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a capo di un corteo di politici, giornalisti, medici, orchestrali e maggiordomi, nel suo viaggio elettorale tra i paesi della basilicata, giuseppe zanardelli diventa l`eroe leggendario di un mondo decrepito e visionario, abituato a patire le ingiustizie della storia, ma desideroso anche di mostrare un volto festoso e scanzonato. e mentre la carovana si inerpica a bordo di treni e diligenze sui monti di una lucania che attende il suo passaggio a suon di bande e fuochi pirotecnici, un fotografo raccoglie pericolosi segnali di complotto.

approfittando della tradizionale metafora degli animali il romano trilussa compie una divertente ma spietata analisi dei vizi e delle debolezze dell`uomo. una serie di racconti fantasiosi che con tono scanzonato ribadiscono le aspirazioni e le debolezze di tutta l`umanita`.

a sei donne incontrate fra il 1932 e il 1935, quasi tutte sue amanti occasionali, sono indirizzate queste lettere di ce`line, dove sempre risuona la petite musique del suo stile. sei donne che ce`line continua a seguire e proteggere: e, se si guarda bene dal parlare d`amore, non lesina consigli su come usare gli uomini nel modo migliore, cioe` "per il piacere e per i soldi". ma soprattutto, lettera dopo lettera, con una generosita` che rende lacerante la violenza autodenigratoria ("gia` vecchio, depravato, non ricco, malmesso insomma. tutt`altro che un buon partito. battona e malfido"), non cessa di illuminare per barbagli, a loro beneficio, il mondo. in fondo, scrive a evelyne pollet, "crepare dopo essersi liberato, e` almeno questa l`impresa d`un uomo! aver sputato ogni finzione...".

ha scritto pietro citati . per tutti coloro che dal 2005 (anno della pubblicazione di "suite francese" in italia) hanno scoperto, e amato, le sue opere, questo libro sara` una sorpresa e un dono: perche` potranno finalmente leggere la - dattiloscritta dal marito, corretta a mano da lei e contenente quattro capitoli nuovi e molti altri profondamente rimaneggiati - del primo dei cinque movimenti di quella grande sinfonia, rimasta incompiuta, a cui stava lavorando nel luglio del 1942, quando fu arrestata, per poi essere deportata ad auschwitz. una versione inedita, e differente da quella, manoscritta, che le due figlie bambine si trascinarono dietro nella loro fuga attraverso la francia occupata, e che molti anni dopo una delle due, denise, avrebbe devotamente decifrato. qui, nel narrare l`esodo caotico del giugno 1940, e le vicende dei tanti personaggi di cui traccia il destino nel suo ambizioso affresco - piccoli e grandi borghesi, cortigiane di alto bordo, madri egoiste o eroiche, intellettuali vanesi, uomini politici, contadini, soldati -, ne`mirovsky elimina tutte le fioriture, asciuga e compatta; non solo: ricorrendo alla tecnica del montaggio cinematografico, limitandosi a , sopprimendo ogni riflessione e ogni giudizio, conferisce a questo allegro con brio un ritmo piu` sostenuto - e riesce a trattare la che ne costituisce la materia con una pungente, amara comicita`.

e un lungo, coinvolgente percorso quello in cui ci guida la voce di biancamaria frabotta, un percorso di decenni tra i piu` solidi e duraturi della nostra poesia d`oggi. nella classica compostezza della sua pronuncia, questa poetessa, tanto amabile e riflessiva, passa dal giovanile ardore, dall`ideologica passione degli esordi, ai mutamenti, lievi quanto essenziali e profondi, di una personale avventura, dentro le lacerazioni e le delusioni dell`epoca, per approdare a un vivo e paziente sentimento dell`esserci. e tutto questo nella luce della poesia, che e` il piu` alto momento di sintesi a sua disposizione e che si evolve nelle progressioni di un viaggio, nella sua bellissima viandanza. una vicenda poetica, quella di biancamaria frabotta, che si muove, sempre in pieno equilibrio di linguaggio e toni, alla ricerca, anche, della meraviglia semplice, nella felice perlustrazione, sempre piu` fitta, dell`apparentemente minimo o marginale. fino alla fiducia in una realta` piu` domestica e del sentimento, quella che troviamo in la pianta del pane che, come scrive roberto deidier nella sua limpida postfazione, . ma la piana coerenza di questa autrice trova conferma nell`umanissima, antiretorica saggezza del piu` recente "da mani mortali" e nella raccolta, dove si accentua l`adesione aperta alla , che non potra` non coincidere con una piena adesione del lettore alla bellezza saggia e impeccabile, pacata e pure cangiante dell`opera di biancamaria frabotta. nota biobibliografica di carmelo princiotta.

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