





mondo religioso e mondo secolare sono davvero cosi` distanti e inconciliabili? la fede deve per forza rimanere relegata in ambiti dell`esperienza preclusi ai non credenti? alain de botton e` sicuro di no. secondo l`autore, infatti, "si puo` rimanere atei convinti riuscendo, almeno sporadicamente, a trovare nella religione una qualche utilita`, un qualche motivo di interesse o fonte di conforto, e prendendo in considerazione l`ipotesi di adattare alla vita laica alcune norme e consuetudini religiose". osservando senza pregiudizi l`ascendente che le istituzioni religiose esercitano sui fedeli, de botton si interroga sull`opportunita` di sfruttare certi meccanismi - spogliati del loro lato trascendente - per contrastare la disgregazione del senso di comunita` nella societa` laica moderna, e per far fronte alle fragilita` che minano l`equilibrio di tutti gli esseri umani. la complessita` liturgica della messa, per esempio, con le sue norme ben definite a regolare le interazioni tra sconosciuti, puo` aiutare a cementare lo spirito di gruppo, mentre festivita` come lo yom kippur dimostrano che l`elaborazione istituzionalizzata di sentimenti negativi come la rabbia e` un espediente efficacissimo per la risoluzione dei conflitti sociali. e anche nel campo dell`istruzione, quale potenziale dirompente avrebbe un corso universitario che insegnasse a leggere i classici per rispondere ai bisogni dell`anima, adottando madame bovary e anna karenina come libri di testo sulle difficolta` del matrimonio?


la "breve sosta" che da` il titolo a questo libro e` quella del suo protagonista, dawid, un giovane ebreo sopravvissuto al campo di sterminio. dawid ormai non c`e` piu` e, a distanza di anni, suo figlio goran cerca di farlo rivivere attraverso il ricordo, attraverso il potente strumento della parola e del racconto. aggrappandosi con forza a qualsiasi traccia ne attesti l`esistenza, i giorni di gioia e quelli della tragedia indicibile, goran ne ricostruisce il viaggio "di ritorno" da auschwitz, il suo disperato tentativo di riprendere a vivere in una cittadina svedese, perche` come scrive l`autore "visto che i pochi rimasti in vita alla fine del viaggio raramente hanno seguito lo stesso tragitto, e` facile che le strade di ritorno da auschwitz scompaiano nell`oblio". tra pagine di rabbia e di affetto, di commozione e di indignazione, rosenberg mantiene vivo fino all`ultimo il profondo dialogo con il padre, consegnandoci una storia solo apparentemente familiare, una storia che parla al cuore e alla mente dell`umanita` intera, di ogni epoca e latitudine. per non dimenticare. per non ripetere.







ai filosofi che hanno fatto una virtu` del parlar con se stessi, ai monologhi che passano per filosofia, ai rituali magici dei tecnicismi logici che caratterizzano "quest`eta` postrazionalistica", popper oppone il concetto di una scienza come cosmologia, e di una filosofia come metodo critico che tenta di comprendere "noi stessi e la conoscenza, in quanto parte del mondo". ma la scienza a cui fa appello popper non e` "un sistema di asserzioni certe o stabilite una volta per tutte", bensi` un insieme di tentativi, "di ipotesi azzardate, di anticipazioni affrettate e premature, di pregiudizi", che l`uomo tenta di cogliere in fallo cercando di farli collidere con la realta`, mediante l`osservazione e l`esperimento. e la scienza si differenzia dalla metafisica che pretende di fornirci un quadro coerente e definitivo del mondo - perche` le sue asserzioni sono in linea di principio falsificabili; perche` tende a falsificarle con tutte le armi del suo arsenale logico, matematico e tecnico.

in un villaggio delle alpi austriache due giovani donne, brigitte e paula, lavorano come operaie in una fabbrica di biancheria intima. sognano la felicita`, una bella casa e un uomo gentile, ma la vita insegnera` presto a entrambe che il loro essere donne, nella societa` in cui vivono, le obbliga a scelte difficili e spesso dolorose. in un racconto incessante, diretto nell`indagare l`animo delle due protagoniste, l`autrice ci porta all`interno della vita e dei sogni di paula, che crede di aver trovato il suo grande amore in erich, un taglialegna rozzo ma bellissimo, e di brigitte che in heinz, un elettricista ingenuo, intravede una possibilita` d`elevazione sociale. entrambe sono imprigionate nello stereotipo di un ruolo femminile, quello di madre e moglie devota, entrambe sono vittime e complici della loro sottomissione. elfriede jelinek con una scrittura sperimentale e provocatoria traccia un ritratto spietato della societa` patriarcale, stigmatizzando il ruolo assegnato alle donne e, al contempo, la loro incapacita` di reagire superando i ruoli imposti.