un libro in difesa del diritto di bambini e ragazzi a leggere quello che vogliono. occorre, secondo l`autore che da quarant`anni si occupa di cultura giovanile e della sua diffusione, avere piu` fiducia nei gusti e nelle scelte che sono in grado di fare i ragazzi. gli attacchi di denti sono rivolti soprattutto ai controlli in nome di una morale obsoleta, alle preclusioni puriste di alcuni letterati e soprattutto alla scuola che scoraggia piu` che incentivare la lettura. secondo l`autore, se li lasceremo scegliere in liberta`, la loro capacita` di discernimento ci stupira`.
quando alberto moravia comincio` a scrivere questo capolavoro, nel 1925, non aveva ancora compiuto diciott`anni. intorno a lui l`ltalia, alla quale mussolini aveva imposto la dittatura, stava dimenticando lo scoppio d`indignazione e di ribellione suscitato nel 1924 dal delitto matteotti e scivolava verso il consenso e i plebisciti per il fascismo. il giovane moravia non si interessava di politica, ma il ritratto che fece di un ventenne di allora coinvolto nello sfacelo di una famiglia borghese e dell`intero paese doveva restare memorabile. il fascismo eleva l`insidia moderna dell`indifferenza a condizione esistenziale assoluta.
