


se il professor victor henrik askenasi, proveniente da parigi e diretto in grecia, ha deciso di fermarsi a dubrovnik (che negli anni trenta si chiama ancora ragusa), e` forse perche` - non diversamente dal giacomo casanova della "recita di bolzano", ne` da tanti altri personaggi di marai - e` li` che ha un appuntamento con il destino. perche` li`, forse, trovera` la risposta alla domanda che da sempre lo tormenta - quella che lo ha spinto, alcuni mesi prima, a lasciare sua moglie, i suoi studi e la sua cattedra di greco antico, e ad andare a vivere con una equivoca ballerina russa. situazione banale, in apparenza, sebbene altamente "sconveniente", come amici e colleghi l`hanno giudicata: un maturo signore si innamora di una donna giovane e attraente. e invece no: alla turbinosa eliz, come a tutte le donne che ha incontrato nella sua vita, askenasi non ha fatto altro che chiedere quella risposta. ma nemmeno lei, pur nella sua solare sensualita`, nella sua generosa impudicizia, ha saputo dargliela: eliz non era la meta, poteva soltanto mostrargli la strada. adesso, in un pomeriggio di maggio eccezionalmente caldo, allorche` decide di andare a bussare alla porta della sconosciuta che gli ha rivolto uno sguardo provocante chiedendo la chiave della sua stanza a voce appena troppo alta, askenasi sente che la risposta e` vicina, che e` infine arrivato il momento di oltrepassare quel limite al di la` del quale forse c`e` l`oscurita` del crimine e della follia - o forse la verita`.

tiepolo passo` la vita a eseguire opere su commissione in chiese, palazzi, ville. talvolta affrescando vasti soffitti, come per la residenz di wurzburg o per il palazzo reale di madrid. intorno scorreva la vita di un`epoca - il settecento - che lo apprezzo` e ammiro`, ma senza troppo preoccuparsi di capirlo. cosi` fu piu` facile per tiepolo sfuggirgli, quando volle dedicarsi a effigiare il suo segreto, che tale e` rimasto, in una sequenza di trentatre` incisioni: i capricci e gli scherzi. ciascuno di quei fogli e` il capitolo di un romanzo nero, abbagliante e muto, popolato da personaggi disparati e sconcertanti: efebi fiorenti, satiresse, orientali esoterici, gufi, serpenti e anche pulcinella e morte. li ritroveremo tutti nelle pagine di questo libro, insieme a venere, tempo, mose`, numerosi angeli, armida, cleopatra e beatrice di burgundia: una variegata, zingaresca compagnia sempre in cammino, "tribu` profetica dalle pupille ardenti", come suona un verso di baudelaire. oltre che un intermezzo smagliante nella storia della pittura, tiepolo fu un modo di manifestarsi delle forme, un certo stile nell`ostentarsi della loro sfida. le sue figure rivelavano una fluidita` senza ostacoli e senza sforzi. accedevano a tutti i cieli, senza dimenticare la terra, incarnando per un`ultima volta quella virtu` suprema della civilta` italiana che e` stata la "sprezzatura".





