il monaco, il cavaliere, il contadino, l`intellettuale, l`artista, il mercante, la donna, il santo, l`emarginato: l`affascinante mondo medievale attraverso le sue figure piu` significative.
l`insoddisfazione per la vita in una provincia povera di stimoli, l`amore divorante per la lettura, la delusione della vita a corte, un matrimonio tardivo e poco romantico, la difficolta` ad accettare di diventare madre, la ricerca di una felicita` possibile solo nella fantasia, la scelta infine della solitudine: dal giappone di mille anni fa questa e` la storia in forma di diario di una donna, dei suoi sogni e delle sue disillusioni. un racconto autobiografico al femminile di una scrittrice di cui non sappiamo nemmeno il nome, perche` in quella societa` patriarcale non aveva il diritto ad averne uno, perche` poteva riconoscersi solo come moglie, madre, sorella o figlia, e che attraverso la scrittura cerca invece di costruire il proprio mondo.
"il premio nobel 2009 a herta muller riporta alla nostra attenzione questo romanzo per tanti aspetti autobiografico, scritto subito dopo il passaggio dell`autrice dalla romania alla germania ovest (1987) e pubblicato nel 1989 alla vigilia della caduta del muro di berlino. si tratta di una delle prime e piu` forti testimonianze della difficolta` di vivere quel passaggio. e un`opera che racconta, infatti, l`esperienza di fuga da una dittatura e il travaglio di un esilio volontario, tanto cercato quanto doloroso e traumatico; della nostalgia e della perdita, della vita nomadica, di una coazione al movimento attraverso stazioni grandi e piccole, su treni, scompartimenti, sale d`aspetto e lungo binari. con uno stile secco e tagliente, con un racconto senza ornato e senza tentazioni sentimentali, con una lingua alla quale restera` sostanzialmente fedele negli anni, herta muller fissa quasi ossessivamente gli oggetti e i gesti minimi di una vita tra confini e non-luoghi, racconta gli amori, le inibizioni e i ricordi di una giovane donna, il suo disagio di fronte a nuove relazioni umane. questo romanzo, nel quale si intrecciano e si confondono valenze simboliche e dati di realta`, costituisce senza dubbio una tappa centrale nel coerente percorso di scrittura che ha portato herta muller ad ottenere il massimo riconoscimento internazionale". (maria fancelli)
la trilogia persiana nasce a puntate, sollecitata dagli spettatori veneziani, ansiosi di conoscere il seguito delle avventure di ircana, la schiava "indiavolata" della "sposa persiana". nella sua persia di cartapesta, goldoni esplora, lungo tre tappe successive, un universo psicologico inedito, dove e` lecito degustare i sapori forti dell`erotismo, dell`ambivalenza e della nevrosi in intrecci melodrammatici ricchi di elementi spettacolari, ma anche di scabrosi inserti comici. questa edizione da` conto di manoscritti e stampe-pirate che se ne fecero, molto diverse dalla composta versione a stampa voluta alla fine dal commediografo.
"scegliendo le parole con la cura e la pacatezza di un abile intarsiatore la gaskell racconta con straordinaria delicatezza la storia di phillis, cugina del diciannovenne paul, e si esprime attraverso una sorta di realismo in bilico tra due ideali: da una parte la campagna, armoniosa e immobile, e dall`altra la citta` con il suo dinamismo ineluttabile e divoratore". (kate singleton)
tre poemetti narrativi, tre raffinati monologhi drammatici, tre storie, tre ritratti di pittori che insieme vanno a costruire, in un gioco intricato di voci e di punti di vista, di rispecchiamenti e di simmetrie un`unica scena di una firenze rinascimentale, anch`essa fatta di luci e ombre, scorci notturni inusitati e luminosita` improvvise, ai confini tra arte e vita, tra quadro e realta`. tre monologhi drammatici che, concepiti da browning autonomamente tra il 1845 e il `55, furono da lui stesso in seguito riuniti nella sezione centrale dei "poetical works" e che anticipano gli esiti novecenteschi del "flusso di coscienza".
e` un libro costituito in apparenza da racconti. questi testi sono pero` tenuti insieme da un unico tema, il male. in ogni testo c`e` una presenza malefica che suggerisce il male al protagonista e che lo conduce per le sue strade.
lisbona e il portogallo sono teatro decisivo dell`immaginazione letteraria di antonio tabucchi. con lisbona tabucchi firma un patto ideale attraverso l`amato fernando pessoa e il lavoro assiduo, durato tutta una vita, sull`opera del poeta. a lisbona e` legato dall`amore per la moglie maria jose` de lancastre e della realta` portoghese e` stato, sempre, appassionato lettore. e li`, in questo portogallo vissuto ma anche trasfigurato dall`invenzione letteraria, che rifluiscono le sue storie, i suoi fantasmi, la memoria del tempo storico e la memoria del tempo interiore. "requiem" (1991), "sostiene pereira" (1994) e "la testa perduta di damasceno monteiro" (1997) testimoniano con straordinaria evidenza una stagione felicissima di scrittura e di impegno civile. siamo di fronte a tre storie che, lette in sequenza, disegnano la trasparente complessita` di motivi che danno forma e spessore all`avventura letteraria di antonio tabucchi. l`allucinato destarsi di figure che vengono, attraverso il sogno, a chiedere conto, il riscatto di un uomo mite messo dinnanzi all`urgenza di scegliere, il mistero di un delitto che suscita nuova ansia di giustizia in un uomo sconfitto ma non rassegnato. con qualche liberta` potremmo chiamarla "trilogia portoghese".
agosto 1938. un momento tragico della storia d`europa, sullo sfondo del salazarismo portoghese, del fascismo italiano e della guerra civile spagnola, nel racconto di pereira, un testimone preciso che rievoca il mese cruciale della sua vita. chi raccoglie la testimonianza di pereira, redatta con la logica stringente dei capitoli del romanzo, impeccabilmente aperti e chiusi dalla formula da verbale che ne costituisce il titolo: sostiene pereira? questo non e` detto, ma pereira, un vecchio giornalista responsabile della pagina culturale del "lisboa" (mediocre giornale del pomeriggio) affascina il lettore per le sue contraddizioni e per il suo modo di "non" essere un eroe. introduzione di andrea bajani.
il volume e` il punto di arrivo - quasi compiuto e quasi sistematico - di una riflessione estetica che accompagna costantemente, a partire dai primi anni trenta, la nota attivita` di ejzenstejn regista e teorico del cinema.
pochi altri posti della terra sono ammantati di leggenda come l`himalaya, con le sue storie di scalatori che affrontano l`everest e di viaggiatori alla ricerca di esperienze spirituali nei monasteri buddhisti. ma cosa sappiamo davvero dei popoli che vivono lassu`? dopo aver raccontato le repubbliche ex sovietiche dell`asia centrale e gli sterminati confini della russia, erika fatland ci porta sulla catena montuosa piu` alta del pianeta facendoci scoprire la sua gente, le mille culture, lo splendore dei paesaggi, ma anche la storia poco nota che e` all`origine di alcuni tra i conflitti piu` sanguinosi di oggi e di ieri. partendo dalla cina e attraversando pakistan, india, bhutan, nepal e tibet, la scrittrice norvegese, uno dei piu` apprezzati talenti della letteratura di viaggio, percorre un nuovo itinerario, affascinante e pieno di sorprese, dove a dominare la scena non sono solo vette maestose e orizzonti infiniti, ma uomini e donne in carne e ossa, di cui raccoglie le testimonianze e descrive le piccole vite che brulicano tra quelle montagne alte come giganti.