

il volume e` il primo tentativo di una storia linguistica della letteratura italiana generazionale a partire dal suo sorgere, negli anni cinquanta, fino ad alcune delle piu` recenti, significative manifestazioni: dalla gioventu` "cannibale" dei secondi anni novanta alle giovani narratrici smaliziate in materia di sesso di questo inizio di terzo millennio. gli scrittori selezionati - non sempre anagraficamente giovani - hanno scelto di riprodurre le forme espressive provocatorie o "antigrammaticali", talora veri e propri "universali" giovanili, attinte ai vari ambienti di provenienza o di affiliazione; o si sono invece in qualche modo assimilati ai giovani sperimentando nuovi generi, stili o linguaggi senza pero` vincolarli a una delle tante possibili rappresentazioni del loro universo. tra i "giovani scrittori" e gli "scrittori giovanili" giocano un ruolo di primo piano quelli tra loro che, dalla meta` degli anni ottanta in poi, hanno cominciato a partecipare della svolta operata dai nuovi media: il risultato di questa partecipazione e` spesso una scrittura riprodotta in hi-fi e manovrata da una volonta` di presa diretta, per molti versi televisiva o cinematografica, sul reale.

l`intensificazione degli scambi informativi fa parlare spesso d`omogeneizzazione della societa` resa trasparente dalla possibilita` di connettersi con tutte le potenziali fonti di notizie e ricevere informazioni in tempo reale da tutte le parti del mondo. ma il giornalismo non e` una mera trasmissione di dati e di informazioni, bensi` un prodotto culturale. questo libro descrive perche` abbiamo sempre piu` bisogno del giornalismo, come e perche` e` nata questa forma d`intermediazione culturale, come funziona e quali percorsi, probabilmente, prendera` in futuro.


