in vent`anni di carriera, la tenente jacqueline "jack" daniels ha catturato molti assassini, ma questa e` la prima volta che e` un assassino a voler catturare lei: un serial killer l`ha appena messa in cima alla sua lista. tuttavia la bella e dura detective del chicago pd, coadiuvata dal collega herb, dall`ex detenuto phin e dall`ambiguo investigatore harry, e` pronta a raccogliere la sfida. all`ultimo sangue.
una selezione delle lettere-diario di stevenson che rivelano un aspetto sconosciuto della personalita` dello scrittore: la sua profonda ricerca interiore di una fede, affidata pero` a una "dottrina di vita". le lettere, gravi e lievi, talvolta toccanti, ripercorrono le tappe del profondo dissidio con il padre, fervente seguace del presbiterianesimo scozzese che il figlio rinnego` provocando fra i due una grave rottura. la crisi esplose quando stevenson, poco piu` che ventenne, si ribello` al padre e alla sua educazione religiosa triste e repressiva. in quell`occasione lo scrittore capi` che, contro un senso drammatico del peccato e contro le astratte prediche dei sacerdoti, avrebbe sempre difeso il valore dell`umano, l`onesta` della coscienza individuale e la felicita` degli istinti che nessuna religione e` tenuta a reprimere. stevenson trovera` il suo credo laico nella pagana samoa nei mari del sud, dove era approdato alla fine dei suoi lunghi vagabondaggi e dove rimarra` fino alla morte improvvisa avvenuta all`eta` di quarantaquattro anni.
una nonna precipita nell`oblio della vecchiaia cancellando dalla memoria dapprima la figlia e poi la nipote, e chiudendosi nel castello inattaccabile di chi si approssima alla fine. niente sembrerebbe destarla alla vita, ne` il cibo ne` le premure dei familiari. un giorno, pero`, la nipote le porta una granita gelata, un piccolo gustoso monte fuji identico a quello assaporato qualche anno prima a un chiosco non lontano da casa, e allora la nonna ritrova un guizzo di gioia e vitalita`. una donna gravemente ammalata decide di dedicare i suoi ultimi giorni a insegnare alla sua bambina come preparare un buon misoshiru, la zuppa di miso, la pasta di soia fermentata servita in una ciotola di brodo denso. ha promesso al marito di preparargli ogni giorno l`adorato piatto e non vuole che, dopo il suo congedo dal mondo, un`altra donna, estranea alla famiglia, assolva quel compito. una coppia alla vigilia della separazione si reca nella penisola di noto per un`ultima cena. il tipico aroma speziato dei funghi matsutake, il sashimi di cernia macerata con alga konbu e un bel po` di sake fanno dileguare per un istante rimpianti e tristezza dell`addio. i personaggi del nuovo libro di ito ogawa celebrano quasi tutti degli addii - il congedo dal mondo, dagli affetti piu` intensi, da un lungo rapporto d`amore, dai luoghi piu` cari - in compagnia di un cibo. per un breve fugace momento, il cibo lenisce la crudelta` dell`addio e restituisce piacere della vita e le gioie del palato.
non e` amabilmente consolatore, il mondo di landolfo, ne` amichevole, ne` tantomeno compiacente. estraneo, piuttosto, luminosamente torbido e degradato. e, come in questa raccolta di racconti del 1975 - l`ultima sua -, piu` che mai urtante, percorso com`e` da un eros luttuoso e sogghignante, da orride agnizioni, da avvilenti confessioni, da personaggi oltraggiati dalla vita, feriti dall` che li separa dagli altri, torturati da un`animale e irrimediabile tristezza. sicche` ogni racconto cela una sorpresa che ha su di noi lo stesso effetto di (i. calvino): ci fa rabbrividire, e subito vorremmo scacciarla. invano: incapsulata in una lingua tanto inconsueta quanto secca, lucida ed esatta, ogni immagine torna a riaffacciarsi, come una piccola testa malevola. il fatto e` che per landolfi, uccisa ogni speranza, dobbiamo accontentarci . non c`e` altra via di scampo, se non, estremo rimedio, un capace di liberarci da una .
scrive granet in un passo cruciale di questo libro, dove, forzando le (wilcock), fa rivivere la struttura sociale, la mitologia, la religione della cina arcaica. guidandoci attraverso un mondo popolato di animali fantastici e scandito da feste primaverili, offerte al fiume, danze sciamaniche che propiziano il contatto con gli antenati, granet ci schiude il mito di yu il grande, fondatore della dinastia hia (iii millennio a.c.), e per restituirne l`epopea ricorre a ogni genere di fonti: canti, proverbi, leggende, ma anche esili tracce celate nel canone della letteratura classica. se , la storia di yu il grande coincide con una nuova disposizione e organizzazione cosmica, un nuovo ordinamento dello spazio e del tempo - decisivo spartiacque fra due epoche. questo libro, il piu` audace di granet, si distanzia da tutte le opere maestre della sinologia (incluse quelle dello stesso granet) perche` non e` una esposizione analitica, ma una messa in scena delle primordiali immagini del mondo cinese, come se le vedessimo incidersi sul guscio di una tartaruga, alla maniera degli esagrammi dello i ching - come se la cina arcaica parlasse con i suoi passi di danza e ostentando i suoi emblemi.