

giordano bruno accetto` il rogo per eroica coerenza intellettuale? nei quasi otto anni che trascorse in carcere, prima a venezia e poi a roma, il filosofo condusse un`aspra battaglia per non soccombere, non abiurare, non morire. decise di rovesciare il tavolo solo quando si senti` definitivamente in trappola, nell`impossibilita` di salvaguardare se stesso e la sua filosofia. la scelta di salire sul rogo venne, dunque, presa solo alla fine del lungo processo. cosa accadde esattamente in quel momento, come giunse a quella decisione e perche`? per quale ragione bruno - a differenza di alcuni suoi illustri contemporanei, tra cui galileo galilei - dopo avere tanto a lungo lottato per affermare la sua verita`, decise infine di chiudersi nell`ostinazione e accettare le conseguenze ultime della condanna inflitta dagli inquisitori? perche`, dopo aver piu` volte dichiarato la disponibilita` a farlo, non pronuncio` un`abiura di facciata? il libro affronta questi interrogativi ripercorrendo l`itinerario intellettuale di giordano bruno nelle corti di tutta europa e seguendo, anche attraverso documenti inediti, tutte le tappe del processo.

questo libro e` il racconto di ventiquattro ore che hanno cambiato l`italia. poche volte nella storia capita che un intero paese si accorga immediatamente di essere di fronte a uno spartiacque, a un momento da cui si uscira` profondamente diversi. e quello che accade il 16 marzo del 1978, il giorno del rapimento di aldo moro ma anche il giorno della fiducia al primo governo che vede il voto favorevole del partito comunista. il 16 marzo 1978 e` un giorno sbagliato. un giorno che, destinato a entrare nella storia italiana come inizio di una nuova fase democratica, diventa improvvisamente tutt`altro: il giorno della violenza e della `geometrica potenza` di fuoco delle armi. il giorno del sequestro di aldo moro a via fani.