la figura di ce`cile e` diversa dalle altre protagoniste femminili di fontane. come le altre e` infelice, insoddisfatta di un matrimonio di convenienza e dell`ambiente angusto in cui e` costretta a vivere: vorrebbe stabilire rapporti umani piu` autentici, avre amici, ma gli altri la fraintendono, la giudicano dalle apparenze. la sua natura pero` e` particolare: sotto la dolcezza e la remissivita` nasconde un fondo di durezza e intransigenza "cattolica". nel corso della storia segni che trasfigurano la realta` ci suggeriscono che non ci sara` lieto fine: manca la consueta riconciliazione con il mondo. la bonta` che solitamente tutto fa capire, in questo casa lascia spazio alla verita` dei giudizi e pregiudizi borghesi.
eschilo e` il primo dei grandi tragediografi greci, vissuto tra il 525 e il 455 a.c. la cultura ellenica stava allora passando da una visione arcaica dell`universo a una concezione piu` razionale. l`idea di un destino dominato da forze cieche e oscure stava lasciando il posto a un`organizzazione della vita sociale secondo forme di partecipazione collettiva al potere, basata su regole imparziali e democratiche. i protagonisti delle tragedie di eschilo non sono piu` semplici mortali in balia di forze estranee, ma uomini coscienti, certo sottoposti alle dure leggi della necessita`, ma anche responsabili delle proprie scelte. i suoi personaggi, quindi, sono vittime e colpevoli insieme, figure complesse e spesso (basti pensare a clitennestra) stupendamente delineate nella loro profondita` emotiva.