

asher lev e` un ebreo osservante che, a dispetto delle circostanze piu` avverse, e` diventato un pittore di fama internazionale. quando muore un amato zio, deve intraprendere il viaggio di ritorno con la moglie e i due bambini da parigi a new york. asher lev sente che "qualcosa di strano sta accadendo a brooklyn... una vaga sensazione di venire risucchiato" e quasi subito deve fronteggiare lo sdegno e l`animosita` che le sue opere suscitano nell`ambiente d`origine e le difficolta` che causano alla propria famiglia. dolorosamente, si ritrova al centro dei conflitto tra la cultura in cui e` nato e la cultura che ha forgiato per se stesso e che vent`anni prima l`aveva spinto all`esilio.



composti nel 387, i "soliloqui" attuano, come gia` "a se stesso" di marco aurelio, uno sdoppiamento dell`io e si configurano come dialoghi tra agostino e la ragione, ponendo il primo in umile ascolto della seconda. dalle "discussioni" sulla possibilita` di conoscere dio e l`anima, il vero e il falso, agostino giunge a provare l`immortalita` dell`anima attraverso l`immortalita` della verita`.