
"mia madre dava l`impressione di essere un meccanismo rotto. non era malata, ma una parte di lei aveva ceduto... le parti integre e quelle compromesse si mischiavano di continuo ed era arduo distinguerle. nonostante fosse afflitta da una notevole mancanza di memoria, vi erano particolari che ricordava perfettamente". cosi` leggiamo in questi "ricordi di mia madre", in cui inoue cela, con pudore, il suo lato piu` intimo e dolente. e non possiamo non ascoltare partecipi quella voce che ci spiega come la donna "avesse incominciato a cancellare a ritroso, con una gomma, la lunga linea della sua vita", del tutto inconsapevolmente, "perche` a tenere in mano la gomma era quell`evento ineluttabile che e` la vecchiaia". vecchiaia su cui inoue ci offre, con quest`opera in tre tempi, pagine fra le piu` intense che abbia mai scritto, dove riesce a trovare la misura perfetta, con una delicatezza di tratto che nulla concede all`effusione sentimentale, per raccontare un lento congedo, raffigurare angosce primordiali ed evocare immagini che si incidono nella memoria. come quella dell`anziana donna che - con una lampadina tascabile in mano - vaga di notte nella casa del figlio, senza che sia possibile sapere se ora, nella sua mente, lei e` la madre alla disperata ricerca del bambino perduto o la bambina smarrita in cerca della mamma.

figlie di una coppia di origine caraibica, june e jennifer gibbons, gemelle omozigote, rivelano fin dai primissimi anni un`intelligenza acutissima e appaiono unite da un legame fisico e psicologico cosi` forte da rendere difficile l`accesso al loro mondo. dopo i primi, fallimentari, tentativi di inserimento nella scuola, june e jennifer si chiudono in casa e conducono una propria vita separata da tutto e da tutti. con una furia dell`immaginazione che ricorda la storia delle sorelle bronte, inventano un universo fantastico e cominciano a scrivere romanzi e novelle di sorprendente qualita`. infine, decidono di uscire nel mondo esterno, lanciandosi in pericolose azioni di sfida, sinche` vengono arrestate, condannate e internate a broadmoor, famigerato manicomio criminale, dove rimarranno undici anni. questa storia terribile viene qui raccontata da una nota giornalista del , marjorie wallace, che con grande finezza ha saputo farsi strada nel loro mondo segreto. ne e` risultato questo libro-documento, impressionante immersione in uno dei casi psicologici piu` misteriosi, rivelatori e strazianti del secolo scorso.