
fra il 1918 e il 1924 haarmann massacro` 27 giovani, con i quali aveva avuto rapporti sessuali, azzannandoli alla gola e bevendone il sangue. i resti mutilati delle vittime venivano da lui venduti e gettati nel fiume. a lungo nessuno se ne accorse e quando ebbe inizio il processo, tra il pubblico, c`era anche theodor lessing, uno dei piu` radicali critici della cultura della germania di allora. lessing fu l`unico a capire haarmann, mostro predestinato. dietro il caso criminale, volle scandagliare una di quelle oscure "anomalie della natura" in cui si intrecciano "la vita amorosa e il desiderio di morte, la volonta` di annientare l`altro e la volonta` di essere annientati". ma seppe anche cogliere cio` che faceva di haarmann una creatura dei suoi tempi.







un celebre sogno, quello di nabucodonosor, re di babilonia del vi secolo a.c.; una celebre sua interpretazione, quella di daniele, profeta ebreo deportato a babilonia; nel sogno daniele scorge un`allegoria della successione dei regni e della loro potenza politica nel mondo fino all`epoca alessandrina, e dell`instaurazione di un regno universale, senza tramonto. da allora il testo di daniele sara` oggetto di un conflitto interpretativo proseguito per secoli. in questo libro l`autore ricostruisce la storia delle reazioni alla profezia di daniele, illuminando in particolare la controversia moderna in un arco temporale che dalla riforma luterana giunge ai testi puritani del seicento e a cromwell, al newton `teologico` e all`illuminismo settecentesco.


in una serie di folgoranti "piani sequenza" su altrettanti punti topici di new york (da times square al ponte di brooklyn, dalla metropolitana all`aeroporto jfk), caustici ed eloquenti, colson whitehead ci offre una visione nel profondo della grande mela, ne ricrea l`esuberanza, il caos, la promessa e il dolore. un panorama interiore costruito su un alternarsi jazzistico di voci, che e` il modo in cui tutti, residenti e ultimi arrivati, sperimentano questa citta`. e cosi` "il colosso di new york" si trasforma sotto i nostri occhi in un canto d`amore, una vivace, intelligente, intensa "ballata" dedicata alla citta` piu` "disponibile" che si conosca, un poema in prosa dal ritmo spezzato e accattivante. perche` c`e` un poeta dentro queste pagine, capace di posare sulle cose uno sguardo profondo, di penetrare nelle fessure di una realta` sfaccettata e di tradurre il tutto in parole. alla fine, e` il nostro occhio, il nostro modo di guardare a uscirne trasformato.
per quale ragione i poveri, in tutto simili per capacita` e aspirazioni a chiunque altro, vanno incontro a destini completamente differenti? perche` restano poveri? le loro scelte di vita sono spesso determinate da fattori che sfuggono alla logica dell`economia di mercato. tante politiche contro la poverta` sono infatti fallite proprio per un`inadeguata comprensione del problema o per la convinzione di poter applicare ricette astratte e valide per tutti, senza verificarle sul campo. dobbiamo invece capire perche` i poveri preferiscono pagare cure sanitarie inutili invece di fare vaccinazioni gratuite; come mai i bambini poveri frequentano la scuola spesso senza imparare; perche` i poveri non desiderano un`assicurazione o intraprendono molte attivita` senza farne prosperare alcuna. l`economia dei poveri e` la prima grande analisi che combinando ricerca empirica e teorica ci svela la vera natura della poverta` e insegna che talvolta puo` bastare una piccola spinta nella giusta direzione per conseguire grossi risultati: certi sussidi simbolici con effetti tutt`altro che simbolici, azioni che consentono di ottenere di piu` facendo di meno, occupazioni di qualita` che favoriscono la crescita e cosi` via. soprattutto, anche quando le difficolta` sembrano insormontabili, bisogna insistere nel porsi le giuste domande, sperimentare e nutrire speranza per affrontare la sfida di costruire un mondo senza piu` poverta`, magari un passo alla volta.