in perfetto equilibrio tra la ricchezza di qualita` umane e la profondita` delle rievocazioni letterarie, tra lo spazio della materia e la purezza della poesia, il racconto scorre veloce lungo i destini di tre poeti svevi, vaiblinger, morike e holderlin, sullo sfondo di una tubinga di primo ottocento.
"in tutti i libri dove il frammento e` sovrano, verita` e ubbie si susseguono da un capo all`altro. ma come distinguerle, come sapere che cosa e` convincimento e che cosa e` capriccio? un`affermazione, frutto del momento, ne precede o ne segue un`altra che, compagna di tutta una vita, si eleva alla dignita` di ossessione. spetta dunque al lettore discernere, perche` non di rado l`autore esita a pronunciarsi. in "confessioni e anatemi", sequela di perplessita`, si troveranno interrogativi ma nessuna risposta. del resto, quale risposta? se ce ne fosse una la si conoscerebbe, con buona pace del devoto dello stupore". queste le parole con cui lo stesso cioran presentava, nel 1987, quello che sarebbe stato l`ultimo suo libro pubblicato in vita, una raccolta di aforismi.
non sempre e` giusto cedere al fascinoso luogo comune secondo il quale chi muore giovane e` caro agli dei, perche` "cosi` come il carattere guida l`invecchiamento, l`invecchiamento guida il carattere". la senilita`, quindi, non e` un caso, ne` una dannazione, ne` l`abominio di una medicina moderna devota alla longevita`, ma la condizione naturale e necessaria affinche` si verifichino l`intensificazione e la messa a punto del nostro carattere, ossia della forma del nostro durare. ma anche se il carattere sopravvive per immagini, invecchiare e` una forma d`arte che ogni essere umano deve affrontare perche` la vecchiaia si configuri come una "struttura estetica" che permetta di svolgere il ruolo archetipico di avo cui ogni anziano e` chiamato.
e` l`ultima opera scritta da gogol`. tormentato dalla malattia e dal terrore di morire senza lasciare ai lettori l`essenza del suo credo artistico, compone in pochi mesi questa "finta" raccolta di brani di corrispondenza, in realta` pensata e organizzata in ogni particolare, dove espone la sua visione del mondo, della societa`, della chiesa. con i "brani scelti", gogol` decide di affrontare il discorso che gli sta a cuore, il miglioramento della societa`, in modo diretto, abbandonando la sottile ironia e la leggerezza che contraddistinguono le opere precedenti.
come fa una giovane donna di appena trent?anni, qual era all?epoca irene nemirovsky, a scavare cosi profondamente nell?animo umano? si chiese bernard grasset, il suo primo editore, leggendo questi racconti. come fa a capire, e a descrivere in modo cosi empatico e al tempo stesso spietato, non solo le lusinghe e le illusioni della giovinezza, ma anche la nostalgia degli amori perduti, il rimpianto delle vite non vissute, l?acredine delle esistenze sbagliate, le ferite dell?ambizione frustrata, l?angoscia della solitudine, lo sgomento per i segni che lascia sul corpo il passare degli anni, la ferocia che si annida nel cuore degli uomini? le prove giovanili di nemirovsky continuano a riempirci di stupore non meno di quelle della maturita: le quattro "scenette", per cominciare, di sapore quasi lubitschiano, dove due aspiranti attricette di incantevole amoralita mettono in opera comici e insieme patetici tentativi di trovare un uomo molto ricco che le mantenga; i tre "film parlati" - in realta vere e proprie narrazioni, condotte con la mano sapiente di uno sceneggiatore navigato, in grado di dare indicazioni su inquadrature, stacchi, dissolvenze, montaggio; gli struggenti "una colazione in settembre" e "le rive felici" il truculento affresco finlandese dei "fumi del vino"... fino al sorprendente "i giardini di tauride", che appare qui in volume per la prima volta, e che, costellato di appunti in cui nemirovsky riflette sulla forma stessa del racconto, ci consente di gettare un?occhiata indiscreta nel suo laboratorio.