






un ragazzino di quindici anni, di "un midwest intorno a roma", tutte le mattine compra il giornale e ne conserva ogni copia con cura religiosa. perche` su quel giornale scrive qualcuno, un signore ormai ottantenne, che ammira come il suo personale grande gatsby. il ragazzino ruba la macchina da scrivere del nonno e inizia a mandargli lettere firmandosi una volta alessandro manzoni, un`altra volta karl marx. e quando la penna piu` prestigiosa del "corriere della sera" gli risponde pubblicamente nella sua rubrica, il ragazzino - che si chiama paolo di paolo - non crede ai propri occhi. poi un giorno squilla il telefono di casa, e una voce profonda e imperiosa dice: "sono montanelli". e soltanto uno degli episodi raccontati in questo libro che e` il sentito omaggio a un maestro del novecento. ma cosa ci puo` insegnare, oggi? che le speranze nascono dalle idee, innanzitutto. che la liberta` e` solitudine, perche` l`indipendenza e il successo dipendono sempre dalle proprie scelte. che per guadagnarsi spazio nel mondo serve essere ostinati e, mentre il mondo cambia, cambiare rimanendo se stessi. che si puo` sbagliare idea, accusare il colpo e ripartire da zero. nella scrittura precisa e avvolgente di di paolo, la vita inimitabile di montanelli diventa un film di cui godersi ogni scena: quelle piu` eroiche, quelle che strappano sorrisi, ma anche quelle che fanno discutere. con un`unica certezza: montanelli non ha mai voluto mettere d`accordo nessuno.

manca ancora un mese a natale, ma a procolo jovine, titolare del miglior ristorante di bauci, piace fare le cose per bene e sta gia` preparando un menu` coi fiocchi. del resto, il suo pranzo del 25 e` qualcosa di leggendario, un incantesimo di sapori e profumi capace di far tornare gli adulti bambini e riportarli nelle cucine delle loro nonne. i suoi segreti? il rispetto rigoroso della tradizione e una ricerca maniacale degli ingredienti piu` genuini. percio`, in questo meraviglioso paese della costiera amalfitana, la sua autorita` culinaria e` indiscussa. una mattina pero`, dall`altro lato della piazza, dove c`era una profumeria, procolo nota una nuova insegna "experience" - che promette "percorsi emozionali in cucina". una fitta allo stomaco lo avvisa che qualcosa non va. e quel qualcosa prende presto il volto di jacopo taddei, il paladino della cucina molecolare, il principe della mondanita` in tv, "colui il quale ha trasformato le ostriche in nuvole, scomposto i prodotti in particelle, e inventato il cappuccino di baccala`". un uomo bellissimo e, "ca va sans dire", il sogno proibito di ogni donna. per procolo il suo arrivo e` un oltraggio, un insulto, una sfida. di piu`: un atto di guerra. franco di mare mette in scena una brigata di personaggi irresistibili le cui bassezze e genialita` sono quelle di tutti noi. perche` la cucina e` vita, e la vita e` fatta di gioie, grattacapi, rivalita` e grandi amori.

"il premio strega ha settant`anni. e nato, nell`immediato dopoguerra, grazie all`amicizia tra il colto imprenditore guido alberti e la grande scrittrice maria bellonci, che credeva fosse importante inventare e realizzare un premio come nessuno mai lo aveva immaginato. un premio affidato, come avrebbe detto lei, a "una giuria vasta e democratica", caratterizzata non tanto dal numero, quanto dalla varieta` e vastita` delle competenze. non solo scrittori, professori e critici letterari, ma un piu` largo pubblico di giornalisti, imprenditori, registi, attori interessati alla letteratura, come un polmone prezioso per il respiro di una societa` democratica quale ci auguravamo di poter cominciare a costruire allora. quanto ha contato il premio nella vita culturale del paese, anche in quella parte piu` profonda e meno visibile? sulla parte piu` visibile non abbiamo dubbi e non e` un gran merito: dipende dai giornali, dai mass media e dalle contingenze se e` il piu` citato tra i moltissimi premi letterari italiani. le critiche intorno al funzionamento dello strega sono anche quelle moltissime. ne abbiamo tenuto conto, abbiamo tentato di migliorarne l`organizzazione. le critiche continuano, nondimeno, e noi speriamo che continuino per altri cento anni. mi viene in mente quello che diceva churchill sulla democrazia, che e` la peggiore forma di governo eccezion fatta per tutte le altre sperimentate finora. credo che questo valga anche per il premio strega." (tullio de mauro)

quando arriva il secondo figlio, myriam decide di riprendere a lavorare. e una scelta sofferta, ragionata, discussa a lungo con paul, il marito, eppure imprescindibile, e appena si presenta l`occasione la neomamma la afferra con tenacia e torna alla sua professione di avvocato. adesso pero` serve una tata per mila e adam. sara` una selezione severa, nessuno affida di buon grado i propri figli a una sconosciuta. poi un giorno nell`appartamento dei masse entra louise: luminosa, solare, dolce, e i bambini, soprattutto mila, sembrano sceglierla prima dei genitori. e l`incastro perfetto dell`ultima tessera di un puzzle. la donna guadagna l`affetto incondizionato dei piccoli e la gratitudine di myriam e paul, trasforma la casa in un incanto, li vizia anticipando ogni loro necessita`. finche` questo rapporto di dipendenza, come tutte le dipendenze, non si incrina, mostrandosi eccessivo, non si rivela sbagliato e infine deraglia rovinosamente. attraverso la descrizione chirurgica, certosina, della giovane coppia e della figura intrigante e misteriosa della tata, "ninna nanna" affonda lo sguardo nelle nostre concezioni dell`amore, dell`educazione, dei rapporti di forza che si celano dietro il denaro, parlandoci di pregiudizi culturali e di classe e del tempo in cui viviamo. e ci mette di fronte ad alcune delle piu` recondite paure di ogni genitore, di ogni donna e di ogni uomo.

antefatto: in un tempo passato indefinito, un uomo trasporta un carico prezioso con tre persone che lo tradiscono,uccidono e depredano. l`azione si sposta a oggi: andrea bianchi, milanesee insegnante di biologia, va in vacanza proprio nei luoghi dell`antico misfatto: sanguinosi delitti sono legati con un`antica credenza, o a un racconto mitologico.











che differenza c`e` tra danzare per far piovere, e schiacciare un tasto per illuminare uno schermo? in entrambi i casi, un movimento del nostro corpo fa accadere qualcosa. nel primo caso, la danza della pioggia si rivolge a una qualche divinita` e il dispositivo che ne attiva l`intervento e` il nostro corpo. nel secondo caso il dispositivo e` un prolungamento del corpo. norbert wiener, matematico, sottolineava, gia` negli anni cinquanta del novecento, la pericolosa e facile identita` tra religione e tecnologia. e dunque ragionevole domandarsi oggi quanto politiche culturali prive di immaginazione abbiano allontanato la tecnologia dalla scienza, trasformandola in una fede che ha i propri sacerdoti, i black fridays di festa, gli eretici, gli atei e i martiri da social network.

il mito di fetonte narra la storia di un ragazzo arrogante che, per dimostrare di essere figlio del sole, ottiene dal padre un diritto che non gli spetta, quello di guidare il suo carro fiammeggiante. incapace di reggerlo, brucia la terra e viene punito con la morte. questo mito parla di noi, racconta la nostra superbia antropocentrica, la nostra cecita di fronte al riscaldamento globale e alla distruzione dell?ambiente. fetonte rivela dunque l?hybris dell?uomo moderno che si crede figlio di dio, arrogandosi il diritto di spingersi sempre piu avanti, certo della propria superiorita. anche questa volta maurizio bettini dimostra come il mito antico abbia la straordinaria capacita di mettersi subito "in contesto", di connettere i gangli narrativi a temi e problemi che sono propri dell?oggi, prefigurandoli nelle sue fascinose vicende.