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l`agile volumetto raccoglie memorie e riflessioni di alberto giacometti, l`artista nato nel 1901 nel cantone svizzero dei grigioni e trasferitosi a parigi dove conobbe aragon, dali` e breton e aderi` al movimento surrealista prima di tornare alla figurazione dal vero. il quaderno e` curato da marco ercolani.

attraverso l`esame di alcuni fra i testi piu` significativi dei due grandi poeti italiani del primo novecento, sono qui evidenziati due diversi modi di rapportarsi col reale. quello tipico di sbarbaro, che guarda l`esistenza con gli occhi spalancati ed infantile ricettivita` priva di pregiudizi. l`altro caratterizzato dal tentativo arduo di oltrepassare la superficie del reale per accedere forse alla profondita` di una visione iniziatica. tentativo mancato, che da` vita ad immagini letterarie potentemente coinvolgenti. accomunano i due autori la decisa distanza dai modi convenuti di guardare la vita e l`ispirazione a un`esperienza umana piu` autentica, di cui la poesia in entrambi si fa tramite in modi originali.

alla fine del novecento, fu annunciata in italia la "morte della patria". oggi assistiamo alla rinascita del culto della nazione, mentre molti temono tuttora una perdita dell`identita` nazionale. gli italiani, in realta`, non hanno mai avuto una comune idea di nazione, anche se fin dal risorgimento il mito di una grande italia ha influito sulla loro esistenza. sono state molte le italie degli italiani, divisi da ideologie antagoniste, sfociate talvolta in guerra civile. emilio gentile narra la storia del mito nazionale nelle sue varie versioni fino a spiegare le ragioni per le quali la nazione e` scomparsa dalla vita degli italiani per riapparire nell`italia d`oggi, con un incerto futuro.

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