elisa vorrebbe solo una cosa: annullarsi in gilles. vivere per e attraverso gilles, non essere altro che sua moglie. preparargli la cena, guardarlo mangiare, guardare i suoi occhi, la sua bocca, i suoi capelli. ma il giorno in cui elisa capisce che gilles, suo marito, e` diventato l`amante di sua sorella, tutto crolla attorno a lei. eppure sceglie di tacere, di sorridere, di sopportare in silenzio l`indifferenza di gilles, perfino che gilles le parli del suo amore per l`altra, della sua gelosia. madeleine bourdouxhe, considerata tra i maggiori scrittori belgi del secolo scorso, pubblico` questo romanzo nel 1937.
siamo nella francia del 1830, anno della rivoluzione di luglio. le inchieste del capitano martial, comandante della "mezza brigata" di polizia a cavallo, incrociano le strade dei tre partiti in lotta, orleanista, legittimista filoborbone e repubblicano, ma soprattutto prendono forma e si sviluppano secondo un concetto molto personale che il capitano ha del suo potere professionale... portato a seguire il filo dell`avventura piuttosto che quello dell`indagine sistematica, martial lascia spesso che la passione per i cavalli e per le bevute, oppure il rispetto di un "gentlemen`s agreement" predominino su una visione strettamente legalista della giustizia.
grace e janice sono nate povere, nella piu` defraudata working class inglese. grace e` intelligente, fredda, disincantata ed esperta; janice vorrebbe solo essere sollevata dalla responsabilita` di curarsi di se stessa. in carcere si incontrano, si capiscono e decidono di fondare insieme un`impresa... potrebbe essere l`inizio di un soggetto del free cinema inglese degli anni sessanta: l`ordinaria congerie di quotidiani piccoli squallori senza storia, e forse un dramma finale inopinato. e invece, grace e janice, decidono di dare un vento di eroismo alla propria esistenza: una societa` per derubare, dietro a una infallibile messa in scena, pensionate indifese a casa loro.
un maestro del cinema contemporaneo, premio oscar nel 1990 con "nuovo cinema paradiso", racconta la passione e la professionalita` che si nascondono dietro la macchina da presa. da kurosawa a fellini, da truffaut a pasolini, i maestri del grande schermo prendono vita in una grande conversazione sull`arte dei sogni di celluloide, un percorso attraverso film e protagonisti che hanno acceso le emozioni di intere generazioni.
"questo libro e` il distillato di quanto ho da dire, in tarda eta`, sulla musica, sui musicisti e su questioni relative al mio mestiere" dichiara alfred brendel, che, scegliendo la forma dell`abbecedario musicale - da "accento" a "zarzuela" -, rivela ancora una volta la sua duplice natura di musicista e acuto saggista, oltre a confermare la sua predilezione per l`aforisma e il frammento. chi lo conosce sa che nei suoi scritti profonde riflessioni sui problemi dell`interpretazione musicale si alternano ad aneddoti, considerazioni sulla tecnica pianistica a sapide testimonianze sui rapporti ora idilliaci ora burrascosi con direttori d`orchestra e cantanti: e questo vademecum lo conferma. qui tutto ruota intorno al pianoforte, "mobile dai denti bianchi e neri" che sotto le mani dell`interprete diviene "luogo di metamorfosi", unico strumento che consenta di "evocare la voce umana nel canto, il timbro di altri strumenti, l`orchestra, l`arcobaleno o l`armonia delle sfere". gli appassionati troveranno dunque risposte originali agli interrogativi che il testo musicale pone all`interprete, e suggerimenti anche inconsueti sulla costruzione del repertorio e sul significato della fedelta` esecutiva. nonche` illuminanti ritratti dei compositori che hanno accompagnato la vita di brendel: da bach a liszt, passando per scarlatti, mozart, beethoven, chopin, schubert, schumann e brahms.
il mondo della pittura di icone, che florenskij - soggiogante figura di mistico, filosofo, matematico e teologo, quale poteva apparire soltanto in quella prodiga fioritura di genialita` che si ebbe in russia nei primi anni del secolo scorso - ci svela in queste pagine, rimarrebbe per sempre incomprensibile se lo si avvicinasse con i consueti strumenti della critica d`arte. esente dalla prospettiva, incompatibile con la concezione della pittura dominante in occidente dal rinascimento in poi, l`icona presuppone una metafisica delle immagini e della luce. ed e` a questa metafisica che florenskij ci introduce, scendendo poi in analisi storiche acutissime, che svariano dalla pittura fiamminga alle tecniche della preparazione dei colori, dalle forme dei panneggi al significato dell`oro e al nesso fra le icone e la liturgia della chiesa orientale. accompagnati da questa guida incomparabile, possiamo cosi` finalmente varcare le dell`iconostasi, , luogo dove si manifesta una pittura sublime, in cui le cose sono .