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arturo ha quattordici anni, abita in america, in uno sperduto paesino sulle montagne, possiede una slitta. per il resto avrebbe preferito chiamarsi john, e di cognome, invece che bandini, jones. la madre e il padre sono italiani immigrati, ma lui avrebbe preferito essere americano. poi c`e` nonna toscana, che considera il genero svevo, padre di arturo, un fallito, e la figlia maria una povera pazza perche` l`ha sposato. una famiglia non solo povera: proprio fatta di poverta`. con questo volume prosegue, dopo "chiedi alla polvere", "la confraternita dell`uva" e "sogni di bunker hill", la ripubblicazione einaudiana delle opere di john fante. introduzione di niccolo` ammaniti.

nella primavera del 1945 gli americani allestirono, in toscana, alcuni campi dove rinchiudere soprattutto prigionieri di guerra tedeschi e italiani della rsi. in questo libro, uno dei protagonisti di quegli eventi racconta il dramma di chi fu "ospite" a coltano, vicino a pisa, ricostruendo la storia dimenticata di un vero e proprio lager dove gli americani sino alla fine di agosto, e poi gli stessi italiani, tennero segregate in condizioni molto dure piu` di 30.000 persone. l`autore, oltre a descrivere la propria esperienza, tenta un bilancio delle vittime morte per la fame, i maltrattamenti e le malattie; una ricerca storica puntigliosa e tenace, resa difficile dall`omerta` dei vincitori, che rivela una delle pagine piu` buie dell`immediato dopoguerra.

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