presentando nel 1958 gli scritti che compongono "i viaggi la morte", gadda suggeriva che, in luogo del comune , sarebbe forse stato preferibile per definirli il francese entretiens, `conversazioni`. con questa discreta indicazione l`ormai celebre autore del pasticciaccio rivendicava l`estraneita` del libro alla , e insieme ammantava di rassicurante affabilita` la sua vera natura e la missione di cui era investito. che era quella - come confidava a livio garzanti - di delineare il della sua , abbracciando un`intera vita e tutta la gamma dei suoi interessi: di consegnare insomma ai nuovi fan una bussola per orientarsi nella piu` vertiginosa officina del novecento e comprenderne le leggi. leggi radicate in una riflessione filosofica che impone la demolizione del mito dello scrittore come vate o profeta, , mentre l`io rappresentatore e` un e solo dalla con la cosa rappresentata nasce l`atto espressivo; e che nella maccheronea o individua un`arma letale, capace di annientare vaniloquio e falsita`, enfasi e , nonche` di contrastare l`, la lingua piccolo-borghese, . se dunque gadda, , fa razzia di varianti lessicali e ortoepiche, se ricorre al frasario gergale dei pratici e ai dialetti - da quello irresistibilmente sincopato e monosillabico dell`industre milano alla parlata di roma, - e` nel nome di un`esigenza etica e gnoseologica: riscattare la lingua e ricreare la .