

"esercizi di stile" e` un esilarante testo di retorica applicata, un`architettura combinatoria, un avvincente gioco enigmistico. tutto vero, pero` e` anche un manifesto letterario (antisurrealista), e` un tracciato di frammenti autobiografici, e` la trascrizione di una serie di sogni realmente effettuati da queneau. e perfino un testo politico, nonche` un`autoparodia. questo e` quanto emerge dalle riflessioni che stefano bartezzaghi ha dedicato a questo libro-capolavoro. e la sua postfazione al volume diventa complementare alla classica introduzione di umberto eco, del quale si conserva anche la traduzione. in appendice, presentati per la prima volta in italiano, alcuni esercizi lasciati cadere nell`edizione definitiva, un indice preparatorio e l`introduzione, anch`essa inedita in italia, scritta da queneau per un`edizione del 1963.

che cos`e` l`andare in montagna senza la conquista della cima? un atto di non violenza, un desiderio di comprensione, un girare intorno al senso del proprio camminare. opera di narrativa che prende spunto da un viaggio realmente accaduto, taccuino di viaggio, ma anche il racconto illustrato, caldo, dettagliato, di come vacillano le certezze col mal di montagna, di come si dialoga con un cane tibetano, di come il paesaggio diventa trama del corpo e dello spirito. perche` l`himalaya non e` una terra in cui addentrarsi alla leggera: e` una montagna viva, abitata, usata, a volte subita, molto lontana dalla nostra. per affrontarla serve una vera spedizione, con guide, portatori, muli, un campo da montare ogni sera e smontare ogni mattina, e soprattutto buoni compagni di viaggio. se e` vero che in montagna si cammina da soli anche quando si cammina con qualcuno, il senso di lontananza e di esplorazione rinsalda le amicizie. le notti infinite in tenda con nicola, l`assoluta magnificenza della montagna contemplata con remigio, il saliscendi del cammino in alta quota, l`alterita` dei luoghi e delle persone incontrate. questo e` il viaggio che paolo cognetti intraprende sul finire del suo quarantesimo anno, poco prima di superare il crinale della giovinezza.

1952. trovare lavoro a enniscorthy, nel sud-est dell`irlanda, semina solo frustrazione e desiderio di un benessere che non c`e`. la giovane eilis lacey, prigioniera del confronto quotidiano con la madre e la sorella rose, non ha davanti a se` alcuna prospettiva, finche` la visita di un prete emigrato, padre flood, le fa intravedere l`opportunita` di un`esistenza migliore, al di la` dell`oceano, a new york. sara` proprio a brooklyn che eilis a poco a poco imparera` a sentirsi a casa in una terra dove tutto e` possibile. e l`incontro con tony, un ragazzo italiano, cambiera` la sua vita per sempre.


ci sono animali liberi, cupi e selvatici, altri che cercano una mano morbida e un rifugio. in mezzo, tra l`ombra e il sole, scorre il fiume. i due fratelli sono luigi e alfredo, un larice e un abete: a dividerli c`e` una casa lassu` in montagna, ad avvicinarli il bancone del bar. e poi betta, che fa il bagno nel torrente e aspetta una bambina. in questo romanzo duro e levigato come un sasso, paolo cognetti scende dai ghiacciai del rosa per ascoltare gli urti della vita nel fondovalle. la sua voce canta le esistenze fragili, perse dietro la rabbia, l`alcol e una forza misteriosa che le trascina sempre piu` giu`, travolgendo ogni cosa. lungo la sesia come in tutto il mondo, a subire il dolore dell`uomo restano in silenzio gli animali e gli alberi. un padre ha piantato due alberi davanti alla sua casa, uno per ogni figlio. il primo, un larice, e` luigi, duro e fragile, che in trentasette anni non se n`e` mai andato dalla valle. lui e betta si sono innamorati facendo il bagno nelle pozze del fiume, tra le betulle bianche: ora non succede piu` cosi` di frequente, ma aspettano una bambina e nell`aria si sente il profumo di un nuovo inizio. lui ha appena accettato un lavoro da forestale, lei viene dalla citta` e legge karen blixen. l`altro albero e` un abete: alfredo e` il figlio minore, ombroso e resistente al gelo, irrequieto e attaccabrighe. per non fare piu` guai ha scelto di scappare lontano, in canada, tra gli indiani tristi e i pozzi di petrolio. ma adesso e` tornato. alfredo e luigi in comune hanno due cose. la prima sta in un bicchiere: bere senza sosta per giorni, crollare addormentati e riprendere il mattino dopo, un bianco, una birra, un whisky e avanti ancora un altro giro, bere al bancone dove si scommette se l`animale che uccide i cani lungo gli argini sia un lupo, un cane impazzito o chissa` cosa. oltre all`alcol pero` c`e` la casa davanti a quei due alberi. adesso che il padre se n`e` andato, alfredo e` tornato in valle per liberarsi dei legami rimasti: lu
