

"si seguono quasi vorrei dire con il fiato sospeso, i giorni e le ore della viva, dolce e discreta "saison en paradis" di quest`autrice: un diario appuntato, si`, con incanto sulle meraviglie d`amore, e meraviglia e` allora tutto quanto, niente e` piu` indifferente, neppure il casuale e il provvisorio e il fugace, ma tenuto sul sobrio e serio, persino un po` brusco. dunque una grazia avvertita e consapevole accende questi versi, registra e accompagna l`antica e sempre nuova e trepida avventura, tesa come un filo d`oro fra il prodigio e il dubbio fascinoso di inesistenza." (mario luzi)




questo volume, curato da norbert von prellwitz, raccoglie e commenta le poesie piu` belle di gongora. in primo luogo le canzoni popolaresche, poi i sonetti petrarcheschi, ed infine "le solitudini", considerato il capolavoro dell`autore. quest`edizione offre, oltre ad una traduzione aggiornata, una bibliografia completa.


nel ricordo di azar nafisi, rientrata in patria proprio nel 1979, l`anno della rivoluzione di khomeini, la parola che piu` di frequente ricorreva nelle riflessioni sul nuovo destino che incombeva su di lei era : la repubblica islamica aveva infatti confiscato la storia dell`iran, la sua cultura e la sua tradizione, e insieme l`identita` di ogni individuo. esiliata in patria, prigioniera di un regime totalitario ostile a tutto cio` che lasciasse spazio all`unicita`, lacerata da un sentimento di irrealta`, abbandono e isolamento, azar nafisi non poteva che tornare all`amato nabokov, e condividere con i suoi studenti l`esperienza di un rapporto improntato a un`esaltante reciprocita`, giacche` via via che si immerge nell`universo di uno scrittore il lettore non fa che arricchirlo di una percezione nuova, di una nuova dimensione. e nato cosi` un libro tanto affascinante e singolare da ricordare alcuni ritratti dotati di coperchio del rinascimento: il ritratto di nabokov - frutto di un`analisi delle sue opere che sembra rispondere all`auspicio formulato in lezioni di letteratura: - cela infatti quello della realta` dell`iran di allora, ma .

il 9 marzo 1941, su consiglio del suo terapeuta julius spier, esther hillesum comincia ad affidare a un quaderno il doloroso tumulto dei suoi pensieri - la sua "costipazione spirituale", come la definisce con pungente humour. non si conoscono suoi scritti anteriori a questa data, fatta eccezione per una lettera del 1936 all?amica pim. il 7 settembre 1943 etty salira con i genitori e il fratello mischa su un convoglio diretto ad auschwitz-birkenau, immane citta di schiavi, e di lei si perdera ogni traccia. il folgorante diario di quei due anni, 1941-1942, sembra insomma esaurire la sua intera esistenza, quasi fosse il residuo di un rogo - o di un sacrificio. non c?e un prima e non c?e un dopo. eppure nel 1941 etty aveva ventisette anni. chi era davvero? o, per meglio dire, chi era stata prima che l?incontro con spier la facesse rinascere? interrogando instancabilmente innumerevoli documenti, testimonianze, carteggi, alberi genealogici e album di famiglia, judith koelemeijer e riuscita a colmare il vuoto che circonda il diario, a dargli uno sfondo: a far luce sulla famiglia di etty - "strepitoso miscuglio di barbarie e alta cultura" ed epicentro di un sisma psichico che travolgera, oltre a lei, i fratelli jaap e mischa -, sugli studi universitari di diritto e sulla passione per la letteratura russa, sulla vasta rete di amicizie, sui molteplici, spregiudicati legami sentimentali ("ho spezzato il mio corpo come se fosse pane e l?ho distribuito agli uomini"), sulla sofferta decisione di lavorare alle dipendenze del consiglio ebraico nel campo di westerbork, dove vengono ammassati gli ebrei destinati alla deportazione e dove puo sentirsi parte di un destino collettivo che occorre accettare: "essere presenti con tutto il cuore", questo solo conta.