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Tutti vogliono che Hekla diventi la nuova reginetta di bellezza d'Islanda. Ma il suo unico sogno è scrivere

ale, diciassette anni non ancora compiuti, scontenta, viziata, confusa. lo ha sentito benissimo il rumore del tram, quando ha spiccato un balzo verso le rotaie. e nicola, il medico che l`ha soccorsa appena arrivata in ospedale, non riesce proprio a togliersela dalla testa, quella ragazza piu` vicina alla morte che alla vita. perche` lo scudo professionale certe volte e` di cartapesta, e anche la bellezza puo` essere un coltello che allarga le nostre ferite. davanti a se`, adesso, ha un lungo week-end da trascorrere con la moglie teresa a chamois, a casa di amici. un week-end come tanti, si direbbe. cene, passeggiate, chiacchiere davanti al camino. ma in quei pochi giorni, per lui e per tutti gli altri, il tempo subira` un`accelerazione e procedera` in tutte le direzioni. ognuno sara` costretto a fare un bilancio della propria vita e a portare allo scoperto i segreti che nasconde persino a se stesso. a catalizzare tutto, forse, l`ombra di ale, e per nicola anche un fantasma in carne ed ossa che viene dal passato: il suo vecchio amico matteo che non vede dagli anni del liceo. qualcuno proporra` un gioco innocuo per passare il tempo: ma sara` il tempo invece a passare su ognuno di loro. ha le sue regole: ciascuno deve raccontare l`ultima occasione in cui ha fatto o visto una determinata cosa o persona; valgono sia i ricordi veri sia quelli inventati. c`e` chi parla di una casa in cui ha trascorso le vacanze da ragazzo, chi s`inventa (chissa` perche`) di aver nostalgia di un anello che non ha mai perso, chi si spinge piu` a fondo. come nicola, e matteo, che finalmente a notte fonda si troveranno faccia a faccia per continuare quel gioco da soli. non si vedono da trent`anni: da quando ad amsterdam, dove erano in vacanza insieme, matteo aveva fatto a nicola che li avrebbe segnati per sempre.

. quante volte parliamo dei medici come di eroi, martiri, vittime... in verita`, fuor di retorica, uomini e donne esposti al male. appassionati e fragili, fallibili, mortali. paolo milone ha lavorato per quarant`anni in psichiatria d`urgenza, e ci racconta esattamente questo. nudo e pungente, senza farsi sconti. con una musica tutta sua ci catapulta dentro il reparto 77, dove il mistero della malattia mentale convive con la quotidianita` umanissima di chi, a fine turno, deve togliersi il camice e ricordarsi di comprare il latte. tra queste pagine cosi` irregolari, a volte persino ridendo, scopriamo lo sgomento e l`impotenza, la curiosita`, la passione, l`esasperazione, l`inesausta catena di domande che colleziona chiunque abbia scelto di . . ci sono libri che si scrivono per una vita intera. ogni giorno, ogni sera, quando quello che viviamo straripa. sono spesso libri molto speciali, in cui la scrittura diventa la forma del mondo. e questo il caso dell`, che corre con un ritmo tutto suo, lirico e mobile, a scardinare tante nostre certezze. con il dono rarissimo del ritratto fulminante, paolo milone mette in scena il corpo a corpo della psichiatria d`urgenza, affrontando i nodi piu` difficili senza mai perdere il dubbio e la meraviglia. cosi` ci ritroviamo a seguirlo tra i corridoi dell`ospedale, studiando le urla e i silenzi, e poi dentro le case, dentro le vite degli altri, nell`avventura dei tso tra i vicoli di genova. non c`e` nulla di teorico o di astratto, in queste pagine. c`e` la vita del reparto, la sete di umanita`, l`intimita` di afferrarsi e di sfuggirsi, la furia dei malati, la

uscito a puntate sulla rivista "russkij vestnik" ("il messaggero russo") tra il gennaio 1871 e il dicembre 1872, "i demoni" nasce come immediata reazione a un fatto di cronaca, il cosiddetto "caso necaev". il 21 novembre 1869, a mosca, i membri di una cellula terroristica della narodnaja rasprava (giustizia sommaria del popolo), guidati da sergej necaev, avevano assassinato il loro compagno ivan ivanov, colpevole di insubordinazione e sospettato (a torto) di tradimento. fedor dostoevskij, in esilio volontario a dresda, apprende la notizia dai giornali russi e subito decide di accantonare i progetti letterari piu o meno grandiosi che gli affollano la mente, per scrivere un romanzo-pamphlet ispirato proprio a quella vicenda sanguinosa. intende mettervi in caricatura la nuova generazione dei nichilisti, fanatici e brutali, ma anche denunciare il loro legame con gli irresponsabili "padri", i "liberali idealisti", gli occidentalisti e i socialisti degli anni quaranta per cui lui stesso aveva simpatizzato, prima dell?arresto e dei lavori forzati. "sto scrivendo una cosa tendenziosa", scrive all?amico a. majkov il 25 marzo 1870, "ho voglia di essere sferzante. i nichilisti e gli occidentalisti strilleranno che sono un retrogrado! e vadano al diavolo, diro la mia, fino all?ultima parola". ma la composizione dell?opera e tormentosa e procede tra difficolta con l?editore e ripensamenti. dostoevskij inventa un narratore (il "cronista") che partecipa marginalmente all?azione, la trasporta in una sonnolenta citta di provincia, inserisce un complesso intrigo amoroso e una folla di nuovi personaggi, alcuni buffoneschi, altri luminosi, per ciascuno dei quali elabora un linguaggio, uno stile particolare. cosi col tempo il libello satirico diventa potente, profetico romanzo di idee, nera tragedia. e soprattutto grandiosa riflessione sul problema che sempre tormenta l?autore, quello della ricerca di dio e del male. nei demoni-nichilisti che seminano caos e violenza, il male assume tan

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