Wishlist

i prodotti che vorresti acquistare

nella "filosofia della musica moderna" adorno stabiliva la polarita` schonberg-stravinskij, che diventava poi la tensione tra il buono e il cattivo, dove a stravinskij toccava il ruolo del cattivo, fonte di ogni aberrazione. nel 1972 il compositore e critico paolo castaldi pubblico` sulle pagine dello "spettatore musicale", rivista di breve durata e alta qualita`, questa "riflessione su stravinskij". non cancello` affatto la polarita`, ma la ribalto` completamente.

il ticchettio della macchina da scrivere, per giorgio manganelli, nasce "dai capricciosi amori di un cembalo estroso e di una mite mitragliatrice giocattolo". non e` un caso, dunque, che i suoi corsivi posseggano sia un`incessante mutevolezza di melodie e fraseggi (ossia di temi e linguaggi) sia una tonalita` ironico-umoristica percorsa da nere venature malinconiche. i punti di partenza (le "arie" su cui improvvisare) sono spesso un minimo fatto di cronaca, una polemica frivola, un provvedimento ministeriale bizzarro. in ogni passaggio queste improvvisazioni sono anche inversioni, capovolgimenti del senso comune, dove la quotidianita` si eleva a dimensione fantastica e i massimi sistemi slittano in una dimensione grottesca e prosaica.

l`episodio del ratto delle sabine ha affascinato molti pittori, non altrettanti scrittori e studiosi. per lo piu`, lo si incontra nel vigoroso racconto di tito livio e finisce per diventare un remoto ricordo scolastico. ma per un giurista quella leggenda e` una vera sfida. intrecciato in una sequenza di astuzie e sopraffazioni non e` solo, infatti, quell`episodio, ma tutto il periodo delle origini romane. e roma significa una civilita` il cui apporto fondamentale fu il dispiegarsi di un`immensa potenza e insieme la fondazione di almeno due parole: legge e stato. tanto basta per far intendere come un noto giurista abbia voluto ripercorrere questa storia ricercando i primi passi di una civilta` del diritto.

il volume si compone di due saggi. ne il tragico nell`estetica di kant si analizza come il riferimento al tragico sia nascosto fra le pieghe dell`argomentare di kant. cio` non toglie che esso sia prepotentemente presente come ineludibile termine di confronto e che all`interprete si imponga di adoperarsi per dipanare il groviglio teoretico in cui kant si avvolge e per cercare di rintracciare il filo che unisce le sue considerazioni sul tragico. anche ne il "per noi" dell`opera d`arte di hegel, secondo saggio, non si tratta di scoprire una terra incognita, ma di determinare meglio come dalle sue pagine estetiche emerga la posizione del fruitore nel suo rapporto con il produttore da un lato e con il prodotto artistico dall`altro.

un`infanzia solitaria e pensosa; un`adolescenza di sogni tormentosi, illuminata dalle letture; e una giovinezza rivoluzionaria, tra battaglie, giornali, illusioni e disillusioni. "un uomo finito" (1913) e` il romanzo-autobiografia intellettuale nel quale papini racconta i primi trent`anni di vita di un giovane "nato con la malattia della grandezza". affascinato da bergson e dal titanismo di nietzsche, lo spirito inquieto e geniale dell`autore, alla perenne ricerca della verita`, rivive in un racconto sincero animato da una prosa ricca e brillante, con accenti di profonda poesia. un`opera imprescindibile per cogliere la temperatura ideale, l`entusiasmo e la delusione della generazione di intellettuali che inaugura il novecento.

«Concupiscenza libraria» ce lo ha confermato: la recensione, «minimo mostriciattolo», può trasformarsi in una magnifica narrazione che ha come personaggi «le parole di un libro», in letteratura sulla letteratura o, se vogliamo, in uno specifico genere letterario, magari ambiguo, arbitrario, «impuro», persino irresponsabile, ma capace di svelare quell’«immagine segreta», quello «strato sotterraneo» in cui risiede la grandezza di un libro.

se "il capitale" rimane un testo inaggirabile per ogni rivoluzionario che voglia dare solide basi alla propria passione, lo si deve a un metodo di analisi che, come scrisse lenin, "ha dato un criterio completamente oggettivo, discriminando i rapporti di produzione come struttura della societa` e dando la possibilita` di applicare a questi rapporti quel criterio scientifico generale della reiterabilita`, la cui applicazione alla sociologia era negata dai soggettivisti. [...] marx non si limito` alla sola "teoria economica" nel senso abituale della parola, [...] investigo` cio` nondimeno sempre e dappertutto le sovrastrutture corrispondenti a questi rapporti di produzione, rivesti` lo scheletro di carne e di sangue. se "il capitale" ebbe un successo cosi` gigantesco, e` perche` questo libro di un "economista tedesco" mostro` al lettore tutta la formazione sociale capitalistica come una cosa viva, con i suoi aspetti della vita quotidiana, con le manifestazioni sociali concrete dell`antagonismo delle classi inerenti ai rapporti di produzione". il volume e` introdotto dal primo capitolo di "lotte di classe e partito rivoluzionario" di arrigo cervetto, in cui sono riprese le tesi di lenin sull`opera di marx.

proclama manganelli nell`affrontare la pittura del pitocchetto. in effetti, sarebbe arduo ravvisare in lui la serieta` benpensante dello specialista: diffida dei musei, frutto di ; dichiara che allestire una pinacoteca ; e lascia trapelare che ai quadri, riflesso della del mondo, preferisce talora i disegni, appartenenti . ma non ci si deve ingannare: l` autorizza a essere imprecisi, emotivi, irresponsabili - esattamente cio` che permette alla critica di condividere la natura misteriosa, elusiva, notturna della letteratura. non a caso nel 1977 manganelli ha precisato che . i saggi qui riuniti saranno allora letteratura generata dall`arte - o meglio dalle arti, visto che le sue predilezioni si estendono dalle statue stele lunigianesi, , all`amata pittura del seicento e agli amici come toti scialoja, fino agli ex voto e alle libellule-mascotte di lalique, numi tutelari del viaggio. e proprio in quanto letteratura, svincolata da gravami disciplinari, questi scritti riescono a sovvertire ogni idea sull`arte e a insegnarci una nuova grammatica della visione. come quando, a proposito dei mangiatori di patate di van gogh, leggiamo: .

arrivato a parigi per un incontro atteso da troppo tempo, il vecchio ossyan guarda alla sua vita e, come in una moderna mille e una notte, affida a un misterioso ascoltatore il racconto delle sue avventure. cresciuto a beirut, ultimo discendente di una nobile famiglia ottomana, viene educato in uno spirito liberale e insofferente verso i pregiudizi razziali. ossyan si trasferisce per gli studi in francia dove, durante la lotta eroica per liberare il paese dai nazisti, conosce clara, un`ebrea di cui si innamora perdutamente. insieme a lei decide di vivere la sua personale rivoluzione: lui, un musulmano, sposa una ragazza ebrea proprio quando il mondo intero sembra rassegnato a vedere la violenza dividere per sempre le due culture. i casi della vita e il corso della storia metteranno a dura prova la loro scelta: privati di un futuro insieme, delle gioie piu` semplici, cosa rimane loro? un amore in sospeso, un amore quieto ma, forse, piu` potente della storia.

Questo sito utilizza solo cookies tecnici e cookies analitics propri e di terzi. Per ulteriori informazioni vedi la nostra informativa. Chiudi