
nella parigi della belle epoque il poeta jean mortimar succede in seno all`accadeia di francia al monsignor d`abbeville, noto per le sue virulente polemiche contro la scienza positivista. al momento della prolusione, mortimar riceve un biglietto di minacce e, non appena attaccato il discorso, crolla a terra cadavere. a sostituirlo sulla medesima poltrona viene designato il capitano di vascello maxime d`aulnay, cui viene recapitata un`altra missiva minacciosa pochi istanti prima che prenda la parola per il discorso inaugurale. ma, appena finito di pronunciare le ultime parole, il poveretto porta le mani al viso con un gesto disperato e stramazza al suolo...






Commedia in due atti scritta nel 1929, e rappresentata per la prima volta dalla compagnia «Teatro Umoristico i De Filippo» il 9 ottobre 1932 a Napoli, al Teatro Sannazzaro, Chi è cchiu felice 'e me! ha - come ha sottolineato Fiorenza Di Franco - «il fondo delle vecchie farse sul tema tradizionale dell'infedeltà coniugale e della cecità del marito tradito. Ma l'accuratezza con cui vengono sottolineati i tratti del protagonista fanno pensare che Eduardo abbia voluto andare oltre alla presentazione caricaturale di un tipo. Mettendo in risalto l'individualismo di Vincenzo, la sua sete di meschina felicità, il suo isolarsi nel suo piccolo mondo, suggerisce una critica alla borghesia italiana - certamente non recepita all'epoca - che proprio con questo modo di concepire la vita ha permesso l'avvento del fascismo e il suo progressivo rafforzamento».



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