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stesi nell`arco di un ventennio circa, i saggi che compongono il giardino delle esperidi segnano una tappa importante nel percorso critico-letterario di giuseppe pontiggia. l`autore, forte di una ormai pluridecennale esperienza di scrittore, ripensa totalmente le modalita` dell`opera critica e dona a questi testi un taglio inedito, un linguaggio denso fino all`aforisma, capace di scavare implacabilmente per arrivare allo scheletro delle cose. trovano spazio in queste pagine gli scrittori piu` cari a pontiggia - lucano, baudelaire, sallustio, lorca, gozzano, pessoa, stout, gadda - autori in cui il linguaggio riveste sempre una forte valenza etica.

il volume presenta la produzione parallela ai romanzi, con un`ampia scelta di saggi e racconti, le analisi della condizione femminile di "una stanza tutta per se`" o "le tre ghinee", la vivacita` autobiografica delle lettere o di "momenti di essere".

queste tre raccolte, pubblicate tra il 1922 e il 1923, comprendono novelle risalenti agli anni tra il 1899 e il 1922: vicende di solitudine spesso incentrate su personaggi beffati dalla vita in muta ribellione verso la societa` che li stritola.

fra le strade di calcutta, afose e cariche di umanita`, si annida una piccola societa` europea che ruota attorno alla fragile, incantevole, nevrotica anne-marie stretter, moglie dell`ambasciatore francese. si balla e le luci sono accese nell`ambasciata di francia, in bilico tra il rispetto delle forme della buona societa` e il cedimento a una deriva sensuale che pare inevitabile sotto il peso di quei climi spossanti. tra gli ospiti che subiscono il fascino sottile di anne-marie c`e` il viceconsole di francia a lahore, jeanmarc de h., a calcutta in attesa di trasferimento. uomo inquietante, dotato di un fisico massiccio da cui esce una incongrua voce in falsetto, il viceconsole e` mal visto ed evitato persino dai suoi pari, che non gli perdonano di essere decaduto dal suo ruolo in modo misterioso. si vocifera che, come capitato prima di lui a molti europei in india, i suoi nervi abbiano ceduto, portandolo a uccidere qualcuno mentre sparava senza discrimine dal suo balcone verso i giardini in cui trovavano rifugio lebbrosi e cani. marguerite duras asseconda, in questo romanzo allucinato e visionario, la sua predilezione per cio` che e` acuto, estremo, intollerabile, coinvolgendo i suoi personaggi in contrapposizioni esasperate, tensioni psichiche protratte, atti che illuminano con un subitaneo bagliore lo scenario della vita.

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