
anni venti. una banda variopinta di esemplari della jeunesse dore`e inglese, che il ricchissimo e affascinante max ha invitato a sue spese a una partita di piacere in francia, si e` data appuntamento alla stazione. un topos classico della narrativa: ma "questo libro non somiglia a nessun altro" avverte tim parks nel saggio che lo accompagna. una fitta nebbia gravita sulla stazione e sulla storia; una materia grigia che pervade tutto in modo subdolo, provocando scompiglio e disorientamento. henry green, "maestro del sottinteso" oltre che "santo del mondano", coglie le sfumature del parlato perforando, nelle quattro ore in cui si svolge la vicenda, le pareti della coscienza, anche quella di classe, cosi` peculiare della societa` britannica.

pubblicati tra il 1985 e il 1987, i tre romanzi che compongono questa "trilogia" sono raffinate detective stories in cui le strade di new york fanno da cornice e palcoscenico a una profonda inquietudine esistenziale. "citta` di vetro" e` la storia di uno scrittore di gialli che "accetta" l`errore del caso e fingendosi un`altra persona cerca di risolvere un mistero. "fantasmi" narra la vicenda di un detective privato che viene assoldato per tenere sotto controllo una persona, ma a poco a poco i due ruoli si scambiano e colui che doveva spiare diventa colui che viene spiato. "la stanza chiusa" racconta di uno scrittore che abbandona la vita pubblica e cerca di distruggere le copie della sua ultima opera.

nella rete sterminata di gallerie delle fogne si aggira un topo poliziotto (il nipote della famosa cantante josefine!) alla ricerca di un feroce assassino. uno scrittore argentino fa uno strano viaggio a parigi, dove si ritrova a far l`amore con una puttana . un avvocato bonaerense abbandona tutto per andare a vivere nel deserto insieme ai gauchos, i bovari della pampa argentina...


La storia di Palermo raccontata da due amici.
in questo libro due maestri, e le loro idee, sono a colloquio. la tesi junghiana dell`inconscio collettivo dialoga con le pagine piu` vive sulla mitologia che kerenyi abbia mai scritto. la creazione mitica non e` che la rappresentazione degli archetipi, e come tale rivela una sfera importante della psiche. il testo di kerenyi si riferisce ai fanciulli e alle fanciulle divine, mentre quello di jung ne e` il naturale commento psicologico. si tratta pero` di sezioni autonome, che si possono leggere anche in ordine invertito. per jung il tema onirico della "fanciullezza" rappresenta la parte "giovane" della psiche collettiva e come tale cela sempre un valore positivo. prefazione di mario trevi.