

il libro si colloca nell`ambito della "prospettiva interpersonale": non esistono menti isolate, ma solo soggettivita` in dialogo e in interazione fra di loro, dunque i fenomeni psicologici possono essere compresi (e i disturbi possono essere curati) solo se si tengono presenti i "contesti intersoggettivi", le "relazioni tra persone" in cui i fenomeni avvengono. si tratta di uno degli indirizzi piu` attuali e piu` seguiti del pensiero psicoanalitico, e in quest`ottica gli autori riconsiderano argomenti fondamentali della psicoanalisi classica, quali i processi inconsci, l`origine traumatica della psicopatologia, il ruolo delle fantasie. la seconda parte del volume e` dedicata ad aspetti clinici: l`alleanza terapeutica, le situazioni di "blocco".

la terza storia - dopo "romanzetto esci dal mio petto" e "strip strip hurra`!" - della saga ribalda e tenera di annibale, ex barbiere che vive di mestieri provvisori e sopravvive alla sua via crucis senza resurrezione. illustrata da franco matticchio come un feuilleton, questa "favoletta" prosegue il ciclo dei "romanzetti", scatole-caleidoscopio da leggere e guardare ai margini di tutto cio` che e` ufficiale. annibale, provvisoriamente incarcerato per truffa, la chiama "l`ultima santa. la santa degli ultimi". ma lei non e` una santa. e "solo" immacolata, una ragazza cieca, che girava nuda per il paese, rimasta nel cuore di molti, e da annibale adeguatamente festeggiata come si festeggia, in un mondo dove ogni valore e` ribaltato e inquinato, cio` che rimane come fondamento nudo dell`esistenza. una farsa carceraria in cui una ragazza diventa protagonista di una miracolosa, immacolata "concessione".

fino a poco tempo fa, nel villaggio si viveva bene. si facevano feste, si mangiava di tutto. agu e il suo amico dike giocavano per strada, davanti al sorriso delle donne e dei vecchi. la mattina andavano a scuola, la domenica in chiesa. e ogni sera, agu si faceva leggere da sua madre qualche pagina della bibbia, affascinato dalle mille storie che conteneva. poi, pero`, e` arrivata la guerra. agu, costretto a diventare soldato per i ribelli, deve ora obbedire agli ordini di uomini-belva come comandante. deve uccidere nel piu` brutale dei modi, per non essere ucciso. impara tutte le atrocita`. solo la fantasia, l`amicizia, la nostalgia della famiglia gli permettono di resistere alla violenza e alla fame. gli permettono di sopravvivere, come una bestia braccata, una bestia senza patria. con un linguaggio tagliente come la lama di un machete eppure capace di improvvisi squarci di poesia, "bestie senza una patria" racconta una storia di vita e di morte, la storia di un bambino obbligato a crescere, e a perdere l`innocenza, nel peggiore dei modi (e dei mondi) possibili.

"volver e` un titolo che include vari ritorni, per me. sono tornato, un poco, alla commedia. sono tornato all`universo femminile, a la mancia (e` senz`altro il mio film piu` strettamente mancego, il linguaggio, le abitudini, i cortili, la sobrieta` delle facciate, le strade lastricate), sono tornato a lavorare con carmen maura (non lo facevamo da diciassette anni), con pene`lope cruz, lola duenas e chus lampreave. sono tornato alla maternita`, come origine della vita e della finzione. e, naturalmente, sono tornato a mia madre [...]. il ritorno principale di volver e` quello del fantasma di una madre che appare alle proprie figlie. nel mio paese queste cose accadono (sono cresciuto ascoltando storie di apparizioni), tuttavia alle apparizioni non ci credo. solo quando accadono agli altri, o quando accadono nella finzione. e questa finzione, quella del mio film (e qui viene la mia confessione) ha provocato in me una serenita` che non avvertivo da tempo". (pedro almdovar)














il modo in cui i cristiani consideravano il destino dell`anima nell`aldila` subi` una radicale e rivoluzionaria mutazione tra la fine del mondo antico e l`inizio del medioevo. peter brown descrive come questo cambiamento abbia trasformato il rapporto istituzionale della chiesa con il denaro e posto le basi al suo dominio della societa` medievale d`occidente. secondo la dottrina cristiana delle origini i vivi e i morti erano ugualmente peccatori, bisognosi gli uni degli altri per ottenere

perche` distinguiamo la guerra d`ucraina e anche la guerra di gaza come "guerre della crisi dell`ordine"? la differenza e` nella "nuova fase strategica" che si e` aperta col nuovo secolo, e nella condizione della bilancia di potenza globale trasformata e scossa dall`ineguale sviluppo. pechino oggi e` rivale effettiva per gli stati uniti, in grado di rivendicare la revisione del vecchio ordine e di istituzioni i cui assetti risalgono alla fine del secondo conflitto mondiale. e la "crisi dell`ordine", appunto. su questa base, valutando i piani di riarmo cinese di qui al 2035 e vagliando le stesse previsioni delle centrali strategiche della classe dominante, abbiamo ipotizzato due possibili sviluppi: una serie di conflitti parziali, concatenati a segnare anni di "inedite tensioni", oppure il deflagrare di una grande guerra tra grandi potenze. il primo corno della nostra ipotesi strategica e` confermato, le "guerre della crisi dell`ordine" sono in corso. se cio` non esclude affatto per il futuro il secondo sviluppo, la rottura dell`ordine in una grande guerra, si tratta di valutare con attenzione e precisione scientifica, oggi, le nuove ideologie della guerra che vanno montando, scovandone obiettivi politici e finalita` strategiche. non e` ancora il punto d`arrivo della rottura dell`ordine. ma e` il colpo d`inizio della sua crisi.