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nello affronta in questo studio la parte piu` consistente della carriera politica di dino grandi, seguendola fino all`epilogo della seduta del gran consiglio del 25 luglio 1943, che determino` la caduta di mussolini. negli anni trenta grandi fu successivamente ministro degli esteri (1929-32), ambasciatore a londra (1932-39), ministro guardasigilli e presidente della camera dei fasci e delle corporazioni (1939-43). nello ricostruisce le posizioni di grandi nell`articolarsi della politica estera italiana del decennio, in particolare il suo deciso atteggiamento filoinglese, per concludere con l`analisi dei progetti di grandi per risolvere la crisi politico-militare italiana del 1943, fino all`ordine del giorno (25 luglio 1943) contro mussolini.

l`autrice ricostruisce l`evoluzione della politica alleata nei confronti dell`italia durante la guerra, i diversi e inconcludenti sondaggi italiani per uscire dal conflitto tra la conferenza di casablanca e lo sbarco in sicilia, l`avviarsi faticoso dopo il 25 luglio e poi il concludersi ai primi di settembre delle trattative per l`armistizio in cui si evidenzia una totale mancanza di senso di responsabilita` del governo badoglio e del comando militare, assolutamente non all`altezza l`uno e l`altro della situazione drammatica che il paese stava vivendo.

nascosta dalla polvere cosmica, proprio la` dove il magnifico arco della via lattea sta per toccare l`orizzonte, in un "cluster" di stelle situato al centro della costellazione del sagittario, le tecnologie piu` recenti hanno consentito, sollevando il velo che aveva oscurato per secoli gli occhi degli astronomi, di scoprire una piccola macchia nera, la cui esistenza rivoluzionera` negli anni a venire la nostra percezione dell`universo in cui viviamo. fulvio melia e` professore di fisica e di astronomia all`universita` dell`arizona e editor dell`.

la badessa/non badessa munigund e` un cuore che parla ai cuori, e` fantasia che parla alla fantasia, e` il sogno - non suo - di una patria, ma diventato suo. e l`amore che sa divenire rinuncia in nome di un amore piu` grande.

non c`e` dubbio: e` all`immenso potere dei libri che si deve la diffusione dell`illuminismo. ma come si spiega la loro forza di rompente in un`epoca in cui non esisteva la liberta` di stampa? nella francia dell`ancien re`gime ogni pubblicazione dipendeva infatti da un tortuoso iter, senza il quale era impossibile ottenere il privile`ge concesso dal re. per di piu` la corporazione parigina dei librai e stampatori, grazie a una complessa rete di relazioni tipica di un`oligarchia endogama, dominava in tutto il regno, paralizzando di fatto le imprese di provincia. lo scenario che darnton dischiude in questo libro, frutto di lunghe, tenaci ricerche d`archivio, e` perturbante: quasi tutte le opere che hanno trasmesso il pensiero dei philosophes furono stampate in quella che da amsterdam e bruxelles giungeva sino ad avignone (allora territorio papale) passando per la renania e la svizzera, e distribuite in maniera clandestina - erano insomma frutto di pirateria. tempestivamente informati sulle novita` da spregiudicati agenti che operavano a parigi, animati da una sete di profitto pari solo alla loro audacia, braccati dal tempo, assediati da non meno animosi concorrenti, i pirati dell`editoria potrebbero apparire come i perfetti rappresentanti di un capitalismo predatorio. eppure, ci rivela darnton, assolvevano un compito rivoluzionario: produrre a buon mercato libri per un pubblico nuovo, composto dai ceti intermedi. agendo al di fuori della legge, assecondavano dunque, paradossalmente, la battaglia dei livres philosophiques, che quella legge, fondamento dei privilegi dell`ancien re`gime, sfidavano in maniera aperta.

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