
in questo manuale sono presentate tutte le tecniche per ottenere con lavorazioni semplici carte di grande effetto arricchite con fibre vegetali, cereali, foglie e fiori. inoltre, nella seconda parte, le autrici insegnano a realizzare decori con le diverse tecniche: marmorizzazione, suminagashi, plangi, mascherine, spugnatura, timbri, carta-colla, rullo.

la seduzione delle droghe rappresenta un momento preciso nella cultura europea degli anni `30, che ricorda le esperienze decadenti innescate da de quincey, gutier e baudelaire. se tra i nuovi consumatori di oppio e di haschisch non sorprende la presenza di benn, hesse, o cocteau, meno prevedibile e` quella di walter benjamin. tra il 1928 e il 1933 lo scrittore berlinese da` vita a una ricerca tutt`altro che occasionale sulle modificazioni sensoriali provocate dagli stupefacenti. in compagnia di amici, tra ibiza e marsiglia, benjamin avvia una serie di esperimenti pianificati e documentati. questi materiali avrebbero dovuto confluire in un libro sull`haschisch che poi non fu mai varato, e furono ricomposti da jean selz, di cui qui e` riportata una testimonianza.


piu` volte nei suoi interventi pubblici anna maria ortese ha denunciato i delitti dell`uomo "contro la terra", la sua "cultura d`arroganza", la sua attitudine di padrone e torturatore "di ogni anima della vita". e lo ha fatto pur nella consapevolezza che il suo grido d`allarme sarebbe stato accolto con impaziente condiscendenza da chi sembra ignorare che cio` che rende l`uomo degno di sopravvivere e` la sua "struttura morale: intendendo per morale ogni invisibile suo rapporto, ma buon rapporto, con la vita universale". quel che ignoravamo e` che tali interventi, che additavano nello sfruttamento e nel massacro degli animali, nella natura offesa e distrutta il nostro piu` grande peccato, non erano isolate e volenterose prese di posizione, bensi` la punta emergente di un iceberg. un iceberg rappresentato da decine e decine di scritti inediti, nei quali la ortese e` andata con toccante tenacia depositando quel che le dettava la sua "coscienza profonda", vale a dire la memoria, riservata a pochi e supremamente impopolare, "delle "prime cose" preesistenti l`universo" - in altre parole, la visione che la abitava. scritti di cui qui si offre una calibrata selezione e che nel loro insieme si configurano come un vero e proprio trattato sull`unica religione cui la ortese sia stata caparbiamente fedele: la religione della fraternita` con la natura.

