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scritto nel 1953, "plexus" e` la seconda parte del trittico "la crocifissione rosea", un`opera scritta da miller negli anni che vanno dal 1949 al 1960. in questa opera autobiografica miller racconta gli anni del suo soggiorno newyorkese e del suo incontro con la sua seconda futura moglie (nel romanzo tratteggiata con il nome di mona). tema costante nel libro e` la vocazione artistica del giovane scrittore, che da mona viene incoraggiato con forza a scrivere, inducendolo a rifiutare ogni impiego fisso. al mantenimento di entrambi avrebbe pensato lei, e non sempre con metodi ortodossi. e un romanzo dove il sesso torna utile per contestualizzare anche riflessioni filosofiche e psicologiche, con cui miller critica con forza il modello di vita americano: una vera e propria pietra dello scandalo messa al bando per quindici anni negli usa.

sono le 22,00 del 29 luglio 1900. siamo a monza e il re umberto i sta salendo in carrozza dopo aver premiato i ginnasti della societa` "forti e liberi". ad aspettarlo c`e` il revolver di gaetano bresci, l`anarchico venuto dall`america. pochi istanti dopo l`italia intera entrera` in una nuova epoca.

"nella vita e nell`arte la cvetaeva aspiro` sempre, impetuosamente, avidamente, quasi rapacemente, alla finezza e alla perfezione: e nell`inseguirle si spinse molto in avanti, sorpasso` tutti. oltre al poco che ci e` noto, essa ha scritto una quantita` di cose che da noi sono ancora sconosciute: opere immense, tempestose... la loro pubblicazione segnera` un grande trionfo e una rivoluzione per la nostra poesia che, inaspettatamente, si arricchira` di un dono tardivo straordinario." cosi` scriveva, nel 1956, boris pasternak, preconizzando per la sua sfortunata amica grandi, e tardivi, riconoscimenti. oggi la cvetaeva e` unanimemente considerata una delle piu` alte voci della poesia del secolo scorso.

nel 1899 il sindaco di gerusalemme, yusuf diya al-khalidi, rimase molto colpito dalla richiesta del movimento sionista di creare in palestina un focolare nazionale ebraico. si decise a scrivere una lettera proprio al fondatore del sionismo, theodor herzl, e lo avverti dei pericoli che si sarebbero presentati. concluse la sua nota dicendo: "in nome di dio, lasciate in pace la palestina". e cosi che rashid khalidi, pronipote di al-khalidi, inizia questa ampia storia, il primo resoconto generale del conflitto raccontato da una prospettiva esplicitamente palestinese. attingendo a una grande quantita di materiali d?archivio e ai resoconti di generazioni di membri della sua famiglia - sindaci, giudici, studiosi, diplomatici e giornalisti - khalidi ribalta le interpretazioni accettate del conflitto, che tendono, nella migliore delle ipotesi, a descrivere un tragico scontro tra due popoli che rivendicano lo stesso territorio. questo libro ripercorre invece cento anni di guerra coloniale contro i palestinesi, condotta prima dal movimento sionista e poi da israele, ma sostenuta da gran bretagna e stati uniti, le grandi potenze dell?epoca. originale, autorevole e importante, "palestina" non e una cronaca vittimistica, ne tralascia gli errori dei leader palestinesi. piuttosto, analizzando in dettaglio le forze che si sono schierate contro i palestinesi, offre una nuova visione illuminante di un conflitto che continua ancora oggi.

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