







con piu` di 70 prose - e una storia - pamuk mette in scena nelle pagine di questo libro un singolare autoritratto intellettuale costruito con sequenze di frammenti autobiografici, pensieri e "momenti d`essere". al centro mette la sua citta` e la sua attivita` preferita (oltre a quella quasi compulsiva di leggere e scrivere): "guardare fuori dalla finestra", perche` le finestre di istanbul contengono tutte le storie della citta` - un gesto che da` il titolo al racconto che chiude il volume. lo scrittore turco riunisce in un continuum narrativo situazioni, idee e immagini che quasi inspiegabilmente non sono mai confluite nei suoi romanzi.






Parigi, primavera 2012. Alla Maison Dior si insedia Raf Simons, nuovo direttore artistico, con il compito da una parte di onorare la tradizione del marchio, dall'altra di innovarla. Con l'aiuto del suo braccio destro Pieter Muller lo stilista ha solo otto settimane per realizzare la nuova collezione di haute couture, dovendo fare i conti anche con alcune oggettive difficoltà: ha poca dimestichezza con il francese e non disegna bozzetti. Riuscirà a stupire il mondo?


chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sara` trovato a chiedersi almeno una volta perche` le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione piu` semplice - e cioe` non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. a tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. non e` infatti la fragile e indifesa eleanor vance a scegliere la casa, prolungando l`esperimento paranormale in cui l`ha coinvolta l`inquietante professor montague. e la casa - con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole - a scegliere, per sempre, eleanor vance.











all`alba del 1925 il piu` giovane presidente del consiglio d`italia e del mondo, l`uomo che si e` addossato la colpa dell`omicidio di matteotti come se fosse un merito, giace riverso nel suo pulcioso appartamento-alcova. benito mussolini, il "figlio del secolo" che nel 1919, rovinosamente sconfitto alle elezioni, sedeva nell`ufficio del popolo d`italia pronto a fronteggiare i suoi nemici, adesso, vincitore su tutti i fronti, sembra in punto di morte a causa di un`ulcera che lo azzanna da dentro. cosi` si apre il secondo tempo della sciagurata epopea del fascismo narrato da scurati con la costruzione e lo stile del romanzo. m. non e` piu` raccontato da dentro perche` diventa un`entita` distante, "una crisalide del potere che si trasforma nella farfalla di una solitudine assoluta". attorno a lui gli antichi camerati si sbranano tra loro come una muta di cani. il duce invece diventa ipermetrope, vuole misurarsi solo con le cose lontane, con la grande storia. a dirimere le beghe tra i gerarchi mette augusto turati, tragico nel suo tentativo di rettitudine; dimentica ogni riconoscenza verso margherita sarfatti; cerca di placare gli ardori della figlia edda dandola in sposa a galeazzo ciano; affida a badoglio e graziani l`impresa africana, celebrata dalla retorica dell`immensita` delle dune ma combattuta nella realta` come la piu` sporca delle guerre, fino all`orrore dei gas e dei campi di concentramento. il cammino di m. il figlio del secolo - caso letterario di assoluta originalita` ma anche occasione di una inedita riaccensione dell`autocoscienza nazionale - prosegue qui in modo sorprendente, sollevando il velo dell`oblio su persone e fatti di capitale importanza e sperimentando un intreccio ancor piu` ardito tra narrazione e fonti dell`epoca. fino al 1932, decennale della rivoluzione: quando m. fa innalzare l`impressionante, spettrale sacrario dei martiri fascisti, e piu` che onorare lutti passati sembra presagire ecatombi future.