


Nel giro di un paio di anni, e con solo due dischi alle spalle, Nash Gripka è diventato qualcuno.Newyorkese, dylaniano, Gripka è uno dei nuovi cantautori su cui contare. l'Olanda, molto sensibile ai nuovi talenti, lo ha già messo su un piedestallo e lui ha ricambiato con una serie di concerti di grande spessore. Come questo, registrato nella primavera di quest'anno, dove Gripka e la sua band danno un saggio di notevole bravura.




patria della filosofia, la grecia e` anche all`origine di un sistema religioso le cui propaggini, purificate dalla riflessione cristiana, sono giunte sino a noi. la stessa riflessione filosofica e` in stretta connessione con la speculazione religiosa, laddove questa - come sottolinea burkert - non e` da intendersi come somma di idee sublimi, bensi` come forma necessaria di vita e di pensiero di una civilta` evoluta, colta nel momento della sua rapida ascesa. il cuore di questa indagine e` la religione della polis greca (viii-iv sec. a.c.) che, col suo intreccio ricco di tensioni tra rituali e miti, offre un orientamento sicuro alla vita sociale. piu` tardi, con lo sviluppo dell`individualismo, cresce l`esigenza di nuove forme culturali, occasioni di piu` stretto contatto con la filosofia, che, dopo un primo periodo di crisi, punta a una sintesi con la religiosita` tramandata. l`opera di burkert costituisce un`originale sintesi della corrente storica tradizionale e delle correnti avanguardistiche. lavoro fondamentale per la storiografia del novecento, rappresenta un necessario e solido punto di partenza, costituendo un manuale di riferimento per specialisti del mondo classico e per chiunque ami la religione greca, coi suoi miti e soprattutto i suoi numerosissimi riti, di cui l`autore e` stato appassionato informatore e interprete.

"non ci troverete nulla. non c?e nulla in patagonia": il giudizio, lapidario, e di borges, e viene riportato da paul theroux in "ritorno in patagonia". che le cose non stiano proprio cosi lo ha dimostrato chatwin, offrendoci il ritratto vitale di una terra arida ma nient?affatto immobile, un luogo dove non e necessario mettersi alla ricerca di storie, perche sono le storie a venire da te. e lo conferma anche stefano faravelli, con questo carnet de voyage - "sintesi di visione e pensiero ... intrecciarsi di una partitura disegnata (o dipinta) con quella scritta" - dedicato alla sua esperienza a bordo dell?adriatica, salpata dal porto di ushuaia con l?intento di doppiare capo horn, ma sorpresa da una tempesta e costretta a trovare riparo sull?isola navarino, nel canale beagle. "una disavventura, piu che un?avventura", che pero non gli ha impedito di seguire la sua personalissima "via del taccuino". con il piglio curioso del viaggiatore esperto e l?attenzione maniacale ai particolari del naturalista, faravelli riesce nell?impresa di racchiudere in poche pagine l?infinitamente piccolo e lo sterminato, il presente e il passato. le venature sulla superficie di una conchiglia diventano cosi unita di misura e chiave di lettura dell?immensita dell?oceano, le rotte degli antichi navigatori si sovrappongono a quelle degli uccelli e dei delfini che seguono l?adriatica, il disegno si fonde con le parole, le carte nautiche con i francobolli. il risultato e una sorta di mappa mentale - qui fedelmente riprodotta -, come a suggerire che ci sono luoghi troppo estesi, e complessi, per essere rappresentati dalle mappe tradizionali.