

serra scrisse questa difesa della letteratura quando era impegnato in quella guerra che di li` a poco lo avrebbe condotto alla morte. credere alla guerra come rigenerazione dell`umanita` e del pensiero era un`idea diffusa nel primo novecento, ma la guerra non cambia nulla dell`universo morale, non cambia i valori artistici e non li crea. "che cosa e` che cambiera` su questa terra stanca, dopo che avra` bevuto il sangue di tanta strage: quando i morti e i feriti, i torturati e gli abbandonati dormiranno insieme sotto le zolle e l`erba sopra sara` tenera, lucida, nuova, piena di silenzio e di lusso al sole della primavera che e` sempre la stessa?" a questa domanda di serra non e` stata ancora data risposta.

nelle democrazie consolidate la partecipazione politica rappresenta una funzione fondamentale, suscettibile di oscillare fra i poli dell`entusiasmo e della delusione. il volume illustra questo complesso e mutevole fenomeno. inoltre tracciate le principali e piu` recenti trasformazioni qualitative e quantitative della partecipazione, e della non partecipazione, in italia e in europa.

la crisi dei regimi comunisti nel 1989-91 ha cambiato radicalmente lo scenario politico mondiale, obbligando l`occidente a riconsiderare il proprio atteggiamento nei confronti dei paesi che aderivano al patto di varsavia. questo volume ricostruisce il percorso che ha portato i paesi est-europei e balcanici ad uscire dal comunismo e la loro lunga transizione alla democrazia, tuttora in corso e lontana dall`aver assicurato una stabilizzazione all`area, che oggi si affaccia alla nuova realta` dell`europa a venticinque. dopo un`introduzione che fornisce il contesto geopolitico e un bilancio delle diverse interpretazioni sulle cause del crollo, l`autore affronta la storia politica dei vari paesi negli anni settanta e ottanta, poi si concentra sull`economia e i suoi problemi, largamente ritenuti i principali responsabili della crisi; descrive quindi il triennio che segno` il tracollo dei regimi comunisti, e termina con un`analisi complessiva della transizione, nella quale emerge in particolare la tragedia della iugoslavia.






in un tempo lontano un coraggioso guerriero conquisto` a uno a uno tutti i regni del sol levante. nessuno ricorda da dove parti`, ne` quale fosse il suo vero nome: e` stato tramandato ai posteri come l`imperatore. aveva combattuto sanguinose battaglie, assediato citta`, guadato torrenti e distrutto villaggi; tutto per conquistare la mano di una fanciulla di straordinaria bellezza: la principessa huo, l`unica donna d`oriente con i capelli rossi come fiamma viva. doveva trovarsi nella capitale del vecchio impero ma, quando venne setacciata in lungo e in largo dall`esercito dell`imperatore, di lei non si trovo` alcuna traccia. un giorno un giovane scrivano, accompagnato da un servitore muto, si presento` al cospetto dell`imperatore con un libro antico e prezioso: l`atlante dei luoghi immaginari. l`uomo affermava che la principessa era fuggita insieme al suo amante in un regno remoto e che l`atlante era l`unica mappa che poteva condurre al suo ritrovamento. l`imperatore affido` il compito ai suoi quattro fidati comandanti, che salparono l`indomani alla ricerca della principessa perduta. le navi della flotta presero il largo verso i quattro punti cardinali, ma nessun equipaggio poteva sapere a cosa stava andando incontro. qualcuno torno` dal lungo viaggio, altri furono perduti, altri ancora rientrarono sotto nuove sembianze. ognuno porto` all`imperatore notizie diverse sulla principessa, ma tutti gli confidarono il racconto incredibile di un`avventura straordinaria. eta` di lettura: da 10 anni.


Il saggio/romanzo di Quammen ha uno strano fascino, forse perché estremamente ben documentato e preciso, forse perché incute una certa angoscia nel lettore. Nocciolo del testo è il concetto di Spillover, che in gergo tecnico indica quel salto di qualità che un virus tenta per passare da un animale all'essere umano. I virus sembrerebbero i protagonisti di questo romanzo medico di straordinaria voluminosità, forse gli antagonisti di una lotta che ha foggiato l'esistenza di noi esseri mortali.



nel frangente compreso tra la fine degli anni sessanta e l`inizio dei settanta del novecento si esprime in italia la sincronia del `69 operaio con il `68 studentesco; si chiude la fase espansiva del ciclo storico capitalista del ventennio postbellico; si esaurisce la formula politica del centro-sinistra nel quadro di un sistema dei partiti bloccato e senza alternative di governo; si determinano le caratteristiche dell`anomalia italiana del decennio `68-78; si esplicita un diretto intervento paramilitare contro civili inermi, la strage di piazza fontana, che non solo si colloca all`interno del conflitto sociale di un paese democratico ma apre una non limitata al fatto episodico. lo strumento per restituire alcuni dei principali nodi della crisi italiana, delle sue anomalie e delle complessita` politico-sociali che le determinarono non poteva che essere un racconto polifonico di piu fonti e soprattutto di molteplici voci: dagli operai agli industriali, dagli studenti ai poliziotti; dai dirigenti politici ai braccianti; dagli emigrati ai militari. punti di osservazione essenziali che esplicitano i limiti stessi del governo dei processi storici. attraversando rotture e continuita`, torsioni e trasformazioni, crisi e modernita`, e` questo il paese che giunge al 12 dicembre 1969, giorno in cui il senato approva lo statuto dei lavoratori mentre a milano si prepara la strage di piazza fontana. il giano bifronte della storia nazionale.


il cielo e` grigio, milano e` immersa nella nebbia. si sente lo sferragliare dei tram, il fischio dei treni in partenza e il brulichio di una moltitudine che va a passo spedito: la citta` e` densa e preme. ogni giorno la periferia si svuota e ogni giorno uno sciame di persone si muove verso il centro fremente di attivita`. fra loro c`e` carla dondi, . ragazza che sgomita nella societa` degli adulti, ma questa le rimanda indietro i colpi: le molestie dei superiori, le ambiguita` e le contraddizioni di un tempo che corre troppo in fretta verso i radiosi futuri lasciando dietro di se` detriti umani e materiali. la periferia di carla ospita le storie di tanta altra gente come lei, gente di case popolari che il miracolo economico lo legge sui giornali, che il progresso lo insegue in treno o in bicicletta ma non sa bene cosa sia poi veramente, il primo caffe` ancora in corpo prima del turno in fabbrica o in ufficio. forse e` quella gru, quel torracchione di vetro appena innalzato, in cui si specchia un . la voce di pagliarani segue le vicende di carla e le registra rarefatta, metallica, atona. il poeta sonda ogni possibilita` della lingua, ogni sua declinazione colta, ogni sua discesa popolare, aprendosi a un immaginario linguistico apparentemente illimitato: "la ragazza carla" , come scrive aldo nove nella prefazione. canto di un`esperienza individuale e controcanto, molto piu` ampio, di un`italia che sta per vivere una crescita economica e sociale senza precedenti, che lascia alla poesia, all`arte, il compito di svelarne le storture.