
antichi sapienti o padri della chiesa, teologi medioevali o profeti della modernita` non tralasciano occasione per accanirsi contro la figura che piu` di ogni altra incarna il mistero dell`ignoto e realizza la violazione sistematica di ogni ordine stabilito: la strega. cosi` i timori e gli incubi dei "filosofi" hanno popolato dei piu` strani oggetti l`officina del mago o la bottega della fattucchiera, ma le ripetute condanne non hanno impedito al fenomeno stregonesco di proiettare la sua lunga ombra anche nella nostra epoca, in cui dovrebbero aver trionfato la scienza e la tecnologia.

quando, alla fine del secondo pannello della trilogia, il giovane tito, signore di gormenghast, trova la forza di strapparsi al suo reame, la cui bellezza si e` ormai corrotta in cupa fatiscenza, le parole della madre - "non esiste un altrove. tutto conduce a gormenghast" - sembrano richiudersi sulla sua fuga come una pietra tombale. scoprira` che un altrove esiste, ma che e` divorato non meno di gormenghast dal male: la citta` a cui approda e` solcata dalle disumane meraviglie del controllo poliziesco - figure con l`elmetto che paiono scivolare sul terreno, sciami di velivoli senza pilota simili a equazioni di metallo, globi dalle viscere colorate quasi umane -, sottomessa a una scienza dispensatrice di morte. e nei cunicoli del sottofiume vive una immane popolazione di reietti, fuggiaschi, falliti, mendicanti e cospiratori che non vedranno mai piu` la luce del sole. scoprira` che al di la` della sua nessun`altra realta` e` per lui decifrabile, cosi` come la sua e` per gli altri inconcepibile: lontano da gormenghast non c`e` che l`ossessione del ricordo, e la follia. dovra`, sorretto dall`aiuto di pochi - il gigantesco musotorto, l`amorosa giuna, i transfughi del sottofiume cancrello, frombolo e sbrago -, combattere, sfuggire a insidie, sottrarsi a ogni vincolo d`amore, amicizia e riconoscenza per conquistare l`unica verita` che conti: "era come una scheggia di pietra, ma dov`era la montagna dalla quale si era staccata?".

sullo sfondo del fronte austroungarico orientale attorno al 1917, assistiamo alle vicissitudini del sottotenente keller che, braccato dai cosacchi, si trasforma in kascha, prima contadinella poi cameriera al servizio delle damigelle lubienski. il sottotenente, non solo dovra` sfuggire alla feroce caccia all`uomo scatenata dai cosacchi, ma anche, e soprattutto, rintuzzare gli assalti erotici di truci ufficiali zaristi e zotici vaccari ruteni e dar quindi prova, contemporaneamente, di virtu` militare e muliebre. intorno a keller-kascha si agita inoltre un`interessante folla di comprimari: fanciulle astute e sensuali, traditori russi candidati al capestro e spiantati cacciatori di dote polacchi.

eta` di lettura: da 9 anni.



`gruppi d`incontro` e` un`espressione generica che designa i tipi di esperienza intensiva di gruppo, sorti negli stati uniti intorno alla fine degli anni quaranta. i fattori che hanno dato origine a questa forma di esperienza di gruppo sono molteplici, ma si possono individuare due filoni principali, e cioe` l`attivita` svolta al massachusetts institute of technology da kurt lewin, il grande teorico della gestalt psychologie emigrato in america, e l`attivita` svolta al counseling center dell`universita` di chicago da carl rogers. in questo volume rogers non tenta di proporre un quadro teorico del processo dei gruppi d`incontro, ma si limita a cercare di sistematizzare ed esporre la sua trentennale esperienza in questo campo. il suo e` un atteggiamento aperto, nemico di ogni speculazione, rivolto all`esperienza, ma anche consapevole della necessita` di arrivare a concettualizzazioni piu` ampie e comprensive, che consentano di capire meglio come e perche` agisca l`esperienza di gruppo. col suo stile semplice e scorrevole, con la ricchezza umana della sua esperienza, con la sua profonda capacita` di comprensione, rogers ha scritto un libro estremamente stimolante e vivo, che e` forse la migliore presentazione esistente del fenomeno dei gruppi d`incontro.

jachia offre in questo libro la possibilita` di riflettere e avvicinarsi con rigore al panorama della "poesia cantata". un viaggio nella storia della canzone d`autore italiana che ne ripercorre e rintraccia tutti i punti fondamentali e di svolta, e ne ricorda i principali protagonisti. l`autore concentra la sua attenzione soprattutto sui testi: ne sonda la poeticita`, lasciando emergere trasformazioni socio-linguistiche, valori poetici, influssi, caratteristiche performantive, tutto il disegno creativo, insomma, che lega cosi` prepotentemente il mondo della canzone alla realta`. prefazione di caterina caselli sugar.



le eroine dei fumetti le invitano a essere belle. le loro riviste propongono test sentimentali e consigli su come truccarsi. nei loro libri scolastici, le mamme continuano ad accudire la casa per padri e fratelli. la pubblicita` le dipinge come piccole cuoche. le loro bambole sono sexy e rispecchiano (o inducono) i loro sogni. questo e` il mondo delle nuove bambine. negli anni settanta, elena gianini belotti racconto` come l`educazione sociale e culturale all`inferiorita` femminile si compisse nel giro di pochi anni, dalla nascita all`ingresso nella vita scolastica. le cose non sono cambiate, anche se le apparenze sembrano andare nella direzione contraria. ad esempio, libri, film e cartoni propongono, certo, piu` personaggi femminili di un tempo: ma confinandoli nell`antico stereotipo della fata e della strega. sembra legittimo chiedersi cosa sia accaduto negli ultimi trent`anni, e come mai coloro che volevano tutto (il sapere, la maternita`, l`uguaglianza, la gratificazione) si siano accontentate delle briciole apparentemente piu` appetitose. e bisogna cominciare con l`interrogarsi sulle bambine: perche` e` ancora una volta negli anni dell`infanzia che le donne vengono indotte a consegnarsi a una docilita` oggi travestita da rampantismo, a una certezza di subordine che persiste, e trova forme nuove persino in territori dove l`identita` e` fluida come il web. prefazione di elena gianini belotti.







in ordine alfabetico, dall`ape al topo, venticinque animali e, nella loro rappresentazione figurata, quasi caleidoscopica, ognuno testimonia "sulla propria pelle" il tipo di rapporto che lo lega all`umanita`, come pure la sua presenza nell`immaginario comune. si passa dalla delizia di una goccia di miele, al messaggio affidato a una colomba, dalla bufera di un galletto segnavento, al travestimento del gatto con gli stivali, dal gioco per un`oca a una lettera scritta con la sua penna, da un esodo di piccole tartarughe verso il mare, alla montatura di un paio di occhiali, da un topo da sperimentazione a un topino per amico. una enciclopedia di animali e di associazioni di pensiero, un divertimento da condividere nel cercare il giusto nesso. eta` di lettura: da 3 anni.

"il signor pirandello e` desiderato al telefono". cascais, 1935. un attore che interpreta pessoa (o pessoa stesso?) telefona a piran-dello, perche` ha l`anima in pena e "a lui interessano le anime in pena". un dialogo a una sola voce, un gioco del rovescio costruito su continue rifrazioni che danno l`illusione di una poetica polifonia. "il tempo stringe" e` un duello mancato. enrico usa le parole come fendenti, contro un avversario che si e` gia` sottratto allo scontro, poiche` giace morto su un letto di ospedale. tra il disperato e il grottesco, una surreale resa dei conti tra un uomo e un fantasma, simbolo della novecentesca solitudine dell`io. "i dialoghi mancati" di tabucchi sono a ben vedere due monologhi, perche` si articolano con interlocutori che non possono rispondere. e l`umano portato sulla scena attraverso il personaggio, maschera cava costruita per far risuonare l`anima dell`attore: la sua voce. "marconi, se ben mi ricordo". radio londra, 1935. lo speaker guida in una vivacissima trasmissione un gruppo eterogeneo di ospiti, tra cui un professore patriottico, orwell, la sua chiromante, un anarchico italiano e madame liberte`. con una tipica capriola tabucchiana, si finisce per commemorare non tanto marconi, quanto gli anarchici "scacciati senza colpa" da lugano proprio nel 1895. in un radiodramma polifonico, scritto per i cento anni della radio, tabucchi tesse un inno alla liberta` e scaglia un duro monito a non dimenticare la storia, oggi valido piu` che mai.