
jacques derrida legge la vastissima opera di artaud nel segno del superamento "della metafisica cosi` come lo intende heidegger, indicando nello "stare sul limite" il luogo stesso che, rispetto alla storia della metafisica, "non e` ne` dentro ne` fuori". leggere antonin artaud al di qua di questo desiderio di riappropriazione di se` (di qualsiasi retorica del "corpo proprio") e della condanna di tutto cio` che egli identificava come l`improprio che investe, come si sa, la filosofia, la politica, la tecnica e, piu` in generale, le protesi, i derivati, i supporti, l`artificiale insomma, contro cui si scaglia in "pour enfinir avec le jugement de dieu"." (dallo scritto di alfonso cariolato)


torna in libreria a quasi quarant`anni dalla versione originale non libro piu` disco, pubblicato da bompiani nel 1970 e accolto con proteste soprattutto per la "parolaccia" che giganteggia nella prima pagina. all`epoca la sua forma doppia (scritta e orale) e le sue invettive scandalose provocano curiosita` e insieme sconcerto. non libro piu` disco e` un oggetto inclassificabile, un caposaldo della genealogia dei fuoriformato; anzi un non-oggetto. zavattini stesso non sa come definirne la natura: . il non-libro affida all`immaginazione tipografica, al gioco coi caratteri e con il loro corpo, la coreografia e il movimento convulso di un discorso che e` insieme interiore e pubblico, rivolto alle istituzioni letterarie e aperto su un mondo caotico di cui zavattini capta il mutamento, la rapida trasformazione.

tra il 1848 e il 1875 l`economia capitalistica estende la sua influenza su tutti i continenti, trasformando o semplicemente subordinando le realta` piu` diverse. l`ideologia liberista si afferma in europa e negli stati uniti che insieme costituiscono il centro propulsore della grande trasformazione. grandi concentrazioni di ricchezza, vasti movimenti di popolazioni, sviluppi straordinari e concrete applicazioni della tecnologia su larga scala caratterizzano questi decenni. sul piano politico, la rivoluzione, che ha dominato la scena nei settanta anni precedenti, scompare dall`orizzonte.

"in un grande museo londinese arriva dalla garamanzia il fanciullo d`oro: sarcofago millenario di un re morto bambino. sir william lo porto` alla luce durante una spedizione archeologica. e mentre ai piani inferiori che ospitano la mostra fa da coro la massa di visitatori, ai piani segreti superiori, tra la biblioteca e i magazzini, si svolge un complesso intrigo. piu` morti, un suicidio, un falso clamorso, traffici clandestini di beni museali, affari di spionaggio internazionale sono gli eventi che caratterizzano questo racconto".



l`autore traccia in questo libro una vera introduzione alla teologia cristiana, scegliendo di raccontare in sette medaglioni i pensatori che con la loro opera hanno segnato una svolta nel modo di intendere il cristianesimo. a partire da paolo, colui che ha emancipato il cristianesimo dalla servitu` della legge, facendone una religione universale, passando per origene, agostino, tommaso d`aquino fino a martin lutero, friedrich schleiermacher e karl barth, ognuno dei sette ritratti e` biografia, storia culturale, sintesi teorica e profilo critico. insieme, costituiscono il percorso attraverso il quale l`autore giunge, nell`epilogo, a individuare le sue personali linee-guida di quella che dovra` essere la teologia del presente e del futuro.


la gerusalemme liberata e`, per universale riconoscimento, il capolavoro del tasso, un`opera tuttora capace di appassionare il lettore e di ispirare un`incessante bibliografia critica nonche` una mirabile illustrazione pittorica e musicale. l`intreccio (e la contraddizione) fra norma sociale, morale religiosa e spirito di avventura, sviluppato attraverso straordinarie peripezie guerresche e amorose, permea questo poema in venti canti incentrato sulla prima crociata, sulla liberazione del santo sepolcro e su personaggi diventati immortali, come goffredo di buglione e tancredi. l`opera e` corredata da un puntuale e utile apparato di note e da un`introduzione di ferruccio ulivi.

nella storia del pensiero il giardino e` sempre stato visto come una metafora vitale dell`opera di dio, dal mito fondativo dell`eden fino ai giardini zen giapponesi. le diverse epoche storiche non hanno fatto quindi che interpretare il particolare rapporto sviluppato dall`uomo con la natura, proprio attraverso l`arte dei giardini, per la loro capacita` di risvegliare gli accordi profondi dell`animo umano. ma senza cura non si da` giardino. mondo chiuso, indefinitamente malleabile, il giardino da` corpo al vecchio sogno del microcosmo. lo si struttura, consapevolmente, come l`immagine, su scala umana, del cosmo smisurato. in un giardino tutto diventa possibile. vi si puo` modellare a proprio modo la creazione, giocare con le stagioni, le luci, le prospettive, le chiome. per questa ragione, i giardini di un`epoca sono tanto rivelatori dello spirito che la anima, quanto possono esserlo la scultura, la pittura o le opere degli scrittori. il libro dedicato da pierre grimal alla storia del giardino, leggiadro e colto al contempo, costituisce ancora oggi una chiave d`accesso essenziale a uno dei temi cruciali della nostra storia culturale.








