

testo autobiografico, che tocca le corde di un tema universale e senza tempo come quello dell`uomo di fronte alla malattia e alla morte. il protagonista rievoca, con un gioco di flashback narrativi, le tappe che l`hanno portato a scoprire di avere un tumore al fegato: il periodo dell`attesa, dei molti e fastidiosi esami, delle infinite preoccupazioni, anche economiche, che catapultano l`esistenza del malato e della sua famiglia in una dimensione sospesa, in un limbo freddo e privo di reali speranze. infine, l`idea del trapianto come unica possibilita` di salvezza. nell`ultima parte del libro, dopo l`intervento e i giorni in rianimazione, il ritorno alla vita: mascioni supera con successo la convalescenza e finalmente torna a casa, dalla moglie angela, dopo che l`amabile infermiera diga gli ha tolto i punti, un mese dopo il trapianto.

il romanzo e` ambientato ad acireale negli anni che corrono dallo scoppio del secondo conflitto mondiale allo sbarco alleato in sicilia e alla caduta del fascismo. citta` natale dello scrittore, in provincia di catania, scenario privilegiato di tragedie riconducibili tuttavia a ogni luogo e a ogni tempo, acireale e` intenta a rifarsi il trucco per celare all`ospite immedicabili ferite. nulla sembra scalfire lo scudo protettivo dei suoi abitanti, per quanto duri e drammatici siano gli accadimenti bellici, dirompenti negli aspetti, sconvolgenti negli esiti: bombardamenti e invasioni, soldati dispersi e nobili in pericolo; e ancora personaggi che appaiono e scompaiono, crollo di miti, ruoli illusori.

il romanzo orchestra le voci narranti dei quattro protagonisti in un continuo gioco di rimandi. e` il 1973 e nella cittadina di new canaam, connecticut, due soli giorni e una tempesta di neve bastano a mandare in frantumi i delicati equilibri della famiglia hood. in quarantotto ore i destini e le scelte di benjamin, il padre adultero, di elena, la moglie esasperata, e dei loro inquieti figli adolescenti wendy e paul subiscono un`accelerazione improvvisa, si intrecciano e finalmente si sciolgono in un finale imprevisto che segna la fine di una stagione, collettiva e individuale, e l`inizio di una nuova, faticosa maturita`.



i "persiani" di eschilo e` la tragedia piu` antica che ci sia stata tramandata e l`unica fra le trentadue pervenuteci che abbia come trama un fatto storico: la battaglia di salamina, in cui i greci con pochissime navi sconfissero il potentissimo esercito di serse nel 480 a.c. ma la tragedia trasfigura i fatti della storia: eschilo fa dello scontro con i persiani un "mito", rappresentabile in dramma alla stregua degli altri "miti": il "ciclo persiano" come il "ciclo degli atridi", o il "ciclo troiano". lo scontro con serse diventa un capitolo dello scontro che da sempre oppone oriente a occidente: anche gli dei sono schierati, come a troia, gli uni a fianco dell`asia, gli altri degli achei. la traduzione qui presentata rende i chiaroscuri, le scabrosita`, gli scarti linguistici dell`originale; l`introduzione esalta la trascrizione tragica del fatto storico; infine, le ampie note di commento focalizzano la straordinaria ricchezza - linguistica, mitologica, letteraria, ritmica - del testo.

quali sono le grandi dinamiche che guidano l`accumulo e la distribuzione del capitale? domande sull`evoluzione a lungo termine dell`ineguaglianza, sulla concentrazione della ricchezza e sulle prospettive della crescita economica sono al cuore dell`economia politica. ma e` difficile trovare risposte soddisfacenti, per mancanza di dati adeguati e di chiare teorie guida. in "il capitale nel xxi secolo", thomas piketty analizza una raccolta unica di dati da venti paesi, risalendo fino al xviii secolo, per scoprire i percorsi che hanno condotto alla realta` socioeconomica di oggi. i suoi risultati trasformeranno il dibattito e detteranno l`agenda per le prossime generazioni sul tema della ricchezza e dell`ineguaglianza. piketty mostra come la moderna crescita economica e la diffusione del sapere ci abbiano permesso di evitare le disuguaglianze su scala apocalittica secondo le profezie di karl marx. ma non abbiamo modificato le strutture profonde del capitale e dell`ineguaglianza cosi` come si poteva pensare negli ottimisti decenni seguiti alla seconda guerra mondiale. il motore principale dell`ineguaglianza, la tendenza a tornare sul capitale per gonfiare l`indice di crescita economica, minaccia oggi di generare disuguaglianze tali da esasperare il malcontento e minare i valori democratici. ma le linee di condotta economica non sono atti divini. in passato, azioni politiche hanno arginato pericolose disuguaglianze, afferma piketty, e lo possono fare ancora.