
il tempo che viviamo sembra scandito da paure sempre nuove, che minacciano di stravolgere la nostra vita. si diffonde una vera cultura dell`apprensione, capace di condizionare le forme della nostra convivenza e di frenare l`attitudine all`intraprendenza. eppure sono secoli che la societa` occidentale fa i conti con il rischio. perche` e` prima di tutto la liberta` a creare insicurezza, consentendoci di fare del male e di assumercene le conseguenze. ed e` compito della politica ricercare l`equilibrio tra le nostre aspettative di sicurezza e lo spazio del rischio, muovendosi lungo il fragile confine della liberta`. un viaggio tra le nostre paure collettive, guardando al lungo periodo della civilta` occidentale e a quello piu` breve della globalizzazione.

che differenza c`e` tra danzare per far piovere, e schiacciare un tasto per illuminare uno schermo? in entrambi i casi, un movimento del nostro corpo fa accadere qualcosa. nel primo caso, la danza della pioggia si rivolge a una qualche divinita` e il dispositivo che ne attiva l`intervento e` il nostro corpo. nel secondo caso il dispositivo e` un prolungamento del corpo. norbert wiener, matematico, sottolineava, gia` negli anni cinquanta del novecento, la pericolosa e facile identita` tra religione e tecnologia. e dunque ragionevole domandarsi oggi quanto politiche culturali prive di immaginazione abbiano allontanato la tecnologia dalla scienza, trasformandola in una fede che ha i propri sacerdoti, i black fridays di festa, gli eretici, gli atei e i martiri da social network.

il 9 ottobre 1963 duemila persone rimasero uccise sulle montagne del bellunese, travolte dall`onda di acqua e fango sollevata da una gigantesca frana precipitata nel bacino ai piedi del monte toc. il vajont e` stato uno dei disastri piu` tragici della storia italiana recente. nel 2008 l`unesco lo ha incluso tra i cinque piu` gravi disastri ambientali di natura antropica, definendolo . in effetti, la diga del vajont e` ancora li`, solo scalfita dalla frana, a dimostrazione che non basta un`opera di alta ingegneria per evitare il disastro; a crollare, infatti, non fu la diga ma la montagna, come d`altronde in tanti temevano. il vajont e` una storia cruciale per comprendere la storia ambientale - e non solo ambientale - dell`italia contemporanea.