



di ciano si e` scritto molto. marco innocenti, rievocandolo in queste pagine, fra i tanti tagli ha scelto il piu` drammatico. galeazzo l`antitedesco, il nemico di hitler. galeazzo che dice presago: "hitler al potere? mio dio, e` una catastrofe". galeazzo che percepisce per primo la pericolosita` dei tedeschi. galeazzo che si fa odiare da hitler, mettendosi di traverso sulla strada della guerra. galeazzo che dice si`, forte e chiaro, nella notte del 25 luglio. galeazzo nella cella degli scalzi, a verona, ad attendere l`esito gia` scritto di un processo farsa. galeazzo che finisce con sette pallottole in corpo, nell`erba ghiacciata di un fossato. pallottole fasciste ma partite da berlino, per ordine di hitler, il monomaniaco massacratore da tavolino che ciano, il "traditore", aveva osato sfidare.

la sera del 13 ottobre 1943, sulle colline di caiazzo presso caserta, alcuni soldati della wehrmacht, guidati da un giovane sottotenente, trucidarono in modo gratuitamente efferato ventidue civili italiani, nella quasi totalita` donne e bambini. la strage scomparve dalla memoria collettiva per quasi mezzo secolo e solo nel 1988, a seguito di fortuite circostanze e dell`iniziativa di un coraggioso ricercatore italoamericano, la procura di santa maria capua vetere apri` un procedimento penale per scoprirne movente e autori. il processo si concluse nel 1994 con la condanna all`ergastolo di due dei responsabili: resta l`unica sentenza in italia da parte di una corte d`assise, e non di un tribunale militare, di condanna di criminali nazisti. a raccontare una vicenda storica e giudiziaria davvero agghiacciante e coinvolgente e` il pubblico ministero che ebbe un ruolo determinante nel processo. la sua e` una testimonianza fondamentale per il recupero della memoria dello spietato episodio, ma anche una riflessione sulla giustizia e sulle logiche della ragion di stato che portarono alleati e autorita` italiane a insabbiare la vicenda.






