si preparava agli ultimi istanti con la serena leggerezza di sempre. era una persona speciale, mami, una donna coraggiosa che amava sfidare le convenzioni sociali. miyako e ryo sono cresciuti con lei e l`uomo che considerano il loro padre nel quartiere di suginami. proprio qui, nella casa della loro infanzia, i due fratelli decidono di tornare ad abitare a dieci anni dalla morte di mami. e il 1996, e su tokyo incombono ancora le immagini tragiche del recente attentato alla metropolitana. a lungo miyako e ryo sono stati separati da una distanza incolmabile, ma ora, adulti, ognuno con la propria vita e la propria solitudine, si ritrovano a cercare insieme un nuovo equilibrio tra i ricordi che disordinati riaffiorano, nelle stanze in cui riecheggiano le voci del passato. i giochi con nahoko, la bambina con cui formavano un gruppo indivisibile, il tragitto di ritorno da scuola, un bacio rubato, i pomeriggi d`estate, le vecchie storie che mami diceva di odiare ma inevitabilmente raccontava, un paio di sandali regalati da takeji, un dipendente del negozio dei nonni e amico di famiglia - e forse anche qualcosa di piu` -, parole luminose e misteriosi non detti, gioia e amarezza, resistenza e abbandono. miyako ripercorre la strada della memoria all`interno di un universo domestico

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